“Il Museum of Modern Art nell’inaugurare, nel 1941, la mostra ‘Britain at War’ ribadiva che le macchine destinate alla difesa civile dovevano essere disegnate con cura perché tale cura è segno di ordine e di quanto di pulito e di buono resiste al disordine inevitabile e al caos della guerra. L’insistenza sul buon disegno non fu l’unica caratteristica dell’architettura britannica nel periodo bellico.
La ricerca prosperò nel prefabbricato e nell’uso dei nuovi materiali. La necessità del camouflage ispirò l’uso creativo del colore mentre gli architetti cominciarono a sperimentare secondo il criterio della prova e dell’errore, in parallelo con quanto andavano inventando scienziati e tecnici in nome della ricerca operativa. Discutendo nel 1946 sul RIBA Journal di Scienza nell’architettura, il fisico J. D. Bernal sottolineava come i progetti del tempo di guerra avrebbero potuto stimolare gli architetti a studiare strategie post-belliche, che avrebbero dovuto essere non solo altrettanto tecniche, ma anche sociologiche.” spiega Jean-Louis Cohen.
17 dicembre 2014, h.18.00
Jean-Louis Cohen
La guerra come energia creativa
Architettura britannica 1939-1945
presenta Franco Purini
The British School at Rome
via Gramsci 61, Roma
In collaborazione con: MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Royal College of Art
Con il supporto di: Allford Hall Monaghan Morris, Bryan Guinness Charitable Trust, Cochemé Charitable Trust, John S. Cohen Foundation, Wilkinson Eyre
Media Partners: Architectural Review, Domus, Exibart