Takeyama. Superurban #2

Seconda puntata della conversazione con Minoru Takeyama a proposito dei cambiamenti del regolamento edilizio dagli anni '70 ad oggi in Giappone.

[continua dalla prima puntata]

Domus: Questi ragazzi aspettano donne per prostituirsi? Guarda qua: un club che si chiama ak47!

Yasutaka Yoshimura: Non si tratta di prostituzione. Le clienti vogliono bere qualcosa in compagnia di bei ragazzi, vengono qui a bere con dei professionisti. Gli uomini lavorano e le donne si divertono. Sono dei club molto piccoli. Questo è un club per signore, e ci sono un sacco di ragazzi. Non si prostituiscono, si limitano a bere e chiacchierare. In Giappone ci sono due livelli d'intimità. Un livello riguarda quello che succede dopo il lavoro. È come se la tua vera famiglia non fosse fatta da tua moglie e i tuoi figli, ma dai tuoi colleghi: quindi esci con i tuoi colleghi, bevi in loro compagnia, ti diverti assieme ad altre donne, ma senza oltrepassare una certa soglia. Questi club sono fatti per incontri di questo tipo. Non ci si va da soli per cercare un'altra persona, ci si va con gli amici per divertirsi con loro e le loro signore. Le donne vengono qui per bere con gli uomini. Ci piace la comunicazione e paghiamo per comunicare. Anche le donne spendono per questo.

Yoshiharu Tsukamoto: Che cosa si potrebbe dire delle scale che compaiono ai lati dell'edificio?

Yasutaka Yoshimura: Questo tipo di edifici deve attenersi a norme piuttosto rigide per quel che concerne le scale di sicurezza, che devono avere una larghezza di 60 centimetri per ogni 100 metri quadrati di superficie. Per questo, se un edificio ha 1.000 metri quadrati per piano c'è bisogno di una larghezza di 6 metri. Quindi, come nei grandi magazzini, abbiamo molte scale, a formare quasi tutta la facciata dell'edificio.

<i>Niban-kan</i>: a sinistra un interno fotografato oggi, a destra una foto degli stessi spazi tratti da una pubblicazione degli anni '70 custodita negli archivi Domus
Niban-kan: a sinistra un interno fotografato oggi, a destra una foto degli stessi spazi tratti da una pubblicazione degli anni '70 custodita negli archivi Domus
Minoru Takeyama: Nell'Ichiban-kan la scala è unica, ma conta per due, perché è spezzata dal pianerottolo e le due ali vanno in direzioni opposte... una soluzione un po' furbetta. Negli anni Settanta Kiyonori Kikutake fece un grande magazzino collocando le scale di modo che spuntassero dalla facciata.

Yasutaka Yoshimura: Il regolamento edilizio è molto cambiato dagli anni Settanta. Una delle cose peggiori è che cambia in continuazione, più velocemente di quanto non facciano gli edifici.
<i>Ichiban-kan</i>, la rampa di scale interna
Ichiban-kan, la rampa di scale interna
Domus: Di fronte all'Ichiban-kan ci sono molti parcheggi…

Yasutaka Yoshimura: Durante la bolla speculativa molti proprietari d'immobili hanno tentato in tutti i modi di mettere le mani su questo terreno per costruire edifici più grandi, ma non ci sono riusciti. Ora stanno costruendo solo parcheggi, per questo ce ne sono così tanti. Quando faccio visita alle costruzioni di Takeyama ho sempre la particolare sensazione di trovarmi in uno spazio pubblico. È una cosa singolare. Gli spazi commerciali oggi sono come gli spazi pubblici, molta gente s'incontra negli edifici commerciali anche se questi non contengono veri e propri spazi pubblici.
Durante la bolla speculativa molti proprietari d'immobili hanno tentato in tutti i modi di mettere le mani su questo terreno per costruire edifici più grandi, ma non ci sono riusciti. Ora stanno costruendo solo parcheggi, per questo ce ne sono così tanti.
In alto: fumetto tratto dagli archivi Domus. Sopra: Interno dell'<i>Ichiban-kan</i>
In alto: fumetto tratto dagli archivi Domus. Sopra: Interno dell'Ichiban-kan
Minoru Takeyama: Non ci ho mai pensato, ma per me non esiste una rigida, chiara distinzione tra privato e pubblico. Lo stesso spazio può significare molte cose diverse per persone differenti. In ogni caso, per esempio, la presenza di una stazione è un fattore da tenere in considerazione. Nella maggior parte delle grandi città giapponesi, la stazione è un fulcro, rappresenta il punto di partenza di tutto. Tutti i grandi centri commerciali si trovano nei pressi delle stazioni, perciò il modo in cui si organizza il flusso di persone tra edificio e stazione è molto rilevante. [continua con la terza puntata]
<i>Niban-kan</i>: a sinistra un interno fotografato oggi con l'attuale pavimentazione a scacchiera, a destra, un'immagine dello stesso spazio con la pavimentazione originale, tratta da una pubblicazione giapponese degli anni '70 custodita negli Archivi Domus
Niban-kan: a sinistra un interno fotografato oggi con l'attuale pavimentazione a scacchiera, a destra, un'immagine dello stesso spazio con la pavimentazione originale, tratta da una pubblicazione giapponese degli anni '70 custodita negli Archivi Domus
<i>Niban-kan</i>: a sinistra, un interno con vasca da bagno rotonda fotografato oggi, a destra, un'immagine dello stesso spazio tratto da una pubblicazione giapponese degli anni '70 conservata negli Archivi Domus
Niban-kan: a sinistra, un interno con vasca da bagno rotonda fotografato oggi, a destra, un'immagine dello stesso spazio tratto da una pubblicazione giapponese degli anni '70 conservata negli Archivi Domus

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