Padiglione Crepaccio

Alla prossima Biennale d'Arte veneziana, il Padiglione Crepaccio at yoox.com — che Domus sostiene con un progetto di partnership — propone di far conoscere dieci giovani artisti e venderne i lavori su yoox. Potrà riscrivere le regole del sistema dell’arte questo padiglione-provocazione?


Questo articolo è stato pubblicato su Domus 969, maggio 2013

“Adotta un giovane artista”: è quello che fa il Crepaccio a Milano dalla scorsa estate e, in grande, quello che farà a Venezia alla Biennale d’Arte con la creazione di un intero padiglione di giovani, selezionati da Caroline Corbetta e portati su una piattaforma online da yoox.com. Nei giorni della vernice — dal 29 al 31 maggio — sarà possibile entrare a Ca’ Soranzo, dove vivono e lavorano alcuni degli artisti coinvolti nel progetto e che sarà allestita per accoglierli tutti e dieci. Il lavoro degli artisti verrà indagato con approfondimenti su yoox.com, ma anche attraverso il confronto con tre guest editor: uno al giorno, tra cui il vicedirettore di Domus, Roberto Zancan. Gli artisti sono il motore primo di questo padiglione sui generis e dei suoi apparati: la shopping bag che veicolerà, dentro il padiglione e all’ingresso dei Giardini, le informazioni stampa e una versione speciale di questo articolo-manifesto, è stata progettata da Thomas Braida. La provocazione lanciata nei confronti del mondo dell’arte è evidente. Abbiamo ritenuto utile riflettere sugli spunti offerti da questa operazione con Maurizio Cattelan, usato da Braida come “nume tutelare”, o forse “santo a cui votarsi”, del Padiglione Crepaccio.

Thomas Braida: Crepaccio
Thomas Braida e Valerio Nicolai fanno vivere virtualmente nelle sale di Ca’ Soranzo in Campiello dei Calegheri (vicino a Campo S. Angelo e Campo S. Stefano), che ospiteranno il Padiglione Crepaccio, i protagonisti dell’iniziativa. Nove gli artisti coinvolti, oltre a Braida: Fabio De Meo, Marco Gobbi, Max Gottardi, Luca Migliorino, Valerio Nicolai, Barbara Prenka, Valentina Roselli, Caterina Rossato e Serena Vestrucci

maurizio cattela
n Ma c’era davvero bisogno di un altro padiglione alla Biennale? Ormai Venezia è invasa dai padiglioni di nazioni che non trovano più posto nei Giardini.
caroline corbetta Sì, era necessario! Prima di tutto, il nostro non è un padiglione nazionale, ma è locale e globale allo stesso tempo. Lo definirei ‘glocale’, se potessi usare una parolaccia. E non solo: esiste sia in una dimensione fisica sia in una virtuale. Il Padiglione Crepaccio at yoox.com (“I Veneziani”) è dedicato ai giovani artisti che studiano e lavorano a Venezia e che quando, una volta ogni due anni, la loro città si trasforma nel palcoscenico per l’arte contemporanea più importante al mondo, non ne traggono particolare vantaggio in termini di visibilità. Praticamente spariscono. Allora noi cerchiamo di offrirgliela, questa visibilità: sia in laguna, dove esporremo le loro opere nei giorni della vernice della Biennale, sia sulla piattaforma online di yoox.com—lo store online di moda e design e, recentemente, anche di arte—dove, per tutta la durata della Biennale, non solo verranno venduti i loro lavori ma saranno anche disponibili contenuti dedicati alle loro ricerche, per una platea globale di oltre 7 milioni di persone al mese. Ti rendi conto? Non eri tu che dicevi, quando ancora facevi l’artista, che eri interessato a parlare con il maggiore numero di persone possibile con la tua arte? Noi, un po’ come hai fatto tu soprattutto all’inizio della tua carriera con progetti come la finta copertina di Flash Art che ti sei auto-dedicato, ci stiamo muovendo in un modo che definirei mimetico all’interno del sistema, ragionando sulle sue regole per imbastire una provocazione e sollecitare una riflessione: con un’attitudine tra il serio e il faceto, a cavallo tra passato e futuro. La decisione di vendere le opere degli artisti su yoox.com, per esempio, si ricollega alle origini della Biennale di Venezia, quando era possibile acquistare i quadri e le sculture in mostra. Ora, invece, il mercato si fa dietro le quinte.

Crepaccio: Thomas Braida e Valerio Nicolai
Thomas Braida e Valerio Nicolai: Padiglione Crepaccio at yoox.com

maurizio Allora sì, era proprio necessario questo padiglione. Però direi, piuttosto, che vi siete ispirati a Warhol, al suo modo di stare contemporaneamente all’interno e all’esterno del mondo dell’arte e all’idea sottintesa di considerare l’arte non come una cosa sacra ma una forma di espressione culturale tra le tante. Era un approccio che l’ha resa più accessibile. Warhol non ha precedenti in termini di divulgazione, è un metro di paragone con cui ogni artista contemporaneo si deve misurare.
caroline E forse anche ogni curatore.

Thomas Braida e Valerio Nicolai
Thomas Braida e Valerio Nicolai: Padiglione Crepaccio at yoox.com

maurizio Sì, soprattutto adesso che è in atto una grossa conversione dei formati espositivi. Quando sono stato invitato io per la prima volta a Venezia, nel 1993, per un giovane artista italiano la Biennale era una chimera, forse il traguardo più importante a cui potesse aspirare. Non so se è ancora così. Ma è interessante come voi ci facciate arrivare questi giovani artisti che in realtà sono già lì, anche se di solito gli addetti ai lavori che convergono a Venezia da tutto il mondo in quei giorni non se li filano tanto. Non ho mai sentito di un padiglione pirata, o mimetico come dici tu, che sia allo stesso tempo così pronto, sia dal punto di vista del progetto sia della comunicazione. Da tempo la mia principale fonte di ispirazione è Internet, perché Internet è ogni cosa contemporaneamente: è un contenitore. L’unica differenza è la sua interattività. Quello a cui stiamo assistendo oggi è soprattutto una situazione inedita in cui, per la prima volta, tutti possono dire qualcosa. Voi state portando questi ragazzi all’attenzione di una platea immensa. È una sfida enorme. Devono avere qualcosa da dire. Ma è interessante che glielo facciate dire. Mettersi in gioco è fondamentale. Dico sempre: “Adotta un giovane artista”, perché investire nei giovani è giusto e voi permetterete di farlo su scala globale. È molto eccitante. E innovativo. D’altronde,  Federico Marchetti con yoox.com sta facendo con l’arte quello che ha già fatto con la moda: la porta su Internet, così che ciò che è elitario sposa l’accessibilità. Gli opposti si incontrano e creano qualcosa che prima non c’era. Il sistema dell’arte sta cambiando e voi, con il vostro padiglione, fate anche un lavoro di scouting utile anche alle gallerie che sono storicamente in un momento di debolezza, assediate come sono dalle case d’asta. Prima, finché non eri morto non andavi in asta; ora è tutto diverso. Ma parliamo di giovani: chi sono gli artisti che avete coinvolto? Quanti anni hanno? E cosa fanno?

Thomas Braida e Valerio Nicolai
Thomas Braida e Valerio Nicolai: Padiglione Crepaccio at yoox.com

caroline Sono una decina e nessuno di loro è nato a Venezia. Hanno in media 27 anni, non sono più dei ragazzini anche se alcuni di loro, intossicati dall’atmosfera meravigliosamente molle e bohemiènne della città, ancora studiano per rinviare il momento del ritorno a casa o della fuga nel mondo. Apparentemente si dividono in due fazioni: quelli dell’Accademia di Belle Arti, dediti principalmente alla pittura, e quelli dello iuav, più concettuali (i primi definiscono affettuosamente i secondi “gli asciuttoni”). In realtà, si frequentano più o meno tutti, formano una comunità che ruota attorno alla Fondazione Bevilacqua La Masa, dove, prima o poi, ognuno di loro ottiene uno studio e/o partecipa a una mostra. Però, ed è qui il paradosso, sembra che nessun curatore, nemmeno l’ultimo arrivato tra gli stagisti delle mega-realtà internazionali atterrate in città (Pinault e Prada su tutti), abbia mai visitato i loro studi. È come se mancasse un ponte tra questi due mondi. I lavori di questi giovani parlano il linguaggio internazionale dell’arte contemporanea e spero che con questo “esperanto artistico” possano comunicare con i milioni di utenti di yoox.com. Ma visto che il Padiglione vive una sua prima fase a Venezia, nei tre giorni di vernice della Biennale, era necessario partire dalla dimensione locale, per richiamare l’attenzione degli addetti ai lavori. Così abbiamo deciso di allestire il Padiglione in una casa cinquecentesca dove abitualmente soggiornano, e lavorano, degli artisti. L’atmosfera sarà informale e accessibile, autentica. Allo stesso tempo, ci sarà una buona dose di messa in scena. Sarà un po’ come un allestimento teatrale. Una mostra, in fondo, è sempre una forma di spettacolo.

Thomas Braida e Valerio Nicolai
Thomas Braida e Valerio Nicolai: Padiglione Crepaccio at yoox.com

maurizio Non hai ancora spiegato cos’è il Crepaccio.
caroline Hai presente Il Carpaccio, quel ristorante dove vai a rifocillarti dopo le tue leggendarie nuotate quando sei a Milano? Da maggio dello scorso anno, una vetrina del locale profonda 40 cm ospita una programmazione espositiva eterodossa, dedicata a giovani talenti italiani. Cambiando due lettere dell’insegna, abbiamo trovato il nostro nome: Il Crepaccio. Me ne occupo io, con a una rete di collaboratori fissi ed estemporanei, come gli artisti Marcello Maloberti e Yuri Ancarani, che vi si sono cimentati come curatori. E si dice che dietro a questo progetto ci sia anche tu, anche perché l’esperienza ricorda, non fosse altro per le dimensioni ridotte, la Wrong Gallery di New York. Oltretutto, all’ingresso del ristorante c’è appesa una tua foto: te l’hanno scattata mentre mangiavi e indossavi un enorme bavaglio. Appeso lì, sembri una sorta di nume tutelare del Crepaccio, un santo a cui votarsi. Tanto è vero che uno dei giovani ‘veneziani’, cui abbiamo affidato la realizzazione dell’immagine del padiglione, Thomas Braida, ha usato quella fotografia. Ti ha fatto indossare una mascherina da carnevale veneziano e ti ha immaginato intento a vezzeggiare il leone di San Marco, simbolo di Venezia e soggetto delle statuine-premio della Biennale. L’umorismo è un modo per comunicare. E, se vuoi, serve da cortina fumogena per far passare un messaggio importante che, se espresso in maniera letterale, potrebbe risultare meno effettivo di quanto intenda essere. L’ironia nasconde spesso un momento drammatico.

Thomas Braida e Valerio Nicolai
Thomas Braida e Valerio Nicolai: Padiglione Crepaccio at yoox.com

Padiglione Crepaccio at yoox.com   

I "Veneziani"
A cura di Caroline Corbetta
Gli artisti: Thomas Braida (1982), Fabio De Meo (1986), Marco Gobbi (1985), Massimiliano Gottardi (1989), Luca Migliorino (1988), Valerio Nicolai (1988), Barbara Prenka (1990), Valentina Roselli (1986), Caterina Rossato (1980), Serena Vestrucci (1986).

29, 30, 31 maggio, dalle 10 alle 22 (su invito)
Ca' Soranzo, Campiello dei Calegheri (vicino al Teatro La Fenice)
Fermate vaporetto S. Maria del Giglio o Accademia, Venezia

Ogni giorno dalle 13 alle 15 brunch con la presenza di special guest editor
mercoledì 29 maggio: Stefano Tonchi (direttore W magazine)
giovedì 30 maggio: Roberto Zancan (vicedirettore Domus)
venerdì 31 maggio: Linda Yablonsky (contributor Artforum.com, New York Times...)

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