Il progetto è geniale, disarmante per la semplicità: una composizione sapiente di materiali e moduli elementari, genera ambienti, scorci e spazi dove gli effetti speciali avvengono a 'detonazione programmata'. Lo Skyroom non si coglie in un solo sguardo. I materiali puramente tattili sono due: lamiera metallica e legno; i materiali sensoriali come l'odore del legno, la luce, il vento, il tepore (o il freddo!), il silenzio, l'irradiazione e la notte, sono invece tanti, diversi, variabili. Il tavolato in legno attutisce i passi ed è immediata l'idea rassicurante di 'casa', ancora più forte per un luogo che domestico non è. Le pareti filtrano e proteggono, accolgono e invitano a indugiare, allo 'stare'. Attraverso la maglia metallica passano paesaggi urbani 'optical-onirici' dall'effetto ipnotico. Resteresti lì a guardare come cambia –perché è certo che cambia - al variare delle ore.
La struttura si stacca da terra (di circa 30 cm) e dai bordi del tetto dell'edificio (di circa 1m), grazie ad un sistema di travi e telai in acciaio che agganciano la base ai parapetti del terrazzo esistente. Si creano così dei corridoi esterni che nascono come percorsi di sicurezza e manutenzione, ma offrono ulteriori punti di osservazione, sul padiglione come sulla città.
Grazie alle viste dall'esterno si scopre uno degli accorgimenti più saggi del progetto: l'uso della maglia metallica in color rame per il rivestimento esterno; un doveroso e brillante abbinamento creativo, alla facciata in mattoncini rossi della Magdalein House, alla quale la Skyroom riconosce assoluta prevalenza gerarchica. Il rivestimento interno invece è in maglia argento alluminio: le pareti catturano la luce e la riflettono smaterializzandosi.
Un balcone aggettante sul fronte principale, costituisce l'elemento distintivo dalla strada: proiettato nel vuoto offre una vista privilegiata su Tooley Street e verso il More London.
E se piove? C'è il tetto 'salvagente': una copertura ad insufflaggio d'aria che copre tutto come una nuvola bianca. La tensione ad aria garantisce rigidità e tenuta con un effetto di magica leggerezza. Skyroom che respira.
Skyroom è un progetto di David Kohn Architects, vincitore del premio "Young Architect of the Year Award 2009", promosso e coordinato dalla The Architecture Foundation (Director Sarah Ichioka), commissionato da Roger Zogolovitch, di Lake Estates. È un mix di spazi aperti e coperti –attrezzato di servizi e locali accessori- dedicati a performances, meetings, esposizioni e conferenze, con una capienza di circa 60 persone.
Skyroom 'apre' al cielo fino a dicembre 2010.







Per una nuova ecologia dell’abitare
L’eredità di Ada Bursi si trasforma in un progetto d’esame del biennio specialistico in Interior Design allo IED di Torino, in un racconto sull’abitare contemporaneo, tra ecologia, flessibilità spaziale e sensibilità sociale.