Secondo Michael Maltzan Los Angeles ha raggiunto un momento cruciale del suo sviluppo. In No More Play: Conversations on Urban Speculation in Los Angeles and Beyond afferma che la città, che ha sempre cercato di espandersi, ha raggiunto i suoi confini geografici, e deve ora rivolgersi al proprio interno per fare i conti con se stessa, diventando più densa e interconnessa. Questa densità crescente induce Maltzan a ritenere che a Los Angeles siano in via di formazione nuove situazioni urbane che non si accordano con la storia della regione e suggeriscono nuovi modelli del funzionamento della città. Per analizzare questa situazione Maltzan ha riunito un gruppo di collaboratori, che spazia dagli artisti visivi agli architetti, ai teorici, di cui fanno parte Matthew Coolidge, Geoff Manaugh, Mirko Zardini, Edward Soja, James Flanigan, Charles Jencks e Qingyun Ma, incaricandoli di spiegare Los Angeles nei suoi specifici termini e di illustrarla come un unico ambiente urbano: una città che si chiede come andare avanti dopo che il suo personale, dichiarato destino si è compiuto.
Tutti gli interventi concordano sul fatto che le sfide cui Los Angeles si trova di fronte sono senza precedenti. La maggior parte delle aree metropolitane si forma intorno alla predilezione utopistica per l'intensità dinamica, in cui il brivido della prossimità di massa porta all'attenzione per lo spazio interno collettivo identificata da Rem Koolhaas nel suo manifesto retroattivo Delirious New York. La maggior parte delle enclave suburbane è una reazione rassicurante, di pianificata suddivisione amministrativa, a questa situazione, che evita questo genere di intensità sulla scia dell'ideale della città giardino di Ebenezer Howard. Ma Los Angeles no. No More Play rappresenta un'altra West Coast in cui la privacy suburbana e l'isolamento collettivo sono costantemente contrapposte in un paesaggio slegato, privo di qualunque visibile quadro strutturale. La città, al contrario, si organizza intorno a bolle regionali implicite che subiscono continui mutamenti di destinazione in contesti destrutturati, senza consentire distanze garantite e senza promesse di lieto fine.
La città si organizza intorno a bolle regionali implicite che subiscono continui mutamenti di destinazione in contesti destrutturati, senza consentire distanze garantite e senza promesse di lieto fine