Quattro anni fa, visitando lo studio di Jason Miller a Brooklyn, qualcosa del modo in cui era sistemato mi colpì per la particolarità e l'originalità. C'erano rotoli di Pluriball, un arsenale di scatole di cartone di ogni forma e dimensione, pile di etichette dell'UPS e della FedEx: era un vero e proprio centro di spedizione e di ricezione. I materiali da imballaggio possiedono un grande potenziale, per far arrivare una cosa — qualunque cosa — a qualcuno in un pacco ben confezionato, e Jason li usava per spedire direttamente i suoi prodotti ai clienti che glieli avevano ordinati.
Da allora, i carrelli della spesa hanno iniziato a fare la loro comparsa sui siti web dei designer, e in grande quantità. Dovunque ci sia internet c'è un negozio online, la moneta elettronica è la valuta più recente e più diffusa al mondo, e l'infrastruttura dei corrieri che si è creata nel secolo scorso — UPS, FedEx e DHL — permette consegne tempestive e affidabili. Mentre certi designer come Jasper Morrison e Sam Hecht, hanno aperto negozi online che vendono prodotti progettati per determinati marchi, la generazione più giovane rinuncia al tipico rapporto progettista-produttore, costruendo e vendendo attraverso il web i propri prodotti.
La prassi del disegno industriale che si era configurata nel XX secolo, ed è ancor oggi prevalente, consiste in un servizio business-to-business, ovvero designer-to-business. Il designer fornisce il progetto a un'azienda che provvede alla produzione e alla vendita. La forma di prassi del design che si sta oggi delineando segue, invece, un modello business-to-consumer, ovvero designer-to-consumer (D2C). In questo modello, attraverso la vendita online e il rapporto con i distributori tradizionali, i designer sono divenuti produttori di se stessi e hanno creato qualcosa di analogo alle etichette discografiche indipendenti dell'industria musicale. Uno sguardo agli studi di alcuni dei designer che hanno adottato questa impostazione — Very Good & Proper (VG&P), Rich Brilliant Willing (RBW), Object Design League Company (ODLCO) e Field — rivela che essa richiede tutta una nuova gamma di competenze da parte del designer, e che cambia anche la forma organizzativa dello studio.
Gli studi D2C, più dei grandi produttori, tendono a tessere le lodi dell’iter di realizzazione dei loro beni