Belvedere

In Belvedere Catherine Hyland esamina il concetto di bellezza nella concezione contemporanea di paesaggio, in particolare di quello incorporato in quei luoghi appositamente costruiti per lo svago.

Catherine Hyland, Belvedere
Belvedere è un progetto in corso con cui Catherine Hyland cerca di attirare l’attenzione sui concetti storici e culturali del paesaggio profondamente radicati nello sviluppo dei luoghi di svago.
Partendo dal presupposto che gli ambienti costruiti sono diventati alcuni degli strumenti più elaborati del mondo moderno per atturare e capitalizzare lo sguardo del turista, Belvedere documenta una piccola parte di questi paesaggi, l’infrastruttura che li circonda e le persone che lavorano al loro interno.
Catherine Hyland, Belvedere
Catherine Hyland, Belvedere

Il viaggio è spesso concepito non solo come un momento di relax, ma anche come occasione per cercare nuove esperienze formative. Che si tratti di visitare siti di importanza storica o di splendore naturale – la Torre Eiffel, il Grand Canyon, la costa del Devon o il Santuario di Itsukushima – ognuno si avvicina con una maggiore consapevolezza del suo significato come luogo di bellezza e di grandezza.

Il termine stesso Belvedere è stato utilizzato fin dal Rinascimento per caratterizzare un punto di vista architettonico privilegiato o addirittura, in particolare nel periodo barocco, un intero edificio o un palazzo miniatura che incorpora una visione particolare sul contesto. Belvedere esamina il concetto di bellezza nella concezione contemporanea di paesaggio, in particolare di quello incorporato in quei luoghi appositamente costruiti per lo svago. La cosa più affascinante è il passaggio da quei luoghi considerati “belli” oggi, che attirano migliaia di turisti ogni giorno, e quelli intesi come incarnazione dello splendore nell’Europa del XVIII e XIX secolo.

Catherine Hyland, Belvedere
Catherine Hyland, Belvedere

È forse sorprendente che il movimento Romantico di quel periodo abbia spesso trovato la bellezza in paesaggi che attestano chiaramente l’opera dell’uomo, con l’agricoltura, le strade e l’architettura che coesistono nello stesso quadro di riferimento come i tropi familiari della natura: montagne, laghi e foreste.

Influenzato da questa comprensione del paesaggio come prodotto principalemnte culturale, e solo secondariamente come un fenomeno naturale, queste fotografie di grande formato adottano un punto di vista coerente che permette una prospettiva allargata in cui si evidenzia la scala inconcepibile degli ambienti artificiali e il loro complesso intreccio con il mondo naturale, mentre le persone rappresentate servono come dispositivo visivo che fornisce un punto di ingresso nel panorama contemporaneo del tempo libero. In effetti, molti dei punti di vista scelti offrono una vista su paesaggi che non possono essere considerati classicamente come belli; ambienti costruiti artificialmente per creare forme ibride di natura sociale a scopo di svago, o rinomati monumenti storici riprodotti in nuovi contesti per capitalizzare i desideri turistici.

 

Catherine Hyland è una fotografa di paesaggio con sede a Londra, il suo lavoro si concentra sui concetti storico-culturali del paesaggio profondamente radicati nello sviluppo dei luoghi per il tempo libero.

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