L’elemento di novità portato da Lewis è un approccio quasi opposto, che le interpreta come strutture aliene nel paesaggio di tutti i giorni: mentre il lavoro dei Becher può essere visto come uno studio freddo e tradizionale delle qualità architettoniche dei serbatoi idrici, Lewis ha adottato un approccio puramente estetico per catturare le strutture in un aspetto quasi ultraterreno.
Catturando l’estetica peculiare delle cisterne e celebrando queste anomalie architettoniche spesso ignorate e considerate come macchie sul paesaggio del Regno Unito, Lewis porta loro nuova vita nel mondo del misterioso e del sublime, mettendo in evidenza il design un po’ fantascientifico di queste strutture colossali.
Nato nelle valli del Galles meridionale Richard Lloyd Lewis lavora dal 1996 per l’editoria, l’industria pubblicitaria e musicale.
Dopo essere cresciuto nel mondo commerciale la sua passione si è rivolta verso documentari e progetti architettonici che indagano i soggetti che si nascondono o sono lontani dallo sguardo del pubblico. Il suo recente progetto code name: burlington – nella collezione permanente dell’Imperial War Museum di Londra – lo ha portato ad avere accesso privilegiato alla città segreta sotterranea che avrebbe ospitato il governo e la famiglia reale durante la guerra fredda.
Lewis è un membro del network di ricerca creativa Land2 (Land Squared) ed espone con il gruppo di artisti Transistor.