Oggi Oslo affronta una sfida storica. Un numero crescente di edifici storici della città sono in fase di abbandono per la chiusura di istituzioni culturali e sociali che si trasferiscono in nuove strutture costruite su misura. Il ritmo sorprendente con cui questo sta accadendo non solo si lascia alle spalle edifici ridotti a gusci vuoti, ma priva anche quartieri tradizionali dei loro più grandi beni architettonici e istituzionali.
Non è un caso che molti di edifici significativi della città vengono evacuati in un così breve lasso di tempo. Gli stessi fattori sono di solito in gioco: difficoltà reali e immaginarie di crescita delle rispettive istituzioni, visioni politiche della cultura come una calamita per il turismo e di investimento e una forte convinzione che l’architettura contemporanea sia una soluzione alle sfide istituzionali. Queste tendenze sono intrinsecamente legate a un periodo di crescita economica esplosiva, che ha creato un clima politico in cui i rapidi investimenti di spesa pubblica su nuovi edifici culturali sono diventati un luogo comune.
Questo fenomeno di consolidamento e di abbandono di edifici storici ha chiaramente una serie di conseguenze per quanto riguarda la pianificazione urbanistica e lo sviluppo architettonico, ma anche per l’identità culturale e istituzionale e la vita comunitaria. Alcune di queste conseguenze saranno evidenziate nella prima parte del progetto, Consolidate or Die, che fornirà un sondaggio e l’analisi critica di cinque edifici storici di Oslo che si troveranno ad affrontare l’abbandono nel corso dei prossimi anni: il Museo Nazionale, il Museo di Arte Contemporanea, la Biblioteca Deichmanske, il Museo Munch e il Museo delle Arti decorative e Design.
21 gennaio – 18 marzo 2016
City of Dislocation
Part I: Consolidate or Die
Oslo Pilot Project Room
Prinsens Gate 2, Oslo