Architecture x Archeology

Con la realizzazione di tre diverse coperture, l’Ente Parco della Valle dei Templi di Agrigento prosegue nella sua azione sperimentale per produrre innovazione in ambito archeologico.

Con la realizzazione di tre coperture nella Valle dei Templi di Agrigento, la direzione dell’Ente Parco porta avanti un’azione sperimentale capace di produrre innovazione in ambito archeologico.
Nati da una proposta del direttore Giuseppe Parello e Carmelo Bennardo in collaborazione con il Japan Institute of Architecture-JIA, gli incontri internazionali di progettazione “Architecture x Archeological Sites” indagano lo stato dell’arte in materia di opere di protezione delle testimonianze archeologiche, al fine di individuare nuove tipologie modulari e flessibili, adattabili alle diverse esigenze dei contesti archeologici.
Molecular Shelter Tokyo
Molecular Shelter Tokyo
Il Parco, ampio circa 1.300 ettari, conserva uno straordinario patrimonio monumentale e paesaggistico che comprende i resti dell’antica città di Akragas – una delle più importanti colonie greche della Sicilia – e il territorio circostante sino al mare. Nella Valle dei Templi – immerso in un paesaggio agricolo di rara bellezza – si trova uno dei maggiori complessi archeologici del Mediterraneo, nel 1997 dichiarato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità.
Bamboo Shelter, Palermo
Bamboo Shelter, Palermo
Seppur visitati da milioni di persone, i siti archeologici non sono attrezzati per la fruizione turistica. Per utilizzare meglio questa enorme risorsa culturale e farla diventare agente attivo dell’economia regionale è di strategica importanza dotarsi di nuove strutture adeguate alla contemporaneità. È necessario progettare e realizzare strutture adesso mancanti e adattare i beni culturali e ambientali per una migliore fruizione.
Molecular Shelter Tokyo
Molecular Shelter Tokyo

A tal fine, gli incontri hanno impegnato docenti e studenti del Politecnico di Milano (Marco Imperadori e Andrea Vanossi), dell’Università di Palermo sede di Agrigento (Fausta Occhipinti), e dell’Università di Tokyo (Salvator-John A. Liotta e Yuta Ito) nella costruzione di prototipi sperimentali per la protezione sia dei reperti archeologici sia dei lavori di scavo.

La costruzione delle coperture – oltre a porre problemi tecnici dovuti all’ancoraggio al suolo – trasforma il sito, aggiungendo un nuovo elemento al paesaggio archeologico. I progetti sono stati interpretati come una forma da gestire in continuità col paesaggio, qualcosa che non vi si oppone, ma si fonde con esso. In tal senso, i progetti hanno in parte cercato un dialogo col contesto, lo hanno ascoltato e gli hanno risposto, e, in modo più estremo, cercano di fondersi e annullarsi in esso, per scomparire.

Bamboo Shelter, Palermo
Bamboo Shelter, Palermo
Si è assistito a un confronto vero fra le diverse scuole partecipanti sia nella progettazione sia nella realizzazione. All’impiego di software parametrici e tecniche di fabbricazione digitale, si sono alternati schizzi fatti a mano e abilità artigianale spinta all’estremo. Si è passati dalla ricerca di un’architettura dematerializzata e lignea – da opporre alla solidità dei templi – all’impiego di materiali reperiti all’interno della Valle, dal decorticamento delle canne da fiume alla raccolta delle pietre utilizzate come parte integrante della struttura degli shelter.
I lavori manifestano la volontà di mettere a sistema il grande valore potenziale che la prospettiva interdisciplinare di integrazione fra architettura e archeologia offre a entrambi i settori disciplinari sia per quanto riguarda l’analisi e la ricerca, ma anche per quanto attiene la progettazione ed esecuzione di interventi all’avanguardia.
Bamboo Shelter, Palermo
Bamboo Shelter, Palermo

Gli studenti giapponesi ed italiani hanno interagito proficuamente sia con le maestranze locali sia con i funzionari del parco: Giuseppe Amico, Calogero Liotta, Michele Bevilacqua e Antonio La Gaipa. Durante l’incontro, ci si è avvalsi della supervisione scientifica di Kengo Kuma e dei contributi di esperti in materia quali Giuseppe Guerrera e Walter Angelico. Il connubio di queste sinergie – università, funzionari pubblici e artigianato – rappresenta un momento di scambio e crescita unico che apre nuove strade da esplorare. I tre shelter prodotti durante “Architecture x Archeological Sites” – oltre ad avere un valore funzionale ed estetico – vanno a formare il primo nucleo di quello che il direttore Parello immagina come un parco di architettura moderna all’interno di un parco archeologico.

 

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