Parole dettate da passione e nobiltà, ma anche da vanità, rabbia, ipocrisia, convenienza. Un concentrato di ciò che è umano, in un momento istituzionale, quello del Consiglio, in cui si decidono le sorti di importanti aspetti che riguardano direttamente la vita quotidiana di tutti i cittadini. Queste aule, nel momento in cui non sono soggette alla pressione di voci e parole sembrano tirare un sospiro di sollievo.
Liberate dall’evento possono svuotarsi della loro funzione, in silenzio e con calma, smettendo di essere solo strumenti e recuperando la propria identità di oggetti. Ciò nonostante, in questa condizione è come se in ognuna delle sale rimanesse l’eco di tutte le parole che negli anni le hanno abitate. È come se tutte quelle voci non se ne andassero mai.
Luca Sironi (Milano, 1973) si interessa alla connessione tra luoghi e memoria, in particolare in relazione ai ricordi che le immagini possono nascondere. Alla ricerca di un diverso punto di vista su elementi che di solito sono considerati insignificanti o non fotograficamente rilevanti. Lavora anche come regista e insegna Teoria e Tecnica del Linguaggio Cinematografico e Storia del Cinema per organi istituzionali e organizzazioni culturali.