Questa edizione dal tema “Play” ha aperto le sue giornate negli spazi dell’auditorium Harpa, il più grande per capienza della Scandinavia, costruito dagli architetti danesi Henning Larsen Architects in collaborazione con l’artista Olafur Eliasson, dall’affaccio mozzafiato sulle acque che bagnano la capitale.
Dall’aspetto austero e cinerino, in linea con lo stereotipo delle atmosfere del luogo e avvolta da una luce che non si può davvero avere altrove, i diamanti violacei che punteggiano la facciata hanno accolto la folla venuta ad ascoltare i relatori dal profilo internazionale della prima giornata di talk.
In questo contesto di grafica interattiva, composto di verità virtuali e universi alternativi, brilla la testimonianza di Nils Winberg (interaction designer per Gagarin) che ha ragionato su visual artificiali ma più che verosimili. La realtà è univoca? Ognuno ha la propria opinione dato che non appena ci muoviamo siamo noi stessi a creare la nostra. Si parla di mondi immaginari e creatività sintetica grazie all’utilizzo di tecnologie sofisticate e allo sviluppo di macchine androidi fino alla presentazione di un video sulla pedofilia sostenuto dalle Nazioni Unite, in cui si racconta il metodo utilizzato con successo per identificare oltre 1.000 pedofili nel mondo che sfruttavano la prostituzione minorile nelle Filippine, seduti davanti allo schermo di un computer – senza comprare un biglietto d’aereo. Quindi incontrollabile e accessibile.
La protagonista del video si chiama SWEETIE ed è una bambina-robot: è stata realizzata al digitalmente per salvare bambini in carne e ossa.
Gli altri designer utilizzano elementi “riciclati da altri progetti o rimasti in studio per qualche ragione”: Hugdetta presenta un paralume in alluminio e osso di pesce dall’opacità lunare e il decoro quasi tribale mentre Aalto Aalto usa linee pulite per assemblare tutti e tre questi materiali, il metallo, l’alluminio e il legno. In una terra come questa non poteva mancare un progetto ispirato al vulcano che si esprime in una deliziosa collezione di vetri dai colori saturi: il collettivo multidisciplinare IIIF (Agla Stefànsdòttir, Sigrùn Halla Unnarsdòttir e Thibaut Allgayer) con base tra Reykjavík e Copenaghen, firma la collaborazione prodotta da CIAV in Meisenthal, la manifattura francese di vetro soffiato. Per finire questa panoramica è necessario citare anche la visita a Icelandic Museum of Design and Applied Arts di Gardabaer dove nella mostra East: Designs from Nowhere c’è un progetto anche del britannico Max Lamb.
Le attenzioni della comunità internazionale del design per questo piccolo festival pieno di energia sono giustamente in grande crescita.