10 idee per Poplar

Organizzata dal British Council, la principale manifestazione del “London Festival of Architecture” ha invitato 20 architetti nella Balfron Tower a elaborare insieme nuove soluzioni per il quartiere di Poplar.

International Architecture Showcase
A quasi cinquant’anni dalla sua costruzione, la Balfron Tower – il complesso residenziale di Ernö Goldfinger – continua a colpire per la radicalità con cui risolve i temi della scala e dell’espressione strutturale, insieme con una sensibilità rara in materia di edilizia pubblica: i ponti tra la torre degli ascensori di calcestruzzo scanalato e gli appartamenti sono il tramite di una magica transizione dalla sfera pubblica a quella privata.
Il progetto di restaurarla e di vendere gli appartamenti sul mercato privato ha suscitate polemiche ma, nel frattempo, il palazzo ha assunto un ruolo diverso come crogiolo di idee nuove.
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
Per due settimane, il Balfron ha ospitato 10 architetti di vari continenti. Sono stati accoppiati a 10 studi britannici, emergenti o affermati, con lo scopo di elaborare soluzioni per quattro siti destinati all’urbanizzazione di Poplar, nella parte orientale di Londra, dove si trova il Balfron. Poplar vanta importanti precedenti in fatto di sperimentazione urbanistica. Il suo quartiere residenziale Lansbury faceva parte del “Festival of Britain” del 1951, dedicato a celebrare la ricostruzione britannica dopo la Seconda guerra mondiale. Lì vicino, Crisp Street vanta la prima piazza commerciale pedonale realizzata in Inghilterra.
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
Oggi, tuttavia, Poplar sta attraversando una crisi d’identità. Benché fittamente abitata, la zona ha una carattere abbastanza spettrale, non certo mitigato dagli sgomberi in massa per far posto alle case popolari del XX secolo, dalla separazione della zona industriale da quella residenziale, dall’espansione della A12 a dimensioni da autostrada, oltre che dalle trincee e dai sovrappassi della ferrovia leggera dei Docklands: i palazzi di Canary Wharf disegnano uno sfondo irreale che taglia la East India Dock Road. A quanto pare, c’è poca strategia nello sviluppo urbanistico di Poplar, al di là di quella consistente nella riconversione di magazzini e terreni dismessi in edilizia residenziale privata, con qualche beneficio sociale quando si riesce a ottenerlo.
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
Questi fattori hanno convinto il British Council a fare di Poplar il centro della “International Architecture Showcase”, la principale manifestazione del “London Festival of Architecture” di quest’anno.
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
I dieci gruppi di architetti hanno presentato le loro idee in una frenetica giornata di eventi, che comprendeva visite guidate e laboratori, all’interno e all’intorno della Balfron Tower. DK:CM e gli estoni di b210 hanno proposto una tipologia nuova per Londra: un palazzo che integri spazi sociali al piano terreno, residenze miste e un albergo ai piani superiori per ricavare risorse finanziarie. Karakusevic Carson Architects e i danesi di BCVA hanno differenziato la scala dei cerchi residenziali per creare collegamenti naturali con i sottoutilizzati parchi della zona e con il Limehouse Cut, corso d’acqua di difficile accesso.
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
Altre proposte erano molto più concettuali, anche se non per questo meno intellettualmente suggestive. Friend & Company e l’ugandese Jonathan Nsubuga hanno “allagato e restituito alla natura” l’area dei gasometri dismessi alla periferia di Poplar, in modo da consentire il ripristino della flora e della fauna tradizionali: “È confortante”, ha commentato Adrian Friend, “avere per committenti un pipistrello o un gufo”. Sull’ispirazione della spontaneità delle strade di Lagos, lo Studio TILT e il gruppo nigeriano MOE+ hanno disteso sul loro sito una vasta griglia di moduli di dieci metri per dieci, per favorire l’inventiva e l’interazione dei residenti. “La domanda è: a che cosa serve?”, spiega Papa Omotayo di MOE +. “Qual è l’idea di come dovrebbe essere una città? Le comunità magari non entrano in rapporto con questo concetto. È cruciale avere un sistema che dia voce alla marginalità culturale”.
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
Come antidoto alle pericolose astrazioni dei piani regolatori Duggan Morris e Hossein Hejrat dello studio iraniano ZAV Architects hanno tracciato una “mappa emotiva”, un disegno che registra la loro esperienza dell’area che possa fare da punto di partenza per nuovi interventi. The Decorators e l’austriaco ISSS Research&Architecture sono stati anch’essi colpiti dall’enorme numero di realtà locali e hanno inventato un gioco per spingere il pubblico a farsi coinvolgere nei processi connessi con la valorizzazione dei pregi di Poplar.
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
Alla fine della giornata, sul poco sfruttato tetto del Balfron, una tavola rotonda ha discusso del contributo di Goldfinger e di altri architetti immigrati in Gran Bretagna. Il succo è stato che noi, a nostro rischio e pericolo, scoraggiamo gli stranieri dallo studiare architettura e dal lavorare in Gran Bretagna. La rassegna ha fornito ulteriori prove dei benefici di questa collaborazione. Sarah Wigglesworth ha lavorato con Kane Yanagawa dell’omonimo studio di Taiwan alla creazione di un luogo di scambio tra le comunità industriali, residenziali e artistiche dell’area. Mentre gli architetti ospiti prendevano in fretta commiato prima di prendere gli aerei che li avrebbero riportati in patria, mi ha confidato che la rassegna aveva permesso agli architetti britannici di “riconsiderare il mondo sotto una luce nuova” e di ridiscutere le loro scelte. “Una conclusione fondamentale è: che cosa può imparare il Nord del mondo dal Sud del mondo? Al Sud la prospettiva è informale. Là i governanti non riescono a esercitare il  controllo. È quello che vogliamo. Bisogna dare alle persone la consapevolezza che possono avanzare delle richieste e prendere il comando”.
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
Il Balfron fa anche parte di un progetto di tutela promosso dal Bow Arts Trust. Invece di lasciare il complesso vuoto dopo la ristrutturazione, con tutti i comportamenti antisociali che ciò avrebbe potuto attirare, è diventato residenza provvisoria di artisti e architetti. Ma si vedono anche altre novità. Se si scendono le scale si scopre un’installazione d’arte fatta di elementi gonfiabili e di una gran quantità di detersivo in polvere: non è l’aroma che di solito si associa alle scale di un palazzo di parecchi piani. E gli ingressi degli ascensori sono stai trasformati in bar e spazi teatrali di una rappresentazione estiva del Macbeth shakespeariano; proprio il tipo di ripensamento degli spazi dimenticati o trascurati che il British Council ha voluto promuovere su vasta scala con la rassegna di quest’anno.
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
International Architecture Showcase, London Festival of Architecture 2014
A breve, tutte le proposte della rassegna saranno pubblicate e si spera che chi ha collaborato poi costruisca qualcosa sul sito, in modo che le idee nuove e i rapporti creati nel corso delle due settimane riescano a evolversi in modi più stimolanti e sorprendenti. Ma l’affascinante quadro di possibilità che si è delineato potrà essere concretamente verificato solo quando la consultazione con gli interessati sarà ampliata. È la scommessa cui il progetto si trova di fronte: i proprietari delle aree e altri decisori fondamentali vanno convinti che trarranno beneficio da questa prospettiva radicale di progettazione dell’ambiente costruito, oltre che persuasi ad affrontare i problemi relativi ai centri urbani: proprio come Goldfinger riuscì a convincere i suoi committenti che il suo segno modernista era lo strumento giusto per diffondere i loro ideali sociali.
© riproduzione riservata


9-21 giugno 2014
The International Architecture Showcase
Balfron Tower, Londra

Studi partecipanti:
muf architecture and Paula Velasco, MoVe from Chile
Delvendahl Martin and Arnita Melzoba, GAISS from Latvia
DK:CM and Aet Ader, b210 from Estonia
Duggan Morris and Hossein Hejrat, ZAV Architects from Iran
Karakusevic Carson Architects and Rune Veile, BCVA from Denmark
Friend & Company and Jonathan Nsubuga, J.E. Nsubuga & Associates (Uganda)
The Decorators and Stephan Schwarz and Ingrid Sabatier, ISSSresearch&architecture from Austria
Studio TILT and Papa Omatayo, MOE+ art Architecture from Nigeria
Natasha Reid and Thireshen Govender, UrbanWorks from South Africa
Sarah Wigglesworth and Kane Yanagawa, studio_KaneYanagawa from Taiwan

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