Antony Gormley: Vessel

Nella nuova mostra alla Galleria Continua, il noto scultore inglese, servendosi della purezza formale dell'astrattismo, continua a mettere alla prova ambiente, forma e sentimento.

Il noto scultore inglese contemporaneo Antony Gormley presenta una raccolta di recenti e datati lavori, nell'ambito di una coinvolgente mostra che si terrà presso la Galleria Continua di San Gimignano, nel cuore della Toscana, fino al 20 agosto. Dal titolo Vessel, il progetto espositivo include una grande nuova opera appositamente concepita per l'ex cinema-teatro di San Gimignano. La mostra segna l'inizio di un ricco programma di esposizioni personali e di gruppo che si svilupperà nel coso del 2012.

Con le sue esplorazioni del corpo, dello spazio e del tempo, Gormley, sottopone a una continua indagine l'ambiente, la forma e le emozioni, talvolta mettendone in evidenza le discordanze. Vessel intende 'interrogare il corpo mediante l'architettura, facendone sia un modello di organizzazione spaziale, sia un soggetto di forza gravitazionale,' così 'articola le tensioni, le convergenze esistenti tra l'animale uomo e il suo habitat'.

In una sequenza di dodici nuove opere costituite da blocchi di ferro massiccio, blockwork, Gormley si serve della purezza formale dell'astrattismo, evocando e provocando emozioni interiori. Queste opere ricorrono al linguaggio dell'accumulo, del cuneo e dello sbalzo; nell'utilizzo della massa e nella partecipazione "somatica" che ricordano quelle di Richard Serra. È palese il tentativo di oggettivare l'esperienza dell'incarnazione: il senso di contenimento e di condizionamento insito nell'uomo urbano.
In apertura: Antony Gormley, <i>Space station</i>,
2007, acciaio, 600 x 950 x 650 cm. Photo Oak Taylor-Smith. Qui sopra: Antony Gormley, <i>Space station</i>, 2007, acciaio, 600 x 950 x 650 cm, dettaglio. Photo Oak Taylor-Smith. © The artist, Courtesy Galleria Continua, White Cube, Galerie Thaddaeus Ropac
In apertura: Antony Gormley, Space station, 2007, acciaio, 600 x 950 x 650 cm. Photo Oak Taylor-Smith. Qui sopra: Antony Gormley, Space station, 2007, acciaio, 600 x 950 x 650 cm, dettaglio. Photo Oak Taylor-Smith. © The artist, Courtesy Galleria Continua, White Cube, Galerie Thaddaeus Ropac
Estendendo la sua indagine alle cornici spaziali, oltre che alla massa, l'artista rende labile il confine tra contenuto e contesto all'interno di una "breathing room". Situata nello spazio Torre della galleria, questa "stanza", ricavata dall'intersezione di cinque cornici spaziali luminose di eguale volume, incoraggia l'introspezione dello spettatore all'interno di una matrice luminosa. In quanto camera adibita alla concentrazione, l'opera suscita un'evocazione astratta e temporale del secondo corpo dell'architettura.

La mostra contiene alcune opere fondamentali. Base consiste in una solida lastra di cemento quadrata che racchiude l'impressione vuota di un corpo assente identificabile grazie alle impronte lasciate dalle piante dei piedi, dai palmi delle mani e dalla testa. In mostra anche due versioni di Edge, una sdraiata l'altra sospesa alla parete, per una tangibile destabilizzazione dell'architettura.
Antony Gormley, <i>2 x 2</i>, 2010 marmo di Carrara, 188,6 x 57,2 x 40,8 cm ognuna, 450 kg. Photo Valerio Eugenio Brambilla. © The artist, Courtesy Galleria Continua
Antony Gormley, 2 x 2, 2010 marmo di Carrara, 188,6 x 57,2 x 40,8 cm ognuna, 450 kg. Photo Valerio Eugenio Brambilla. © The artist, Courtesy Galleria Continua
Il fulcro dell'esposizione è rappresentato da un'opera di vaste dimensioni intitolata Vessel che si pone anche come trait de liaison tra il progetto espositivo di San Gimignano e il progetto realizzato da Antony Gormely per la sede francese di Galleria Continua. A Le Moulin l'indagine sulle diverse variabili nel rapporto fra corpo umano e spazio abitativo si declina in Space Station, una scultura di ventitre tonnellate, alla quale è possibile accedere tramite un piccolo passaggio posto a lato dell'opera. Vessel, composta da 39 parallelepipedi di acciaio sovrapposti, è da interpretarsi come una meditazione sul tropo rinascimentale della città a forma d'uomo: infatti rappresenta un uomo a forma di città.
In una sequenza di dodici nuove opere costituite da blocchi di ferro massiccio, Gormley evoca e provoca emozioni interiori
Antony Gormley, <i>Hatch</i>, 2007, tubo in alluminio a sezione quadrata di 19,1 x 19,1 mm, compensato, Plexiglass
322,5 x 605,7 x 605,7 cm. Photo Oak Taylor-Smith. © The artist, Courtesy Galleria Continua, White Cube, Galerie Thaddaeus Ropac
Antony Gormley, Hatch, 2007, tubo in alluminio a sezione quadrata di 19,1 x 19,1 mm, compensato, Plexiglass 322,5 x 605,7 x 605,7 cm. Photo Oak Taylor-Smith. © The artist, Courtesy Galleria Continua, White Cube, Galerie Thaddaeus Ropac
Quattro nuove opere fanno ricorso al principio della matrice-bolla per esplorare il modo in cui la più fuggevole delle forme, la bolla per l'appunto, si unisce ad altre bolle a formare una sorta di nuvola. Mutuato dalla struttura della materia e applicato al corpo, questo linguaggio getta una nuova luce sulla sua natura caduca. Questa serie culmina in Fuse, agglomerato espanso di forme solide, poliedriche, disposto direttamente sul pavimento.

Nel giardino della galleria Antony Gormley installa un doppio lavoro scultoreo in marmo. Il lavoro testa l'evoluzione dell'arte al tempo della riproduzione meccanica, trasformando ossa, pelle e muscoli in una lavorazione dal cristallino rigore geometrico non dissimile dalla struttura del marmo stesso. Come nell'opera 2 x 2, presentata nel 2010 alla Biennale di Carrara, Gormley crea l'immagine di un corpo che si ispiri alla grande tradizione artistica del nudo e contemporaneamente rifletta le nostre nuove conoscenze delle proprietà sub-ottiche della materia.
Antony Gormley, <i>Clearing V</i>, 2009 tubo di alluminio 16 swg, 11 km, 12,7 x 12,7 mm. Photo Valentina Muscedra. © The artist, Courtesy Galleria Continua
Antony Gormley, Clearing V, 2009 tubo di alluminio 16 swg, 11 km, 12,7 x 12,7 mm. Photo Valentina Muscedra. © The artist, Courtesy Galleria Continua
Rifacendosi a progetti passati quali Fai Spazio, Prendi Posto, [Making Space, Taking Place] del 2004, la mostra si estende al di fuori della galleria, nelle strade e nelle piazze di San Gimignano, mediante un'invasione di sei calchi identici del corpo dell'artista. Questa installazione tematizza lo slittamento del ruolo sociale della scultura da memoriale celebrativo dell'eroismo a oggetto di riflessione che stimola l'osservatore a prendere coscienza della propria posizione nello spazio e nel tempo.

Questa installazione in particolare e l'esposizione nel suo complesso, ci rivelano un artista teso a riconciliare lo spazio soggettivo dell'individuo con il concetto dell'universo in continua espansione, interrogandosi su come il progetto umano rientri in questo ordine di cose.

Fino al 20 August 2012
Antony Gormley: Vessel
Galleria Continua
Via del Castello 11, San Gimignano

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