Sposando lo spirito errante e bizzarro del festival Transart, Roman Signer ha proposto la performance Concerto con disturbo, regalando al suo pubblico un momento davvero unico.
Focus della performance il centro del lago che si è “infiammato” con l’esecuzione, da parte del pianista islandese Víkingur Ólafsson, della composizione Vers la Flamme di Alexander Skrjabin. Ad accogliere il pianista però non è stato un normale palcoscenico, ma l’equilibrio fluttuante di una zattera, collocata al centro del lago. Ad entrare nel paesaggio, oltre alle note del piano, i venti alzati e il rumore delle pale di un elicottero, elementi dirompenti e inaspettati, sospesi, come in un gioco magico, nello scenario della natura altoatesina.
Opere di land art, interazioni tra oggetti ed elementi naturali, accese spesso da un’attitudine ironica e dissacrante, tutta racchiusa nello speciale sussulto che intercorre tra un atto e le sue (sconosciute) conseguenze. Quelle di Signer sono sculture che si completano solo quando sono in pieno movimento o si trasformano, installazioni che riescono a interagire pienamente nel contesto in cui si collocano; opere che trovano nel fattore “tempo” e “imprevisto” la loro quarta dimensione.