Le icone di Ugo La Pietra

A circa un mese dall’apertura della sua mostra monografica, Ugo La Pietra seleziona per il Triennale Design Museum le sue “Icone del Design Italiano”.

Le icone di Ugo La Pietra
A circa un mese dall’apertura della sua grande mostra monografica in Triennale, Ugo La Pietra accoglie l’invito del Triennale Design Museum a indicare gli oggetti per lui necessari e imprescindibili della storia del design italiano fra quelli della Collezione Permanente del Museo.
Le icone di Ugo La Pietra
A sinistra: Gio Ponti, Superleggera, 1957, Cassina. A destra: Gio Ponti, Bilia, 1931, FontanaArte


Gio Ponti, Bilia, 1931, FontanaArte.
Gli archetipi: è l’oggetto che più di ogni altro ha saputo esprimere una forte identità attraverso due forme archetipali: il cono e la sfera. Molti saranno gli esempi che cercheranno di utilizzare sia nel design che nell’architettura le forme che da sempre “ci portiamo dentro” come qualcosa di acquisito.

Raramente la semplice giustapposizione di due forme elementari ha saputo generare un oggetto originale e con una sua propria identità.


Vittoriano Viganò, Tavolino in cristallo, 1951
Tutto a vista: Vittoriano Viganò è stato uno dei più importanti architetti e designer che hanno saputo, attraverso un percorso progettuale di base razionalista, esaltare i materiali, i colori, le superfici in quello che passò alla storia come il “Brutalismo” europeo.

I suoi oggetti, e questo tavolo è uno dei più indicati a coglierne il senso, sono l’espressione di come Viganò abbia saputo più di ogni altro dare valore (tutto a vista!) a una vite, un tubo, un filo della corrente, un semilavorato… facendoli diventare elementi caratteristici della forma, colore e decoro di un oggetto.

Le icone di Ugo La Pietra
Gio Ponti, Piero Fornasetti, Architettura, 1951


Gio Ponti, Piero Fornasetti, Architettura, 1951
Iper-decorazione: Trumeau è l’esempio più importante nel design contemporaneo e anche il più esplicito sull’uso della decorazione come elemento capace di modificare semplicemente l’oggetto.

Un esempio che precede altre esperienze analoghe degli anni Ottanta e che ritroviamo nel passato: nelle facciate dipinte/decorate delle case liguri, negli interni dipinti/decorati delle ville rinascimentali. Decori in grado di alterare la fisionomia dell’opera. Uno dei tanti oggetti che Ponti realizzò con Fornasetti e che per troppi anni gli valsero la scomunica da parte del design ufficiale milanese.


Gio Ponti, Superleggera, 1957, Cassina
Tradizione rinnovata: l’oggetto più rappresentativo di un processo di avvicinamento del design alla grande tradizione artigianale italiana. La sedia Superleggera di Ponti è un’opera che si rifà ad un modello consolidato della tradizione artigianale ligure: “classico-contemporaneo” si potrebbe definire!

E, classica, è la sedia che Ponti chiama “sedia/sedia” perché non è connotabile da nessun stile. È un’opera che nasce classica perché è fuori da qualsiasi riferimento a mode e linguaggi destinati a modificarsi e a evolversi.

Le Icone di Ugo La Pietra
Piero Gilardi, serie I Sassi, 1968, Gufra


Piero Gilardi, serie I Sassi, 1968, Gufra
Naturale/Artificiale: I sassi di Gilardi sono gli oggetti che più di ogni altro rappresentano le contraddizioni che sono maturate nel mondo del design fin dalla fine degli anni Sessanta.

Queste opere introducono alcune componenti che per decenni il design ha cercato di occultare: il rapporto figurativo legato alla natura, il contrasto tra la natura e l’artificio, la perdita da parte della società della capacità di valutare ciò che serve da ciò che è superfluo.


Super Icona
Carlo Mollino, Arabesco, 1949, Zanotta
Organico / antropomorfo: per troppi anni l’unica voce che ha saputo prendere le distanze dal percorso razionale che ha caratterizzato l’evoluzione del nostro design è stata quella di Mollino. Accanto al percorso quasi lineare della storia del design, che dal Bauhaus si è sviluppato fino ad oggi, Mollino rappresenta una tappa di un percorso opposto e parallelo che dal Surrealismo è passato attraverso l’Internazionale Situazionista, la Bauhaus Immaginista, l’Architettura Radicale, fino ad arrivare al Neoeclettismo degli anni Ottanta.

Con i suoi oggetti esplicitamente organici, con allusioni antropomorfe, ha trovato il modo di controbilanciare i tanti oggetti pseudo razionalistici del design italiano.

Le icone di Ugo La Pietra
Carlo Mollino, Arabesco, 1949, Zanotta

fino al 22 febbraio 2015
Icone del Design Italiano
A cura di Silvana Annicchiarico, Direttore Triennale Design Museum
Progetto di allestimento Antonio Citterio Patricia Viel Interiors

fino al 26 novembre 2014
Selezione di Ugo La Pietra

Triennale Design Museum
Viale Alemagna 6, Milano

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