Sweet and Salt è un libro sull'evoluzione del rapporto degli olandesi con l'acqua, l'elemento onnipresente che determina il paesaggio d'Olanda, costituendo una minaccia e una risorsa vitale per l'industria, per la sopravvivenza quotidiana e per l'ispirazione estetica. Il volume è suddiviso in capitoli dedicati alternativamente all'idraulica, di Tracy Metz, e alla storia dell'arte, di Maartje van den Heuvel: una coppia che funziona bene e mette in rilievo la natura polivalente dell'acqua nella società olandese.
"Dio ha creato la Terra, ma gli olandesi hanno creato l'Olanda", recita un proverbio che sintetizza la storia olandese sotto il segno del destino geografico: più di metà del Paese si trova sotto i livello del mare e vaste porzioni del suo territorio abitato o coltivato sono state tratte o sottratte dall'acqua nel corso di parecchi secoli. Dei 41.500 chilometri quadrati che costituiscono l'Olanda (meno del doppio della Campania) quasi il 20 per cento è acqua e le inondazioni sono una minaccia continua a causa delle tempeste del Mare del Nord e delle piene dei grandi fiumi europei che sfociano sulla costa olandese. Di conseguenza la competenza e l'innovazione olandesi in campo idraulico si sono saldamente sviluppate nel tempo e si concretizzano oggi in vasti e raffinati sistemi di gestione delle acque e di protezione che vanno dalle dighe ai canali scolmatori, alle chiuse, a barriere idrauliche di proporzioni titaniche.
Questa sudata competenza nel progettare e costruire barriere come priorità nazionale, soprattutto dopo Watersnoodramp, la tragica alluvione del Mare del Nord del 1953 che causò oltre 2.500 morti e impose una serie di grandiosi progetti a livello nazionale destinati a erigere difese idrauliche, il cui culmine sono le "opere del delta". Questo sistema di difesa è progettato per proteggere gli estuari del Reno, della Mosa e della Schelda, e viene considerato dall'American Society of Civil Engineers una delle sette meraviglie del mondo moderno.
Sweet & Salt inoltre dimostra come cambia il rapporto degli olandesi con l'acqua, come stiano iniziando a riflettere sulla domanda "Come si può lavorare in sinergia con l'acqua invece che contro di essa?". Ne è esempio significativo lo zandmotor (il "motore a sabbia"), strategia che consiste nell'accumulare una grande massa di sabbia in una posizione tale che il flusso dell'acqua la depositi naturalmente lungo la costa. Questa impostazione è notevolmente più rapida e meno costosa dei convenzionali lavori per creare depositi di sabbia lungo la costa. Nel quadro di quello che potrebbe essere il segnale di un nuovo interesse nel collaborare con i sistemi naturali invece che nel controllarli si colloca anche l'uso degli alberi per rafforzare la protezione dalle acque: su una nuova diga, all'estremità settentrionale del Noordwaard, è stata piantata una fascia di salici larga 80 metri per smorzare la forza delle onde quando il livello dell'acqua cresce. Secondo Ralph Gaastra, dirigente locale della protezione dell'ambiente citato nel libro, "mai prima d'ora il salice era stato riconosciuto come elemento di un dispositivo fondamentale di protezione dalle acque. Per l'Olanda è una prima mondiale!".
Oggi l'Olanda non ha rivali nell'intelligenza idraulica. In effetti l'esperienza olandese nella difesa contro le alluvioni e nella conoscenza dell'ingegneria civile è diventata celebre come uno dei più preziosi prodotti d'esportazione del paese