Il metodo di Enzo Mari

I lavori presentati nelle pagine di Domus nel 1968, evidenziano una delle ricerche più significative del designer, quella che lo ha reso precursore di tutto l'attuale sviluppo del design per l'infanzia.

Pubblicato in origine su Domus 458 / febbraio 1968

Enzo Mari '67

Enzo Mari, designer e ricercatore visivo. Un uomo giovane, che riconduce le sue ricerche operative e i suoi risultati artistici sotto la professione che si riconosce: quella di tecnico. Ecco una parola divenuta ambigua, che indica funzioni sociali molto diverse fra loro; il tecnico è un semplice specialista, un produttore qualificato, un fattore intermedio tra le esigenze della produzione e quelle del consumo così come sono interpretate e manipolate dalla produzione stessa? Per Mari, il possesso di cognizioni che permettano di realizzare le proprie idee con una tecnica adeguata è importante (molti artisti non hanno tali cognizioni o le hanno errate) ma non sufficiente. Essenziale, è inserire la propria attività specialistica in una visione globale delle leggi che la regolano, condizionandola. "L'azione che oggi considero prioritaria .. ", egli dice, " è quella di chiarire il proprio inserimento sociale".

I termini tanto dibattuti della pragmatica e dell'etica del design sono tutti acutamente presenti nell'attività di Mari, che li ricollega ai suoi più larghi interessi sperimentali. I suoi lavori, per quanto numerosi e fortunati, sono costantemente rivolti a una rigorosa esemplificazione di quei termini. Più che prodotti del design, Mari produce design. Fondato e verificato nelle ricerche sul linguaggio visivo, il processo scientifico del suo lavoro si attua nel design in oggetti che puntano decisamente al significato, e non all'effetto; sono privi di neologismi e stimoli violentemente pubblicitari, privi cioè dell'aggressività tipica delle mode da consumare.
In apertura e qui sopra: Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. <em>Il posto dei giochi</em>, disegnato da Enzo Mari per Danese nel 1967
In apertura e qui sopra: Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Il posto dei giochi, disegnato da Enzo Mari per Danese nel 1967
Realizzando il suo primo gioco per bambini - uno zoo puzzle in legno progettato nel '56 – Mari ha precorso tutto l'attuale sviluppo del design per l'infanzia. Non a caso egli si interessa con continuità alla psicologia infantile; la disposizione naturale dei bambini ad accogliere le immagini chiare, le forme elementari, il messaggio non sofisticato che caratterizzano lo stile di Mari, apre un adeguato orizzonte alla sua vocazione di naturalista delle forme industriali.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Enzo Mari, <em>Struttura n. 895</em> (64 lampade, 64 interruttori, un supporto di plexiglas e acciaio, cm 87,5 x 74 x 203), esposta alla mostra <em>Luce e movimento</em> alla Galleria dell'Ariete a Milano
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Enzo Mari, Struttura n. 895 (64 lampade, 64 interruttori, un supporto di plexiglas e acciaio, cm 87,5 x 74 x 203), esposta alla mostra Luce e movimento alla Galleria dell'Ariete a Milano
Inoltre, nei "giochi" egli può scoprire e stabilire nuove regole. Ciò è caratteristico di tutta l'attività di Mari: inventare insieme con gli strumenti anche le loro norme, e vincolare questi strumenti verso un certo tipo di comportamento, prima ancora che di consumo. Il suo lavoro più recente, il posto dei giochi, è il primo environment, d'interno e portatile, per bambini che si conosca; uno spazio più un oggetto destinati a favorire lo sviluppo del loro processo d'individuazione.

Come sempre, Mari comunica attraverso l'oggetto un'indicazione di carattere operativo. Mari propone un metodo. Tutte le sue operazioni e i suoi suggerimenti sono anzitutto realizzati compiutamente nel mezzo individuato secondo un problema specifico, e poi globalmente nel metodo che informa i vari risultati. Intervistato sul significato dei suoi oggetti, Mari ha risposto recentemente: "Spero che sia di volta in volta il significato stesso dell'oggetto". Vediamo dunque d'individuare i vari lavori presentati da Mari in queste pagine.

Calendario
Un oggetto componibile, privo dei santi e del rito rotatorio collegato con la fine dell'anno, quando sostituiamo il calendario vecchio con quello nuovo; questo strumento di misura del tempo,così sottratto alla sua naturale obsolescenza, si presenta come un continuum nella variabilità, in cui è accentuata la funzione segnaletica separata dall'avvicendamento cronologico.
Come sempre, Mari comunica attraverso l'oggetto un'indicazione di carattere operativo
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. <em>Il posto dei giochi</em>, realizzato in cartone cannettato di color naturale, è costituito da un unico grande foglio con diverse fustellature, piegabile a fisarmonica.  Può essere adoperato sia diritto che sotto sopra, sia dalla parte stampata che da quella neutra.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Il posto dei giochi, realizzato in cartone cannettato di color naturale, è costituito da un unico grande foglio con diverse fustellature, piegabile a fisarmonica. Può essere adoperato sia diritto che sotto sopra, sia dalla parte stampata che da quella neutra.
Contenitori
Sul principio del massimo risultato con il minimo sforzo, risolvono problemi tecnici di produzione; hanno funzioni semplici che permettono al designer di dedicarsi al suo interesse preminente:l'atteggiamento metodologico.

Allestimenti
In plastica o cemento, questi pannelli ribaltano completamente il problema della composizione (i due gruppi sono costituiti da unità tutte uguali) in quello della componibilità; creano tanti spazi e locali quante sono le funzioni richieste dal momento.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. <em>Il posto dei giochi</em>, un oggetto destinato a stimolare la capacità dei bambini di organizzare il proprio habitat. Le fustellature e le sovrastampe a colori, pur alludendo ad elementi riconoscibili (la scala, le mura, l'acqua, la cascata, il canneto, il prato, il sole, ecc.) sono tali da consentire al bambino tutte le associazioni e proiezioni possibili.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Il posto dei giochi, un oggetto destinato a stimolare la capacità dei bambini di organizzare il proprio habitat. Le fustellature e le sovrastampe a colori, pur alludendo ad elementi riconoscibili (la scala, le mura, l'acqua, la cascata, il canneto, il prato, il sole, ecc.) sono tali da consentire al bambino tutte le associazioni e proiezioni possibili.
Animali
L'oca, il lupo, l'orso, ecc. sono immagini-tipo; questa è una delle ricerche più significative di Mari, che ha elaborato il loro valore semantico a partiredallo zoo in legno e dal "gioco delle favole" del '65; le immagini ora sono non più a livello di psicologia infantile, ma di psicologia tout court; il racconto è eliminato a favore dell'essenza della forma, secondo un'intenzione didascalica sempre presente in Mari.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. <em>Calendario Perpetuo</em> da tavolo, disegnato da Enzo Mari per Danese, 1967
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Calendario Perpetuo da tavolo, disegnato da Enzo Mari per Danese, 1967
Il posto dei giochi
È un ambiente da comporre liberamente; un castello o una fortezza in cui il bambino sviluppa il proprio estro, avendo a portata di mano tutti gli elementi primari necessari alla sua immaginazione: il sole, l'acqua, la struttura architettonica, l'erba e la cascata; non è solo il primo ambiente ideato per i bambini ma anche un ambiente-tipo; i simboli degli elementi e dello spazio hanno quel grado di astrazione capace di renderli accessibili a tutti e di lasciare insieme libera l'immaginazione.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Enzo Mari, <em>Serie della natura</em>, immagini stampate su un supporto in texilina.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Enzo Mari, Serie della natura, immagini stampate su un supporto in texilina.
Le intenzioni normative della sua ricerca, Mari le ha soprattutto sviluppate nei contenitori di strutture percettive programmate, basate su moduli di comportamento: come nella Specosfera o nel recentissimo Modulo esposto alla Biennale di San Marino 1967. La strutturazione seriale appare fondata su fenomeni naturali ed è elaborata mediante tecniche combinatorie. Contro ogni mitizzazione della tecnica, Mari realizza in queste ricerche sperimentali quell'atteggiamento scientifico che poi applica al design, e che fornisce di volta in volta ai suoi oggetti un carattere di necessarietà.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Le stampe, che possono essere arrotolate, sono mantenute tese da due profilati di alluminio. Tutta la <em>Serie della natura</em> è stata presentata con un testo di Pierre Restany alla Galleria Apollinaire di Milano, nel novembre del 1967
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Le stampe, che possono essere arrotolate, sono mantenute tese da due profilati di alluminio. Tutta la Serie della natura è stata presentata con un testo di Pierre Restany alla Galleria Apollinaire di Milano, nel novembre del 1967
La concezione che Mari ha del design si può dunque riassumere così: una tecnologia più un'ideologia, quella che vede gli oggetti d'uso collettivo liberi da sovrastrutture alienanti. Collegare strettamente tecnologia e ideologia, conduce ad una operazione che nel suo insieme è chiaramente metodologica. Mari non personalizza le forme che crea, non mitizza gli oggetti. Opponendosi all'obsolescenza non tecnica, alle costrizioni del consumo psicologico, Mari intende liberare le cose dal loro semplice valore di merce, e si preoccupa soltanto di ciò che con le cose si può comunicare.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968.
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Allestimento di un ambiente di esposizione con pannelli componibili di cemento; Enzo Mari per Danese, 1967
Dettaglio pagine interne Domus 458 / febbraio 1968. Allestimento di un ambiente di esposizione con pannelli componibili di cemento; Enzo Mari per Danese, 1967

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