L’installazione è un’ode dell’artista alla bellezza nascosta, una sintesi dei temi che sono alla base delle sue opere: vita e morte, Eros e Thanatos, forza e vulnerabilità, oppressione e protezione, desiderio e sofferenza, desolazione ed unificazione.
In questa occasione l’opera è un enorme olmo sradicato, nodoso e annodato, fuso in una massa di tronchi e di rami dalla somiglianza inquietante con muscoli, tendini ed ossa del corpo umano. Tra i rami dell’albero, soffici cuscini, coperte e stracci sono utilizzati per lenire e confortare questo corpo abbandonato.
Gli stampi che l’artista usa per la realizzazione dell’opera sono dipinti con una cera di varie tonalità di rosso e di blu (colori che l’artista utilizza per le riproduzioni del corpo umano) e riempiti con spessi fogli di cera bianco latte. Fragili calchi di alberi e di rami sono distesi orizzontalmente e disposti come un informe mucchio di muscoli ed ossa: così, un gigante corpo venato e carnoso rivela sottilmente i suoi lividi e le sue cicatrici, in una metamorfosi da uomo ad albero tangibile ma non ancora completata.
Per legare questa scultura a Venezia, una città che è stata epicentro d’arte e cultura per secoli, Berlinde ha incorporato nel suo lavoro l’iconografia di San Sebastiano. A Venezia, nessun altro santo è stato rappresentato quanto San Sebastiano, che è spesso mostrato legato ad un albero e colpito da frecce. In una città che fu ripetutamente colpita dalla peste, San Sebastiano – il quale ha resistito alle frecce divine, che secondo la tradizione diffusero l’epidemia — divenne il più importante santo protettore.
Fino al 24 novembre 2013
Berlinde De Bruyckere: Kreupelhout – Cripplewood
Padiglione del Belgio
Biennale d’Arte di Venezia 2013
Giardini, Castello, Venezia