Rifugio alpino a Skuta

OFIS architects e AKT II con tredici studenti hanno affrontato la sfida della progettazione di un rifugio innovativo ma pratico per soddisfare le esigenze del clima alpino estremo, indagando anche l’aspetto simbolico del bivacco.

OFIS architects and AKT II, Alpine Shelter on Skuta Mountain, Slovenia
Il progetto per il rifugio alpino Skuta nasce da un laboratorio di progettazione architettonica presso la Harvard Graduate School of Design diretto da Rok Oman e Spela Videcnik di OFIS.
Nell’autunno 2014 un gruppo di tredici studenti ha affrontato le sfide della progettazione di un rifugio innovativo ma pratico per soddisfare le esigenze del clima alpino. Ispirandosi all’architettura vernacolare della Slovenia, con il suo patrimonio architettonico ricco e diversificato, gli studenti hanno prodotto dodici proposte che soddisfavano le varie condizioni del sito, considerazioni materiali e programmi funzionali che sono stati catalogati.
OFIS architects and AKT II, Alpine Shelter on Skuta Mountain, Slovenia
OFIS architects e AKT II, Rifugio Alpino, Skuta, Slovenia. In apertura e sopra: Photo © Andrej Gregoric

Le condizioni climatiche estreme rappresentano una sfida per architetti, ingegneri e designer. In un contesto di estremo pericolo per le forze ambientali, è importante progettare edifici in grado di resistere a eventi meteorologici intensi, radicali cambiamenti di temperatura e terreni accidentati.

Rispondere alle condizioni ambientali non è solo una misura di protezione, ma si traduce anche in una questione di sicurezza vitale. Le dure condizioni di vento, neve, frane, terreno e clima richiedono specifiche forme architettoniche.

OFIS architects and AKT II, Alpine Shelter on Skuta Mountain, Slovenia. Photo © Andrej Gregoric
OFIS architects e AKT II, Rifugio Alpino, Skuta, Slovenia. Photo © Andrej Gregoric
Il bivacco è un oggetto che rappresenta una necessità umana fondamentale, un rifugio. La forma esterna e i materiali sono stati scelti per rispondere alle condizioni estreme della montagna e per valorizzare la vista panoramica. La sua posizione richiede rispetto per le risorse naturali, quindi deve posarsi sul terrenno in maniera leggera ma anche solida. Inoltre, il guscio esterno doveva essere realizzato con un materiale molto resistente e, in collaborazione con Rieder, sono stati sviluppati elementi in sottile fibra di vetro öko e calcestruzzo, in grado di soddisfare tutte le esigenze di estetica, qualità del materiale e resistenza in condizioni estreme. Il design degli interni è sobrio,  totalmente subordinato alla funzione del rifugio di fornire un alloggio per un massimo di otto alpinisti.

Composto da elementi costruttivi, materiali, strutture e forme tradizionali dell’architettura alpina, il progetto selezionato per la realizzazione è stato sviluppato dagli studenti Frederick Kim, Katie MacDonald e Erin Pellegrino. Dopo la conclusione del semestre accademico, OFIS architects e gli ingegneri strutturali di AKT II hanno sviluppare e adattato il modulo al sito, rispondendo a ulteriori input forniti dagli alpinisti Anze Cokl, Milan Sorc e altri ingegneri.

Il progetto è costituito da tre moduli, in parte per consentire il trasporto e in parte per dividere lo spazio a seconda delle funzioni. Il primo è dedicato all’ingresso, allo stoccaggio e a un piccolo spazio per la preparazione del cibo. Il secondo offre spazio per dormire e socializzare, mentre il terzo offre una zona cuccette. Finestre su entrambi i lati offrono una splendida vista panoramica sulla valle e sulla montagna Skuta.

OFIS architects and AKT II, Alpine Shelter on Skuta Mountain, Slovenia. Photo © Janez Martincic
OFIS architects e AKT II, Rifugio Alpino, Skuta, Slovenia. Photo © Janez Martincic

A causa della natura del processo di installazione, il rifugio è stato progettato come una serie di moduli in modo che potesse trasportato in parti. L’intero prototipo è stato costruito fuori sede. I moduli sono stati progettati come una serie di telai robusti, successivamente uniti in loco in maniera gestibile con fondamenta poco invasive. Al fine di impattare il meno possibile sull’ambiente, i moduli sono fissati su connessioni posizionate strategicamente, che fungono anche da base.

Anche se la scala del bivacco è piccola, il progetto ha richiesto un grande sforzo di pianificazione e la partecipazione di oltre sessanta persone, per lo più volontari e sponsor, finalizzati a mantenere la memoria, lo spirito e la cultura della montagna come un luogo speciale per gli sloveni. La speranza è che il bivacco servirà da rifugio per tutti gli alpinisti che ne hanno bisogno, e che, con la loro cura e attenzione, continuerà a farlo per molti anni.


Rifugio Alpino, Skuta, Slovenia
Tipologia: rifugio
Architetti: OFIS architects (Rok Oman, Spela Videcnik)
Team di studenti Harvard GSD: Frederick Kim, Katie MacDonald, Erin Pellegrino
Team di progettazione OFIS: Andrej Gregoric, Janez Martincic, Maria Della Mea, Vincenzo Roma, Andrea Capretti, Jade Manbodh, Sam Eadington
Ingegneria strutturale: AKT II (Hanif Kara, Edward Wilkes)
Ingegneri strutturali locali: Projecta, Milan Sorc
Ingegneria e consulenza: Freeapproved, Anze Cokl
Realizzazione e coordinamento del cantiere: PD Ljubljana Matica (Matevz Jerman, Davor Rozman)
Facciata – öko skin: Rieder Smart Elements (Wolfgang Rieder, Matthias Kleibel)
Vetri: Guardian (Domen Komac)
Impresa: Permiz d.o.o. (Bostjan Perme)
Completamento: 2015

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