L’ora mancante del titolo allude all’intervallo di veglia che in epoca preindustriale separava i due momenti in cui il tempo del riposo delle classi lavoratrici era suddiviso e fa riferimento all’ora di sonno in meno che dormiamo rispetto al secolo scorso, prima dell’impatto capillare della rivoluzione industriale sulle nostre abitudini.
Il tentativo di regolare i bioritmi in età moderna è stato facilitato da elementi quali la luce artificiale, l’introduzione dell’ora legale, o dalla diffusione di sostanze psicoattive di uso comune, come la caffeina, mentre oggi a questa lista si può aggiungere la colonizzazione delle ore del ristoro come un territorio da rendere produttivo. Il sogno, i desideri e le proiezioni che da sempre accompagnano il sonno, infatti, sono oggi costruzioni algoritmiche che regolano i feed dei social network o influenzano i nostri acquisti, aprendo a scenari nei quali non possiamo separarci mai dal nostro ruolo primario di consumatori.
Le evoluzioni cromatiche possono anche essere lette come un’allegoria dell’alternarsi delle fasi del sonno, restituendo quindi l’intensa attività celebrale che ha luogo durante ciò che noi erroneamente consideriamo un tempo morto del nostro vivere.
Tra gli obiettivi di lungo termine della ricerca di Correale c’è quello di interpretare la colonizzazione economica del dato biologico non soltanto in senso strettamente post-fordista, cioè con l’estensione dei tempi e dei luoghi del lavoro al di fuori degli spazi tradizionalmente preposti, ma anche contemplando la creazione di nuovi ambiti che possano essere considerati produttori di valore. Con “The Missing Hour: Rhythms and Algorithms” l’artista invita a considerare il riposo come uno degli spazi nei quali è urgente reclamare una resistenza attiva al totalizzante immaginario tardo capitalista.
dal 13 Febbraio al 13 Marzo 2015
Danilo Correale
“The Missing Hour: Rhythms and Algorithms”
a cura di Matteo Lucchetti
Galleria Raucci Santamaria
Corso Amedeo di Savoia 190, Napoli