Belarus Watergate

Con il resoconto fotografico di un viaggio da Danzica a Istanbul, Nico K. Tucci ha documentato la situazione attuale della via fluviale che collega il Mar Baltico al Mar Nero, concentrandosi in particolare sulla realtà bielorussa.

Il progetto fotografico Belarus Watergate nasce dal progetto di tesi Islands into the stream di tre studenti del Politecnico di Milano (Edoardo Giancola, Viola Gurioli e Ilaria Rondina) coordinati dal professor Oliviero Godi. Il progetto riguardava la riqualificazione del collegamento fluviale tra il Mar Baltico e il Mar Nero e una conseguente proposta di progetto architettonico su acqua che ne valorizzasse le potenzialità economiche, territoriali e culturali. Belarus Watergate è anche il resoconto fotografico del viaggio di Nico K. Tucci da Danzica, in Polonia, fino a Istanbul, nel corso del quale ho avuto modo di approfondire una realtà in particolare tra le diverse attraversate, quella della Repubblica di Bielorussia.

Il percorso dalla città di Brest fino a Pinsk è stato scandito dalle visite alle numerose chiuse presenti lungo il tragitto. Duecento anni fa, questa via fluviale era interamente percorribile e, sotto il regime sovietico, passavano lungo questo canale oltre 2 milioni di tonnellate di merce. Oggi, la situazione è completamente diversa: il canale è prevalentemente utilizzato per il trasporto di grossi tronchi d'albero e materiali inerti prodotti dalle industrie locali, con un'affluenza nettamente inferiore. Alcune delle chiuse presenti sono ancora in legno, la loro costruzione risale alla prima metà del Novecento, le poche ricostruite in cemento negli ultimi anni, sono provviste di piccoli impianti idroelettrici, a ottimizzare tutte le risorse disponibili anche se i dislivelli non sono notevoli. Le chiuse riescono a tenere sotto controllo e stabili i livelli delle acque così da poter essere percorribili nel periodo che va da metà marzo a metà novembre. Nei restanti mesi dell'anno, l'intera rete fluviale è ghiacciata. Uno dei punti più suggestivi è il monumento che segnala il punto più alto dove le acque si separano: da una parte verso il mar Baltico e dall'altra verso il mar Nero.

In apertura: Nico K. Tucci, <i>Belarus Watergate</i>. Navigation Gate n. 9, Novosady, Bielorussia. Qui sopra: Nico K. Tucci, <i>Belarus Watergate</i>. Macchina di controllo, Navigation Gate n. 10, Trishin, Bielorussia
In apertura: Nico K. Tucci, Belarus Watergate. Navigation Gate n. 9, Novosady, Bielorussia. Qui sopra: Nico K. Tucci, Belarus Watergate. Macchina di controllo, Navigation Gate n. 10, Trishin, Bielorussia
Oggi, la Repubblica di Bielorussia punta molto sul turismo, motivo per cui nella maggior parte delle aree nei pressi delle chiuse sono sorte guest house e strutture ricettive. Le potenzialità di questa connessione sono elevatissime dal punto di vista commerciale, turistico, sociale e architettonico. Si tratta, infatti, di un vero e proprio canale che unisce realtà diversissime tra loro, ma a proprio modo tutte emergenti. È una connessione possibile tra la regione scandinava e quella mediterranea. È un possibile motore di sviluppo di programmi e attività lungo territori che vantano numerose risorse ma che, forse, non hanno ancora avuto modo di fruirne pienamente. Inoltre, l'incrocio di questa via d'acqua con alcuni dei più importanti corridoi pan-europei di trasporto ferroviario ad alta velocità, rendono la connessione più che mai attuale. Nico K. Tucci
Nico K. Tucci, <i>Belarus Watergate</i>. Memoriale dello spartiacque, Bielorussia
Nico K. Tucci, Belarus Watergate. Memoriale dello spartiacque, Bielorussia

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