Arte del quotidiano, a Lucca

La mostra alla Fondazione Ragghianti riporta in primo piano le fondamenta di quel percorso tra arte e design. Testo di Loredana Mascheroni

Aggirandosi tra le sale della Fondazione Ragghianti alla ri-scoperta delle 120 opere selezionate da Isa Tutino, Antonia Jannone e Maturo Lovi si viene percorsi da un sentimento misto di curiosità e stupore, che lascia velocemente il posto a un senso di inadeguatezza. Ritrovare riuniti tanti di quegli oggetti del quotidiano – o, meglio, opere – che hanno segnato l'ultimo trentennio del design italiano e ammirarne l'inventiva fuori dagli schemi e la potenza evocatrice che li anima, aiuta a rendere giustizia a un periodo sicuramente fertile, ma porta anche a rileggere il decennio attuale con un occhio poco benevolo.
Se il panorama attuale del design domestico in senso stretto è così spesso segnato dall'omologazione da portarci a confondere tra loro tanti pezzi di produzione – sarà colpa della globalizzazione e della crisi economica? – il coté dei pezzi frutto della contaminazioni tra arte e design spesso scade nella pura provocazione, facendoci rimpiangere quegli illustri predecessori che ritroviamo numerosi riuniti nella mostra a Lucca.
Lo sforzo di selezione e ricerca dei curatori ha portato individuare e mettere in mostra un percorso di sviluppo ed evoluzione cronologico: si passa dall'Antidesign ai riflessi Pop Art dei primi anni Settanta al sistema poetico degli oggetti, ai frutti delle esperienze di Alchymia e Memphis e ai mobili d'artista degli anni Ottanta, alla "poetica del frammento" degli anni Novanta. A completare questo percorso c'è la sezione "La Collezione Megalopoli", curata da Mauro Lovi, che raggruppa quella particolare produzione nata attorno all'omonima galleria laboratorio.
La mostra ha poi il pregio di far riflettere su quali siano i tratti connotanti di pezzi d'arte e di design, e quale il (labile) confine che li attraversa. Perché se in linea di massima non si può che essere d'accordo con Ettore Sottsass quando afferma che "l'arte è prendere il fulmine con una mano e tenerselo stretto… mentre il design è una professione abbastanza razionale o razionalizzabile", è sicuramente vero che in tanti degli oggetti in mostra anche i designer siano riusciti a tenere il fulmine tra le mani.
Loredana Mascheroni

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