Liberi di collezionare

Progetto fresco sulla libertà del collezionare, “Okolo Offline Two” al Kunstgewerbemuseum di Dresda racconta un modo di collezionare lontano da quello sistematico e razionale delle istituzioni.

Lo Staatliche Kunstsammlungen Kunstgewerbemuseum, fiabesco Schloss alle porte di Dresda, in Sassonia, fa parte del circuito delle collezioni statali di Dresda, Lipsia e Herrnhut (Staatliche Kunstsammlungen Dresden – SKD) che vanta ben 14 musei.
L’istituzione che ospita il Museo delle Arti Decorative ha casa in due dei più palazzi (uno che si affaccia sul fiume mentre il secondo guarda alla collina) che costituiscono il Castello di Pillnitz, un tempo residenza estiva del Principi Elettori di Sassonia (il Principe Augusto il Forte lo acquistò per la amata Anna Constantia, Countess von Cosel), splendido esempio di combinazione fra decorazioni di derivazione asiatica e stile barocco, coronato da un lussureggiante parco, straordinariamente fiorito (in settembre).
In apertura e qui sopra: Galerie Neue Meister allo Staatliche Kunstsammlungen Kunstgewerbemuseum. Photo Oliver Killig
La struttura, dagli inusuali tetti a pagoda che affacciano sulle acque dell’Elba, essendo utilizzata unicamente per festeggiamenti e celebrazioni da parte della famiglia reale e della sua corte, inizialmente non disponeva di alloggi per la notte: era un sito dedicato al piacere e al tempo libero dal carattere ricreativo. Diventato poi un museo, da sei mesi capitanato dalla austriaca Tulga Beyerle, l’aspetto ludico e disincantato di un tempo lo rende oggi un luogo speciale che guarda alla contemporaneità senza dimenticare la storia.
Vista della mostra “Okolo Offline Two” al Kunstgewerbemuseum. Photo Okolo. © Kunstgewerbemuseum Staatliche Kunstsammlungen
I suoi preziosi depositi, colmi di oggetti di diversa fattura e provenienza, sono una wunderkammer costituita in parte da pezzi provenienti dalle residenze abbandonate dall’aristocrazia dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale che la direzione dei tempi della DDR ha radunato meticolosamente e archiviato. Oltre alle magnifiche prime produzioni della storica Deutsche Werkstätten Hellerau – una delle aziende tedesche più antiche, fondata nel 1873 da Karl Schmidt a Zschopau e che guadagnò nel 1900 tre medaglie di bronzo alla World Exhibition di Parigi, tutt’oggi con base nella regione – anche nelle diverse collezioni di textile, piccoli manufatti, vetro si legge nuovamente la prevalenza del gusto asiatico: manici di sciabola iperdecorati, stoffe provenienti dal lontano Sol Levante, ceramiche cinesi.
Vista della mostra “Okolo Offline Two” al Kunstgewerbemuseum. Photo Okolo. © Kunstgewerbemuseum Staatliche Kunstsammlungen
In una delle sale espositive della collezione permanente, che la Beyerle sta accuratamente riordinando, troviamo arazzi con filo d’oro e troni laccati a fianco alla seduta Well Tempered Chair di Ron Arad del 1986. Disseminati tra queste stanze ricche di affreschi, quando meno te lo aspetti, si trovano i progetti di giovani designer internazionali commissionati recentemente dalla nuova direzione. Dopo la prima mostra WerkStadt Vienna con lo Studio Makkink & Bey, seguito dal progetto Rochaden – a cui hanno partecipato con lavori site specific ispirati alla collezione permanente di Daphna Laurens, Dechem, Judith Seng, Loris&Livia e mischer’traxler – si è da poco inaugurato Okolo Offline Two (SAMMELN, ossia, collezione) in collaborazione con il collettivo Okolo di base nella Repubblica Ceca, fondato nel 2009 da Adam Štěch, Jakub Štěch, Matěj Činčera e Jan Kloss, e Depot Basel, spazio dedicato alla creatività contemporanea inaugurato nel 2011 nella città omonima, diretto da Matylda Krzykowski e Laura Pregger.
Vista della mostra “Okolo Offline Two” al Kunstgewerbemuseum. Photo Okolo. © Kunstgewerbemuseum Staatliche Kunstsammlungen
Un progetto fresco sulla specificità – e la libertà – del collezionare, e non sul collezionismo. Okolo Offline Two racconta un modo di collezionare lontano da quello sistematico e razionale delle istituzioni, fornisce una panoramica su quanto questa passione possa infiltrarsi in ogni dettaglio della nostra vita quotidiana – anche con deviazioni maniacali. Due i giovani curatori: Matylda Krzykowski di Depot Basel e Adam Štech di Okolo – anche incaricato dell’allestimento e della grafica del progetto esegito da Matej Cncera e Jan Kloss. I due hanno racchiuso in una stanza (e aperto online) più interpretazioni di una attitudine che può riguardare chiunque, svincolata dal concetto del valore acquisito: affascinati profondamente dal significato degli oggetti, hanno scandagliato l’universo delle cose semplici con rara sensibilità tirando fuori esempi significativi e paradigmatici per caratterizzare il particolare approccio con cui si può essere veri e propri collezionisti.
Vista della mostra “Okolo Offline Two” al Kunstgewerbemuseum. Photo Okolo. © Kunstgewerbemuseum Staatliche Kunstsammlungen
Con incursioni nella collezione del musei, sono radunati in geometriche isole architettoniche dal forte schema cromatico bianco e azzurro, prodotti della quotidianità quali articoli per lo sport e il tempo libero, grafiche e packaging particolarmente riusciti e perfino testi stampati su cartoncino trapezoidale quasi a tramutarli, essi stessi, in oggetti in 3D – da non perdere le righe sul collezionismo scritte da Jan Boelen, Jana Scholze e Tomáš Libertíny. Più che il collezionismo tout court, nella modalità classica di coloro che possono investire denaro per aggiudicarsi pezzi rari come l’iconografia contemporanea della parola spiega, qui il tema è il particolare (e democratico) approccio con cui lo si fa. Lo status che rappresenta l’avere e il possedere – compresa la fibrillazione, si dice anche psicologica di questa pratica – non è qui il tema.
Galerie Neue Meister allo Staatliche Kunstsammlungen Kunstgewerbemuseum. Photo Oliver Killig
Si tratti di pubblico o privato, l’atto del collezionare implica una serie di azioni sistematiche che possono essere sostituite con il raccogliere essenzialmente ciò che ci fa battere il cuore. Il prodotto di questa ultima mostra, con tre video inediti girati sul patrimonio di Pillnitz, aggiunge un nuovo tassello alla collezione permanete, e ne fa una collezione in divenire anche grazie all’aggiornamento settimanale di contributi su Okolo-blog in modo che l’operazione possa essere seguita da un pubblico più ampio. “Vorrei fare di questa istituzione, e del suo particolare e diversificato patrimonio, un luogo aperto al dialogo tra passato e presente; un luogo di produzione, apprendimento e discussione. Considerando che i visitatori non possono toccare gli oggetti, vorrei che questi fossero presentati in maniera da riuscire a suscitare in chi li guardi fascino e ispirazione. Ecco perché ritengo di cruciale importanza presentare in modo innovativo e sensuale i tesori del museo”, sottolinea Tulga Beyerle.
© riproduzione riservata

fino al 2 novembre 2014
Okolo Offline Two
Kunstgewerbemuseum (Museum of Decorative Arts) at Schloss Pillnitz, Bergpalais

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