Pro.tetto

Al momento in fase di prototipazione, il rifugio gonfiabile autoportante per l'emergenza freddo, pensato da Andrea Paroli come tesi di laurea in design del prodotto, ha grandi potenzialità.

Pro.tetto Andrea Paroli


Questo articolo è stato pubblicato su Domus 970, giugno 2013

 

Nel mondo del design di prodotto, i termini sostenibile e sociale sono tra quelli più gettonati dell’ultimo decennio. Lo sono probabilmente perché entrambi vengono considerati degli amplificatori delle qualità degli oggetti che vanno a connotare, in quanto garanti di un lavoro virtuoso svolto per costruire un futuro migliore: sono ritenuti attivatori di processi progettuali in grado di contribuire al benessere di una comunità, o addirittura di un Paese. Purtroppo, però, spesso se ne abusa. Così, l’etichetta di design sostenibile viene appiccicata frettolosamente a progetti di riuso e riciclo, spesso senza approfondire criteri e percentuali di eventuali risparmi nell'uso di materiali o energia, mentre di progetti per il sociale sviluppati secondo i canoni del design industriale ce ne sono davvero pochi, al di fuori degli ambiti scolastici o di quelli di matrice artigianale.

Pro. tetto Andrea Paroli
Pro.tetto il rifugio gonfiabile autoportante in fase di prototipazione progettato da Andrea Paroli
Il progetto per un riparo di emergenza sviluppato da Andrea Paroli come tesi di laurea in design del prodotto (anno accademico 2011-2012) conferma solo in parte questi assunti—nasce tra i banchi di scuola—perché è al momento sulla strada giusta per diventare un prodotto concreto: ha infatti trovato un imprenditore che ne sta sviluppando un prototipo, mentre il Comune di Milano si è dichiarato interessato a testarlo. Milano è in effetti la città più soggetta, e per più tempo, al problema del freddo, ed è anche considerata la capitale italiana dell’homelessness con i suoi 13.155 senza dimora (censimento del 2011), di cui 500-600 dormono nelle strade del centro, 1.152 nei dormitori comunali, privati e nei centri di accoglienza, 3.300 in baraccopoli, aree dismesse e campi nomadi.
Pro. tetto di Andrea Paroli
Pro.tetto, materiali in dotazione per il rifugio gonfiabile autoportante progettato da Andrea Paroli, costituiti da una pompa di gonfiaggio, un materassino isolante e una sacca
Oltre che per gli aspetti meramente progettuali, è studiato tenendo conto delle implicazioni sociali e sul territorio, un fattore importante per condurre a una qualche realizzazione concreta. La base di partenza per lo sviluppo di Pro.tetto è stata la fascinazione per la modalità di vita dei clochard, che ha fornito gli spunti per possibili progetti: abitazioni portatili, servizi per l’igiene personale, abitazioni smontabili per chi si trova da un giorno all’altro senza casa. Si trattava però di idee troppo ‘strutturate’, paradossalmente, che sarebbero state difficilmente accettate dalle amministrazioni comunali o dalla popolazione, ma anche da quei senzatetto che preferiscono una vita da strada che non abbia il minimo vincolo.
Pro. tetto di Andrea Paroli
Pro.tetto, materiali in dotazione per il rifugio gonfiabile autoportante progettato da Andrea Paroli
Meglio allora lavorare per combattere il rigore dell’inverno che si fa sentire soprattutto nei Comuni del nord Italia—dal 15 novembre al 31 marzo—, e che tra l’altro si pone in linea con la richiesta da parte dell’Unione Europea di attuare piani di emergenza freddo, con l’obiettivo di eliminare entro il 2015 il fenomeno dell’homelessness anche grazie alla reintroduzione sociale delle persone che vivono in una situazione di grave emarginazione. La conferma che si stesse puntando su un obiettivo corretto è venuta dalla constatazione che i grandi Comuni italiani e le Associazioni di volontariato non hanno kit di emergenza per il grande freddo: distribuiscono sacchi a pelo, coperte di lana, giacconi, scarpe ed abiti, che però non isolano completamente da freddo, aria e umidità, oltre a essere voluminosi e antieconomici (basta pensare che un sacco a pelo costa 35 euro al Comune di Milano).
Pro.tetto di Andrea Paroli
Pro.tetto, dettaglio del sistema di gonfiaggio del rifugio autoportante progettato da Andrea Paroli
Pro.tetto è pensato a integrazione di queste dotazioni standard. È innanzitutto un rifugio gonfiabile autoportante poco ingombrante e usa e getta (ha una durata di circa tre notti) che non può essere trasformato in un’abitazione permanente (anche per motivi igienico sanitari). L’intercapedine d’aria che si forma una volta gonfiato isola il tetto ed evita la formazione di umidità all’interno. Anche la forma è stata individuata per soddisfare questa esigenza primaria, oltre che per potersi adattare a quegli spazi ridotti e riparati solitamente scelti dai senzatetto e che si trovano negli interstizi delle città. È perfettamente simmetrico, così che l’utilizzo risulta intuitivo; l’ingresso è frontale ed è possibile su entrambi i lati, mentre le porte sono ermetiche al passaggio dell’aria.
Pro.tetto di Andrea Paroli
Pro.tetto, il rifugio gonfiabile autoportante in fase di prototipazione progettato da Andrea Paroli
È costituito da tre camere d’aria attraverso la termosaldatura di un film in PET metallizzato oro e argento, un materiale già utilizzato per le coperte isotermiche d’emergenza che permette di mantenere il calore corporeo tenendo il lato d’argento rivolto all’interno—mentre con l’argentatura verso l’esterno riflette il calore ambientale dando una sensazione di freschezza. La scelta dell’oro per l’esterno consente ai volontari di individuare più facilmente chi dorme all’aperto, ma ricorda anche ai passanti distratti di considerare queste persone come abitanti della città. Altra caratteristica importante è il prezzo di produzione— questo materiale costa 3 euro al kilo— e il peso—16 grammi per metro quadrato.
Pro. tetto di Andrea Paroli
Pro.tetto, il rifugio gonfiabile autoportante in fase di prototipazione progettato da Andrea Paroli
Ma Pro.tetto non è solo un rifugio gonfiabile: prevede una pompa di gonfiaggio, un materassino isolante e una sacca: il peso complessivo è di 270 grammi, mentre il volume occupato a struttura chiusa è pari a quello di una T-shirt piegata. Paroli ha pensato anche alle logiche della messa a disposizione del kit, che dovrebbe avvenire a inizio anno, ma senza il riparo gonfiabile, che andrebbe fornito solo nelle occasioni di emergenza freddo. Chiaramente il potenziale del progetto è grande, perché Pro.tetto può essere usato in tutte le situazioni di emergenza: in caso di terremoti e di altri fenomeni naturali, in ambito sportivo, al posto della tenda per pernottamenti brevi, in occasione di grandi eventi o raduni nazionali. C’è da sperare che queste potenzialità vengano colte presto, così da far succedere alla fase di test messa in atto dal designer—nel giardino di casa, vestito con un solo maglione di lana ed esposto a una temperatura di – 3°—quella su un’intera città, magari nell’inverno di quest’anno.

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