Design dell'inferenza

Il team di ricerca Co-de-iT racconta com'è nata la recente opera multidimensionale e parametrica esposta al MIGZ festival di Mosca: una nuvola di fiori generati da un computer.

528 pezzi si combinano a creare un'onda di fiori sospesi, matematicamente ordinati secondo parametri elaborati da un calcolatore. Quali sono i principi che stanno alla base di questo allestimento e come si è arrivati alla generazione di queste forme?
L'occhio è, di per sé, un organo insufficiente alla visione: mentre la vista periferica fornisce al cervello una immagine generale ma sfocata, la nostra capacità di percepire i dettagli è limitata ad una piccola zona della retina: la fovea. La visione è quindi una questione di inferenze inconsce: fare assunzioni e trarre conclusioni da dati incompleti, basandosi sulle esperienze pregresse. Fondandosi su questi limiti, l'installazione lavora su uno spettro variabile di scale percettive e di influenza: la convoluzione della forma generale, generata tramite la simulazione del comportamento materiale di tessuti appesi, causa una reazione inferenziale nell'osservatore, mostrando solo un insieme incompleto di informazioni sulla propria conformazione. L'inferenza generata e l'inabilità a percepire i dettagli attivano un processo di attrazione, ma la complessità del componente può essere apprezzata solo ad una scala in cui si perde la percezione generale; riallontanandosi, appare chiaro come il tutto sia qualcosa di più della somma delle parti costituenti. L'installazione non incorpora nessun significato specifico, o metafora intenzionalmente creata su cosa vada scoperto né sulla scoperta in sé come processo; si tratta piuttosto di un esperimento su come morfologia, organizzazione, sistemi materiali e patterns abbiano l'abilità di innescare processi comportamentali dinamici e interazioni nello spazio e nel tempo. Spazio, materia e ornamento creano una intricata eleganza lungo un gradiente di scale percettive.
Installazione per il MIGZ Festival di Mosca realizzata da Co-de-iT, alias Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (fondatori) e Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaboratori).
Installazione per il MIGZ Festival di Mosca realizzata da Co-de-iT, alias Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (fondatori) e Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaboratori).
Avete allestito una nuvola di "fiori" generati del glaciale calcolo matematico di un computer, quanto conta la fantasia e l'estro della mente umana nella progettazione parametrica?
Sotto certi punti di vista la progettazione ha evidenziato il suo essere parametrica da molto tempo (la prefabbricazione e la progettazione modulare lo sono state in modo eloquente), ciò che a nostro avviso distingue i flussi esplorativi contemporanei sono lo spostamento dell'attenzione su invarianti topologiche, non linearità dei processi e possibili proprietà emergenti, come l'impossibilità di prevedere ogni comportamento del sistema, e soprattutto una ridefinizione degli ambiti applicativi tale per cui è possibile declinare gli stessi assunti teorici in architettura, economia, biologia, filosofia, letteratura, robotica e molti altri ambiti ancora. Il calcolo non è qualcosa di intrinsecamente freddo e inumano, in realtà è un processo che avviene quotidianamente e perpetuamente nel mondo inorganico e nelle specie viventi: per volare, una farfalla compie trilioni di calcoli al secondo; almeno altrettanti ne vengono compiuti durante il processo di formazione dei patterns sulle sue ali. Le specie viventi sono wet computers. La dicotomia tra freddezza matematica ed estro creativo è un cascame teorico che continuiamo a trascinarci dietro da molto tempo, ma rappresenta una visione errata delle cose. La mente, e con essa la creatività, è sempre stata plasmata dagli strumenti che concepisce e attraverso i quali opera, in un processo continuo di mutue influenze. Rigore, strumenti e creatività interagiscono tra loro e anche con molti altri fattori; la matematica è una importantissima chiave che consente di accedere ad un grado di complessità più alto nella strutturazione delle informazioni. Storicamente si sono visti gli strumenti come qualcosa al servizio di una supposta superiore capacità creativa, senza considerare quanto la possibilità di concepire alcune idee fosse stata resa possibile solo grazie alle opportunità offerte da nuovi strumenti. "Protrude, Flow e Morpho Towers sono due installazioni di Sachiko Kodama e Minako Takeno che utilizzano ferrofluido e campi magnetici per produrre formazioni dinamiche di grande impatto emotivo. Esistono anche artisti che lavorano interamente su codici digitali (quali Jared Tarbell, Casey Reas, Candas Sisman, Aaron Koblin, ma anche, per citare alcuni esempi italiani, Quayola, Abstract Birds e fuse*).
Installazione per il MIGZ Festival di Mosca realizzata da Co-de-iT, alias Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (fondatori) e Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaboratori).
Installazione per il MIGZ Festival di Mosca realizzata da Co-de-iT, alias Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (fondatori) e Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaboratori).
Esiste per voi una distinzione netta tra due campi complessi come arte e scienza?
A nostro parere i termini che definiscono arte e scienza indicano punti di riferimento in un campo di turbolenze, più che classificazioni rigide ed esclusive: ogni forma d'arte ha prosperato su innovazioni scientifico-tecnologiche così come ogni tecnologia produce la propria estetica, per non parlare dell'importanza dell'approccio creativo nelle scienze e del rigore disciplinare nella ricerca artistica. Il territorio di intermediazione è quello più fertile e pregno di interazione che sono percorsi e direzioni di esplorazione feconda.

Per comprendere la realtà che ci circonda ci aiutiamo con i dati, riconducendo a numeri e formule l'intorno tentiamo una sintesi limitata ma afferrabile del reale. La progettazione parametrica si basa su questi presupposti, ma come si riesce con queste basi razionali a produrre architetture emozionanti, spazi accoglienti e quindi toccare quella parte irrazionale dell'animo umano?
Non ci sentiamo di condividere un'impostazione dicotomica tra razionale ed emozionale. Una ricerca recente ha mostrato come le scelte più importanti della nostra vita, anche di tipo politico e finanziario, non vengono compiute sulla base di calcoli razionali ma per spinta emozionale, la quale innesca successivamente processi di razionalizzazione. Definire l'una o l'altra è qualcosa che dipende da quale modello di razionalità adottiamo e da come definiamo emozionante qualcosa: entrambe si evolvono nel tempo e interagiscono con la nostra struttura biologica e percettiva. È l'esercizio di sensibilità nell'interazione con gli strumenti che promuove l'atto creativo, la "risposta emozionale" è un potenziale risultato emergente dell'impatto tra la sensibilità di chi crea e quella di chi fruisce, non si calcola ma si può cercare di indirizzare grazie al fatto che siamo in grado di comunicare tra individui della stessa specie e condividere le nostre sfere emozionali.
La creatività non sta nello strumento, ma nemmeno nella pura mente umana: la creatività emerge dal continuo flusso di scambio di informazioni tra “strumento” e “mente”, e tra una moltitudine di individui che interagiscono singolarmente o collettivamente con il proprio universo tecnologico. “Ogni idea è un network”, Steven Johnson.
Installazione per il MIGZ festivalMIGZ Festival di Mosca realizzata da Co-de-iT, alias Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (fondatori) e Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaboratori).
Installazione per il MIGZ festivalMIGZ Festival di Mosca realizzata da Co-de-iT, alias Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (fondatori) e Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaboratori).
Abbandonato il tecnigrafo oggi l'atto del progettare si affida sempre di più al computer che ormai è diventato uno strumento insostituibile. Il vostro allestimento sarebbe stato realizzabile senza di esso?
Premesso che le nuove tecnologie non sostituiscono completamente quelle già esistenti, ma le integrano e ne ricollocano l'ambito operativo e che le idee sono inevitabilmente figlie del contesto in cui prosperano, la nostra installazione sarebbe stata impossibile anzitutto da concepire, sia senza la traiettoria teorica che ci ha portato dove siamo ora, sia senza il computer: senza cioè uno strumento che possa introdurre e gestire in modo così intensificato (in termini di tempo ed energia) un grado più alto di complessità nel processo creativo grazie alle sue capacità di generare in tempo reale gli effetti complessi di un processo iterativo guidato da regole di formazione, in modo da poterne cogliere i patterns e valutarne gli effetti.

1390 metri di taglio laser hanno permesso di dare vita fisica ad un modello tridimensionale virtuale, ma in architettura queste macchine a controllo numerico sono strumenti usati prevalentemente per la produzione di componenti da posare in opera, oppure per realizzare maquette in scala. Quali sono gli scenari futuribili per la realizzabilità di architetture parametriche?
La progressiva diminuzione dei costi dei macchinari per la fabbricazione a controllo numerico unita al fatto di una maggior praticità di utilizzo tramite software specifici sempre più diffusi hanno innescato un processo di democratizzazione e diffusione sia delle attrezzature che, al tempo stesso, della cultura legata alla digital-fabrication. Mentre qualche anno fa erano una rarità, attualmente l'uso di macchine CNC, 3dprinter o macchine a taglio laser sta diventando una parte essenziale del bagaglio tecnico-teorico delle nuove generazioni di architetti e designer. Molte università all'estero, dove si svolgono master di "digital architecture" si sono o si stanno dotando di fab-lab fornendo nuovi ambiti di conoscenza, nonché nuove opportunità lavorative. In particolar modo la tecnologia legata al 3dprint, dove oggigiorno è possibile reperire materiale open-source e auto prodursi macchinari con poche centinaia di euro, è un fenomeno in crescita esponenziale e sta diventando una vera e propria tecnologia di massa aprendo incredibili scenari di produzione customizzata.
Installazione per il MIGZ Festival di Mosca realizzata da Co-de-iT, alias Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (fondatori) e Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaboratori).
Installazione per il MIGZ Festival di Mosca realizzata da Co-de-iT, alias Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (fondatori) e Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaboratori).
Che limiti pongono queste macchine che abbiamo oggi a disposizione?
Possiamo dire che ogni tecnologia o strumento possieda dei limiti operativi; imparare a comprenderli ed usarli strategicamente fa parte del bagaglio di conoscenze di ogni artigiano, artista o in generale utilizzatore. Più che di limiti quindi parlerei di opportunità. Per la prima volta tali tools permettono di produrre utilizzando direttamente il codice, e quindi digitalmente, aprendo nuovi orizzonti da esplorare. Per quanto ci riguarda siamo interessati sia al potenziale della precisione, dove il prodotto finito si avvicina moltissimo al design digitale grazie alla precisione della produzione a controllo numerico, quanto ad esplorare i margini operativi e fisici che i macchinari offrono. Il passaggio da modello digitale a modello fisico offre terreni di esplorazione ed elaborazione interessantissimi che crediamo possano interessare sopratutto il campo dell'architettura e del design.

Il MIGZ di Mosca è stata un'occasione ghiotta per calare la vostra creazione in una scena di sperimentazioni digitali, come vi siete trovati in quel contesto?
Sicuramente la partecipazione a tale evento è stata un esperienza molto interessante sotto molti punti di vista, sopratutto se si tiene conto che Co-de-iT cerca di fare della multidisciplinarietà e del confronto con altre traiettorie il suo naturale terreno di gioco. La partecipazione al MIGZ festival ci ha permesso infatti di assistere a numerose performance ed a variegati ambiti di sperimentazione dell'eterogenea proliferazione "digitale-generativa", sia essa musica, arte o design.

Non si rischia di perdere il confine tra gioco e ricerca?
Il gioco, inteso come esplorazione libera di set, di regole, di territori operativi e come approccio ludico a configurare soluzioni, pensiamo sia uno degli strumenti maggiormente efficaci nella ricerca. Volutamente nel nostro percorso vogliamo allentare questo confine e crediamo che tale tema sia anche alla base dell'evoluzione di futuri metodi educativi.
Installazione per il MIGZ Festival di Mosca realizzata da Co-de-iT, alias Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (fondatori) e Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaboratori).
Installazione per il MIGZ Festival di Mosca realizzata da Co-de-iT, alias Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (fondatori) e Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaboratori).
Location: Red October Palace, Moscow
Program: installation for MIGZ festival
Building area: 9 mq
Design Team: Co-de-iT
- Alessio Erioli, Andrea Graziano, Davide Del Giudice (principals); Mirco Bianchini, Alessandro Zomparelli (collaborators)
Exhibition Curators: Alexei Scherbina, Alexandra Gavrilova
Completion: september 2011
Moscow local crew: Alexandra Gavrilova, Sergey Titov, Nataly Solovieva, Anzhelika Baryshnikova
Manifesto che riporta l'insieme dei 528 pezzi si combinano per creare l'onda di fiori dell'installazione.
Manifesto che riporta l'insieme dei 528 pezzi si combinano per creare l'onda di fiori dell'installazione.

Ultimi articoli di Design

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram