Adalberto Libera al MART

Il MART di Rovereto ricorda l’opera di uno dei protagonisti della cultura architettonica italiana del Novecento con una mostra a cura di Nicola Di Battista.

Adalberto Libera, La città ideale, Mart, 2013
Il MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto rende un nuovo omaggio all’architetto Adalberto Libera (1903 -1963), uno dei grandi protagonisti del rinnovamento dell’architettura italiana. Un nuovo punto di vista è offerto sull’opera di questo grande maestro dell’architettura moderna: il curatore della mostra, l’architetto Nicola Di Battista, ha scelto infatti di approfondire il lavoro di Libera attraverso la selezione di alcuni progetti tra i più significativi, la cui lettura, sorprendentemente inedita, intende attualizzare le modalità di formazione di uno stile.
In questo modo è ripercorsa la storia professionale di Adalberto Libera, con particolare attenzione al periodo di formazione e agli esordi, dove più forte risulta la sua volontà di proporre un linguaggio moderno e internazionale, attraverso l'interpretazione degli indirizzi del Razionalismo europeo. Nell’Italia fascista il settore degli allestimenti espositivi era l’unica palestra possibile per gli architetti razionalisti, le cui tensioni creative d’avanguardia erano tenute a prudente distanza dal regime. In questo settore Libera esprime con grande chiarezza un’idea di architettura capace di mettere in relazione il contesto storico con le forme della città moderna, come accade ad esempio per l’allestimento della mostra delle colonie estive e dell’infanzia al Circo Massimo a Roma nel 1937.
Adalberto Libera, Mostra della razza, 1942
In apertura: Adalberto Libera, La città ideale. Sopra: Adalberto Libera, Mostra della razza, 1942

Dotato di una eccezionale abilità nel disegno, Libera usa rappresentare i propri progetti con magistrali vedute prospettiche, quasi sempre di spazi interni, alcune conservate e altre andate perdute e di cui si hanno oggi solo le riproduzioni fotografiche in bianco e nero. Queste prospettive sono capaci da sole di raccontarci il progetto senza l’ausilio di altri elaborati ed è per questo che Di Battista ha deciso di renderle ‘protagoniste’ di tutta l’esposizione. Così nasce l’idea dell’allestimento di questa mostra, a cura dell’architetto Gianni Filindeu, organizzato attorno a 14 grandi riproduzioni delle vedute prospettiche dei progetti selezionati.

Il visitatore ha la possibilità di entrare come protagonista nell’architettura di Adalberto Libera, coglierne gli aspetti più legati alla composizione e assumerli come valori assoluti da interpretare nell’attualità. Accanto alle grandi foto sono esposti anche materiali d’archivio originali relativi a ogni progetto, quali schizzi, fotografie, pubblicazioni d’epoca e soprattutto preziose relazioni tecniche redatte da Libera stesso. Da questo primo spazio si raggiungono alcuni ambienti, ciascuno dei quali ospita una sezione della mostra: la prima è dedicata ai disegni realizzati da Libera nell’arco della sua vita su temi e con tecniche differenti; la seconda comprende una raccolta di tempere originali che illustrano alcune sue architetture; la terza è dedicata ai progetti a pianta centrale; una sala è dedicata ai video. L’ultima stanza è interamente dedicata alla “città ideale”: Adalberto Libera, come in una boule à neige, disegna un paesaggio riassuntivo dell’Italia che fa da sfondo a un grande ambiente in cui si celebra una scena conviviale.


22 giugno – 8 settembre 2013
Adalberto Libera. La città ideale
MART
corso Bettini 43, Rovereto

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