E-Straordinario for Kids

Il workshop della Fondazione Casoli con Elisabetta Benassi è stato centrato sulla necessità della contaminazione tra arte e mondo dell’impresa come elemento didattico e di crescita.

Sono le urla divertite dei bambini, piene di entusiasmo e dense di significati, a introdurci al terzo appuntamento di “E-Straordinario for Kids”, workshop formativo organizzato come ogni anno a settembre, poco prima della riapertura delle scuole, dalla Fondazione Ermanno Casoli di Fabriano. 
Elisabetta Benassi
L’artista Elisabetta Benassi e il direttore artistico della Fondazione Ermanno Casoli Marcello Smarrelli presentano il workshop ai bambini. Photo Andrea Pacioni
L’evento è centrato sulla necessità di una contaminazione tra arte contemporanea e mondo dell’impresa come elemento didattico e di crescita; attività sperimentata da anni in maniera molto positiva dalla Fondazione Casoli, attraverso la collaborazione con numerose realtà aziendali del territorio marchigiano e non solo. “E-Straordinario for Kids 2015”, curato da Marcello Smarrelli, storico dell’arte e direttore artistico della Fondazione, ha come titolo Prototipi e vede coinvolti, in questo processo di crescita a contatto con l’arte contemporanea, i figli dei dipendenti di Elica, azienda da sempre vicina al mondo del fare artistico.
Elisabetta Benassi
La decorazione della scultura da parte dei bambini. Photo Andrea Pacioni
Guidati dall’artista romana Elisabetta Benassi, una delle figure più interessanti nel panorama italiano e internazionale, i ragazzi sono stati chiamati alla realizzazione di una scultura collettiva, composta attraverso un diverso assemblaggio dei componenti delle cappe Elica, in un fare che richiama senz’altro la tradizione del ready-made rettificato, esperienza figlia degli artisti delle avanguardie storiche d’inizio Novecento, su tutti Duchamp.
Elisabetta Benassi
La decorazione della scultura da parte dei bambini. Photo Andrea Pacioni
La giornata ha avuto inizio prestissimo: sin dalla mattina i ragazzi sono stati coinvolti attraverso una breve lezione introduttiva nel mondo delle cappe, quel mondo che rappresenta una parte importante della vita dei loro genitori: che cosa è una cappa, come funziona, i materiali che la compongono e via dicendo. Dopo di che sono stati forniti loro una serie di disegni, in cui attraverso la tecnica dell’esploso assonometrico viene indagato il metodo di composizione delle cappe, in particolare l’assemblaggio dei vari componenti al fine di ottenere il prodotto ultimato, che tutti conosciamo e vediamo quotidianamente nelle nostre cucine.
Elisabetta Benassi
La decorazione della scultura da parte dei bambini. Photo Andrea Pacioni
A questo punto i bambini sono entrati concretamente in azione. Su idea di Elisabetta Benassi sono stati chiamati a disegnare su grandi fogli di carta la loro cappa, unendo insieme in maniera totalmente libera gli elementi rappresentati negli esplosi assonometrici, che erano stati loro forniti.

Il risultato finale è un mix tra l’esperienza didattico- teorica fatta precedentemente, quindi il tentativo di una ricomposizione fedele delle cappe esistenti, su cui ha però prevalso la voglia di giocare, divertirsi, sperimentare e stupire, guardando da una diversa angolazione gli oggetti della quotidianità, atteggiamento tipico dei più piccoli.

Nel caso specifico hanno dato vita a disegni completamente inediti, totalmente frutto della loro fantasia, in un processo che potrebbe essere definito di desemantizzazione dell’oggetto reale. Delle varie composizioni grafiche realizzate ed esposte poi durante la giornata, soltanto ad una è toccata la sorte di essere realmente costruita, attraverso il lavoro di assemblaggio dei vari componenti così come immaginati dai bambini. La realizzazione concreta e fedele di questo nuovo prototipo, da qui il titolo della giornata, è toccata all’artista Elisabetta Benassi.

La fase più entusiasmante è stata però quella pomeridiana, con i piccoli artisti impegnati a colorare liberamente la loro creazione che aveva preso forma.

Elisabetta Benassi
L’inaugurazione della scultura, alla presenza di (da sinistra): Fabio Sturani (capo segreteria del presidente della Regione Marche), Giancarlo Sagramola (sindaco di Fabriano), Francesco Casoli (presidente Elica), Marcello Smarrelli (direttore artistico Fondazione Ermanno Casoli). Photo Andrea Pacioni
Inizialmente i movimenti apparivano impacciati, quasi impauriti, forse per la presenza a pochi metri dei genitori incuriositi, poco a poco, però, hanno liberato tutta la loro energia iniziando a muoversi liberamente, seguendo il ritmo del dripping, delle pennellate veloci, come in un gioco dove a vincere è il più bravo a sporcare, e a sporcarsi, di più. Il risultato finale è un’armonia spontanea di colori, un qualcosa tutt’altro che ricercato o preventivato: la dimostrazione di quanto sia forte e innato il senso della bellezza dei più piccoli, proveniente dall’osservazione, inconscia, del mondo delle cose che li circonda. Estremamente entusiasti e soddisfatti per la riuscita dell’iniziativa sono apparsi il presidente del gruppo Elica, Francesco Casoli, figlio di Ermanno Casoli a cui è dedicata la fondazione ed Elisabetta Benassi, protagonista insieme ai bambini della giornata.

L’artista, dopo aver seguito i bambini in ogni loro movimento afferma: “Non avevo mai fatto un’esperienza del genere, è bellissimo, è una sensazione di gioia e di libertà coinvolgente. Non ho mai voluto insegnare nella mia vita, appena laureata ho fatto qualche supplenza, ma non mi piaceva quel ruolo da dietro la cattedra, però mi è sempre piaciuto confrontarmi, provare a dare e a comunicare qualcosa del mio lavoro. Oggi è stata veramente un’esperienza particolare.

Sono sicura che i ragazzi porteranno con loro questa giornata. Subito non se ne renderanno conto, sono solo estremamente divertiti e contenti, ma un domani, in alcuni momenti della loro vita ricorderanno quello che hanno fatto oggi e sono sicura che per loro sarà utile”.

Elisabetta Benassi
Elisabetta Benassi assembla una scultura formata da cappe con i prototipisti Elica. Photo Andrea Pacioni
Emblemi della giornata sono la strana composizione assemblata dalla Benassi e i tanti bicchieri di plastica, precedentemente utilizzati per contenere la vernice, ora vuoti, sporchi di colore e sparsi da tutte le parti.
Elisabetta Benassi
La scultura realizzata dall’artista e dai bambini
I bicchieri vuoti sono simbolo dell’energia profusa, liberata da questi giovanissimi prototipisti, un impegno fisico quanto mentale, fondato sul toccare i materiali e ideare nuove forme sporcandosi le mani, con colori e pennelli; azioni oggi sempre più rare in un presente storico in cui il mondo virtuale di internet e dei social, sembra aver preso il sopravvento su quello reale. Infine la composizione della Benassi, nata dalla rifunzionalizzazione di un oggetto della nostra quotidianità, è un qualcosa del tutto inconsueto, di irreale. Questo dimostra come, in un periodo di grande crisi, una diversa realtà va ricercata, anzi, è possibile, per farlo, però, è necessario tornare a guardare il mondo con gli occhi dei bambini.
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