Studenti che costruiscono prototipi funzionanti e "smanettoni" che monitorizzano l'umidità della propria casa sono ormai all'ordine del giorno, e tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l'avvento di questo microprocessore e della relativa comunità di supporto. È infatti possibile trovare ogni tipo di materiale online, da video tutorial a pezzi di codici già esistenti e disegni tecnici per circuiti stampati. Arduino però non desta interesse solo da un punto di vista di fruizione ma anche da uno legale e produttivo. Per quanto riguarda il primo, bisogna ricordare che il progetto nacque come un'iniziativa open source, sia per il software che per l'hardware. Il team ideatore decise di proteggerne solo il marchio e di coprirne la documentazione con creative common licences, permettendo alle comunità di designer, maker, artisti e curiosi di costruire nuova conoscenza su questa base.
Da un punto di vista produttivo la piattaforma offre un eccellente esempio del potenziale distrettuale e industriale italiano, ragione per la quale abbiamo deciso di visitarne le unità produttive. L'intera produzione (fatta eccezione per alcuni componenti che vengono acquistati) avviene a Strambino (Ivrea) e dintorni, tramite un tessuto industriale basato su PMI (Piccole Medie Imprese) tipico dei distretti industriali italiani e del Made in Italy stesso.


Dopo una breve introduzione ci conducono alla System Elettronica, a pochi chilometri di distanza, dove vengono stampati i circuiti. Ad accoglierci è Ludovico Apruzzese, orgoglioso proprietario dell'azienda, il quale ci scorta in un tour completo. L'azienda è piccola ma ben organizzata e tutte le macchine sono esclusivamente Made in Italy, così come i prodotti qui processati e gli interni dipinti col tricolore. Apruzzese ci tiene a sottolineare l'importanza che il design ha avuto nel successo di Arduino. Per la prima volta un microprocessore è diventato un prodotto a sè, invece di esser concepito come un qualcosa da nascondere in un guscio. La scelta di colore, il design, la grafica e il packaging curati dallo Studio Todo di Torino hanno contribuito a crearne un'icona e un prodotto altamente riconoscibile.
Sorge spontaneo il pensiero che se Olivetti non fosse stata lì in passato, forse oggi Arduino non esisterebbe




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