Dutch Design Week 2012

Le nuove condizioni del territorio della creatività implicano la necessità di ripensare la fisionomia del design olandese nell'èra della crisi economica, ma ci sono pochi segni che ciò si stia verificando: alla Design Week di quest'anno tutto funzionava come al solito.

Chi si fosse trovato a passare da Eindhoven la settimana scorsa avrebbe avuto ragione di pensare che nel mondo del design olandese tutto funzionasse come al solito. Il pubblico della Dutch Design Week ha continuato ad aumentare (quest'anno i 200.000 visitatori che erano attesi), le manifestazioni sono cresciute di numero e di varietà e ogni appuntamento pareva avere il suo caffè alla moda, con panini biologici in offerta a 7 euro in ambientazioni di gusto. I neolaureati dal viso fresco se ne stavano accanto ai loro prodotti, mentre i giovani divi dell'anno scorso erano tornati per esporre i loro lavori accanto a quelli della scena istituzionale in ex fabbriche ristrutturate, di fatto le gallerie preferite in questa ex città industriale, patria delle lampadine Philips.

E tuttavia questa sensazione di indipendenza da artisti accoppiata allo slancio del commercio maschera i sommovimenti politici e finanziari che si sono verificati in Olanda negli ultimi sei mesi, che hanno avuto conseguenze disastrose sull'infrastruttura del design olandese in termini di formazione, di produzione e di comunicazione. Nell'aprile 2012 il famigerato Geert Wilders ha ritirato il sostegno del suo partito – il PVV (Partij voor de Vrijheid, o Partito della Libertà) – alle misure d'austerità, che comportavano la formazione di un nuovo governo di coalizione e il consenso a tagli di bilancio per 12 milioni di euro all'epoca (più altri 16 miliardi di euro il 29 ottobre), destinati a incidere pesantemente sul settore della cultura.

Su una scena creativa nazionale in cui il denaro per due decenni non è stato un problema (soprattutto grazie al progetto politico di rilancio dell'immagine del paese come fucina di intelligenza creativa invece che come patria della droga e della prostituzione legalizzate) l'improvviso svuotamento del portafoglio suscita problemi enormi per la sopravvivenza del design olandese nella sua forma attuale. Il conflitto è evidente soprattutto nella ristrutturazione tutta pubblica di grandi istituzioni come la Design Academy di Eindhoven (dove tutti e tre i coordinatori del programma dei Master se ne sono andati in luglio, per essere reinsediati in agosto quando la preside Anne-Mieke Eggenkamp ha annunciato le sue dimissioni), oppure come il Nederlands Architectuurinstituut (l'istituto olandese per l'architettura), Premsela (l'istituto olandese per il design e la moda) e Virtueel Platform (l'istituto olandese per la cultura digitale), che nel gennaio 2013 saranno tutti riassorbiti in un'unica organizzazione generale. A scala minore i giovani designer indipendenti hanno perduto alcune fonti di finanziamento, mentre i centri di servizio per la ricerca progettuale e la sperimentazione dei materiali (tra cui l'Europees Keramisch Werkcentrum, il centro europeo per la lavorazione della ceramica di Den Bosch, e la fonderia Beeldenstorm di Eindhoven) si sono visti ridurre i finanziamenti.
In apertura: Atelier NL, "Curious Minds" dettaglio dell'installazione. Photo Mike Roelofs. Qui sopra: SUM di De Intuïtiefabriek è una collezione di stoviglie di porcellana ottenute tramite varianti di competenza produttiva, di decorazione e perfino della quantità del costoso pigmento blu cobalto
In apertura: Atelier NL, "Curious Minds" dettaglio dell'installazione. Photo Mike Roelofs. Qui sopra: SUM di De Intuïtiefabriek è una collezione di stoviglie di porcellana ottenute tramite varianti di competenza produttiva, di decorazione e perfino della quantità del costoso pigmento blu cobalto
Le nuove condizioni del territorio della creatività implicano la necessità di ripensare la fisionomia del design olandese nell'èra della crisi economica, ma ci sono pochi segni che ciò si stia verificando. Alla Designhuis un dibattito dal promettente titolo Quanto design possiamo mandar giù? non ha praticamente fatto cenno all'attuale contesto finanziario, né all'ipotesi della saturazione del mercato della progettazione innovativa degli ultimi vent'anni. Interrogati sull'incombente crepuscolo dell'epoca dell'attenzione politica al design, alcuni intervenuti si sono dichiarati completamente digiuni in proposito. Altri, tra cui William Meyers del MoMA e il futurologo Liam Young di Tomorrow's Thoughts Today, hanno risposto che i sommovimenti fanno bene al design. Hanno ragione, ma non sono olandesi. Benché conoscano le buone idee di progetto nate in questa città forse non si rendono conto che la deliberata separatezza del design olandese dal mercato di massa ha resistito per anni in cima a un precario castello di carte fatto di stagisti non pagati, di abitazioni pagate dai sussidi contro l'occupazione abusiva, di marketing internazionale aggressivo, di prezzi da edizione limitata e di voracità dei galleristi. Gli interventi hanno lanciato una sfida: dopo "la forma segue l'idea", dove sta andando il design olandese?
Pieter-Jan Pieters costruisce strumenti musicali che permettono esecuzioni intuitive ed estemporanee, in una celebrazione della libertà della tecnologia digitale che ne trascura la tendenza alla standardizzazione del suono
Pieter-Jan Pieters costruisce strumenti musicali che permettono esecuzioni intuitive ed estemporanee, in una celebrazione della libertà della tecnologia digitale che ne trascura la tendenza alla standardizzazione del suono
Alla Design Academy di Eindhoven, al centro della settimana del design olandese, la maggior parte degli studenti viene ancora cresciuta nel sogno di uno studio indipendente, i cui unici vincoli sono le personali aspirazioni creative. Un significativo numero di prodotti esposti consisteva in affermazioni metaforiche tradotte in forma fisica, in nuove versioni di tecniche tradizionali o in indulgenza a personali fantasie, il tutto fondato sulla premessa che il pubblico avrebbe acquistato questi oggetti semplicemente per la loro bellezza accuratamente tradotta nei materiali. Benché ci sia chi giustifica queste creazioni in nome del loro benintenzionato valore terapeutico o ecologico, occorre domandarsi perché debbano essere realizzate con materiali tanto costosi e in un modo che ne scoraggia la fabbricazione efficiente. In questo contesto, progetti come Piet di Theo Brandwijk, un gabinetto dotato di sensori per un trattamento più efficiente dei rifiuti umani, dimostra una lodevole consapevolezza del contesto. Altri progetti non pretendono di essere necessari, ma di fatto sono profondamente ristretti: Pieter-Jan Pieters costruisce strumenti musicali che permettono esecuzioni intuitive ed estemporanee, in una celebrazione della libertà della tecnologia digitale che ne trascura la tendenza alla standardizzazione del suono. E infine il progetto di Petra Hekkenberg di un campo da calcio al confine tra due paesi in competizione tra loro ricorda che il progetto può essere umile, giocoso, socialmente impegnato e (quasi) gratuito.
Un significativo numero di prodotti esposti consisteva in affermazioni metaforiche tradotte in forma fisica, in nuove versioni di tecniche tradizionali o in indulgenza a personali fantasie.
Petra Hekkenberg ha realizzato un campo da calcio al confine tra due Paesi in competizione tra loro, ricordando che il progetto può essere umile, giocoso, socialmente impegnato e (quasi) gratuito
Petra Hekkenberg ha realizzato un campo da calcio al confine tra due Paesi in competizione tra loro, ricordando che il progetto può essere umile, giocoso, socialmente impegnato e (quasi) gratuito
Nel frattempo, nei magazzini del quartiere dello Strijp, i prototipi cedono il posto alle imprese commerciali. L'ampia superficie che comprende i grandi magazzini, il ristorante e la fabbrica in attività di Piet Hein Eek offre alla generazione del futuro una base per esporre le proprie opere, tra cui il tavolo da campeggio di Atelier KunstAlders, che inserisce serbatoi del gas e dell'acqua in una struttura di facile uso, e gli oscillanti sgabelli Balancing di Rene Siebum, che offrono una raffinata alternativa alle elastiche palle di gomma vendute agli impiegati sedentari. In città, da Sectie-C, la mostra "Objects for Sale" presenta forse il più diretto riconoscimento della settimana tributato all'aspetto economico del design. La mostra riunisce opere di otto designer, ciascuno dei quali presenta il suo prodotto in tre versioni: a meno di 50 euro, da 50 a 500 euro e a più di 500 euro. I designer danno conto con precise tabelle dei differenti costi che intervengono nella produzione di un oggetto, ricordando ai visitatori i costi impliciti, come i margini della distribuzione, ma osando anche dare un prezzo all'ideazione. Per esempio in SUM di De Intuïtiefabriek si realizza una collezione di varie stoviglie di porcellana tramite varianti di competenza produttiva, di decorazione e perfino della quantità del costoso pigmento blu cobalto.
Gli oscillanti sgabelli Balancing di Rene Siebum offrono una raffinata alternativa alle elastiche palle di gomma vendute agli impiegati sedentari
Gli oscillanti sgabelli Balancing di Rene Siebum offrono una raffinata alternativa alle elastiche palle di gomma vendute agli impiegati sedentari
Mentre "Objects for Sale" guarda al lato commerciale del design olandese, Nadine Sterk e Lonny van Ryswick di Atelier NL ne analizzano i personaggi in un'installazione concettuale intitolata "Curious Minds" ("Menti curiose"). L'opera consiste in una grande mappa informativa che delinea i percorsi della carriera dei laureati della Design Academy dal 2006 al 2011, tendendo fili colorati su una grande struttura di legno. Nel quadro del dibattito se il nuovo designer sia un collaboratore o un elemento di collegamento, "Curious Minds" mostra che la stragrande maggioranza dei nuovi designer aspira ancora a essere un designer indipendente, e più che mai nel 2011. Atelier NL pone una domanda semplice, ma di difficile risposta: se l'epoca del designer indipendente non è più una soluzione possibile per i giovani laureati, di quale altro modello dispongono per integrarsi in un sistema di ricerca concettuale e di produzione creativa? Se consideriamo la settimana del design olandese un'indicazione, il momento in cui la lampadina si accenderà è ancora di là da venire. Tamar Shafrir (@tamarshafrir)
Viste dell'installazione di Kiki van Eijk e Joost van Bleiswijk's. Photo Iris Rijskamp
Viste dell'installazione di Kiki van Eijk e Joost van Bleiswijk's. Photo Iris Rijskamp
SUM di De Intuïtiefabriek è una collezione di stoviglie di porcellana ottenute tramite varianti di competenza produttiva, di decorazione e perfino della quantità del costoso pigmento blu cobalto
SUM di De Intuïtiefabriek è una collezione di stoviglie di porcellana ottenute tramite varianti di competenza produttiva, di decorazione e perfino della quantità del costoso pigmento blu cobalto
"Curious Minds" di Atelier NL. Photo Mike Roelofs
"Curious Minds" di Atelier NL. Photo Mike Roelofs

Ultimi articoli di Design

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram