Where we are: 1900–1960

In un momento in cui è aperto il dibattito su cosa significhi essere americani, il Whitney Museum propone alcune opere dalla collezione permanente per riflettere sul senso del sé.

Herman Trunk Jr.(1894‑1963), Mount Vernon, 1932
In un periodo storico in cui è aperto il dibattito su cosa significhi essere americani, la mostra “Where We Are” al Whitney Museum propone uno spaccato di relazioni, istituzioni e attività quotidiane che formano il senso del sé di un individuo.
John Steuart Curry (1897‑1946), Baptism in Kansas, 1928
In apertura: Herman Trunk Jr. (1894‑1963), Mount Vernon, 1932, olio su tela, 87×117 cm, Whitney Museum of American Art, New York. Courtesy Herman Trunk, Jr. Foundation. Qui sopra: John Steuart Curry (1897‑1946), Baptism in Kansas, 1928, olio su tela, 102.2×127.6 cm, Whitney Museum of American Art, New York. Donazione di Gertrude Vanderbilt Whitney
La mostra si concentra sulle opere della collezione Whitney realizzate tra il 1900 e il 1960, un periodo tumultuoso nella storia degli Stati Uniti, quando la vita nel paese cambiò drasticamente a causa della guerra, del crollo economico e dell’esigenza dei diritti civili. Gli artisti hanno risposto in modi complessi e diversi, e la mostra vuole onorare il loro tentativo di rappresentare il sé e la vita americana.
Left: Charles Demuth 1883–1935, Buildings, Lancaster, 1930. Right: Edward Hopper 1882–1967, Three studies: Man with Eyes Closed and Two Men’s Heads in Profile, 1899–1906
A sinistra: Charles Demuth (1883–1935), Buildings, Lancaster, 1930, olio e grafite su tavola, 61.3×51.1 cm, Whitney Museum of American Art, New York. Donazione anonima. A destra: Edward Hopper 1882–1967, Three studies: Man with Eyes Closed and Two Men’s Heads in Profile, 1899–1906, carboncino su carta, 47.8×31.1cm, Whitney Museum of American Art, New York. © Heirs of Josephine N. Hopper, col permesso del Whitney Museum of American Art
Attingendo interamente alla collezione permanente del Whitney, la mostra si articola su cinque tematiche: famiglia e comunità, lavoro, casa, vita spirituale e nazione. “Where We Are”, così come ciascuna delle sue sezioni, è intitolata a partire da una frase della poesia September 1, 1939 di W. H. Auden. Quest’ultimo, cresciuto in Inghilterra, ha scritto la poesia a New York poco dopo esservi arrivato da immigrato, e all’inizio della Seconda guerra mondiale. Il titolo della poesia segna la data in cui la Germania ha invaso la Polonia.
Fairfield Porter (1907–1975), <i>Portrait of Ted Carey and Andy Warhol</i>, 1960
Fairfield Porter (1907–1975), Ritratto di Ted Carey e Andy Warhol, 1960, olio su lino, 101.6×101.9 cm, Whitney Museum of American Art, New York. Regalo di Andy Warhol. © 2017 The Estate of Fairfield Porter/Artists Rights Society (ARS), New York

Primavera 2017
Where we are: 1900–1960
a cura di David Breslin con Jennie Goldstein, assistente al curatore, and Margaret Kross, assistente curatoriale
Whitney Museum of American Art
99 Gansevoort Street, New York

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