On the Road 3

Alla terza edizione, il ciclo “On the Road” è un inconsueto genere di mostra che permette ai visitatori di vedere architetture a grandezza naturale che in un museo non si potrebbero vedere.

Si parla molto, oggi, del ruolo delle istituzioni contemporanee, in particolare dei musei.  L’importanza, i programmi e le responsabilità di questo modello tradizionale devono misurarsi con metodi sperimentali di finanziamento, di esposizione, di rapporti con l’esterno, di assegnazione degli incarichi, di comunicazione e di coinvolgimento nella sfera pubblica.
Si fa un gran discutere di che cosa significhi sperimentare, di quale sia il pubblico per cui ideare le mostre e di quale sia il ruolo del curatore nell’elaborazione delle informazioni in funzione di una mostra. Per fortuna gran parte di questa “metacuratela” si rivolge all’interno delle istituzioni stesse, in un fitto ventaglio di competenze e in una molteplicità di posizioni in materia di sfumature della pratica curatoriale.
On the Road 3, West of La Brea, 2013
On the Road 3, West of La Brea, 2013
Un’iniziativa di questo filone, che si svolge al di fuori delle strutture esistenti e si dimostra un esempio profondamente originale, è il ciclo “On the Road”, attualmente in corso, frutto della collaborazione di figure attive tra Los Angeles e Syracuse: Danielle Rago, Courtney Coffman, Jonathan Louie e James Michael Tate. Il gruppo ha di recente portato a compimento la terza edizione, che assume la forma di una mostra decentrata in cui il pubblico viene incoraggiato a scaricare una mappa e a recarsi in sette autentici edifici residenziali architettonicamente significativi situati nella parte occidentale di Los Angeles. Un inconsueto genere di mostra, che aggira l’istituzione e usa percorsi pubblici, permettendo ai visitatori di muoversi con relativa facilità. Inoltre così si possono vedere architetture a grandezza naturale che in un museo non si potrebbero vedere. Un modo di impegnare il pubblico direttamente in relazione ad artefatti altrimenti non esponibili.
On the Road 3, West of La Brea, 2013
On the Road 3, West of La Brea, 2013
Quando arriva a ciascuno degli edifici il visitatore è invitato a prendere dalla cassetta della posta della casa una cartolina, disponibile per un solo giorno dalle 10 alle 16. Queste cartoline, di formato standard (10 x 15 cm), sono state disegnate da giovani architetti, ciascuno dei quali riformula a suo modo il progetto. Così la rappresentazione della casa viene esposta direttamente di fronte alla residenza reale e ne dà una visione didattica e critica. Inoltre i visitatori possono confrontare e contrapporre rappresentazione e realtà. Le residenze prescelte sono un assortimento di edifici simbolici – come la Casa Norton di Frank Gehry a Venice, del 1984 – e di brani più quotidiani e vernacolari.
On the Road 3, West of La Brea, 2013
On the Road 3, West of La Brea, 2013
Nota lo storico Kazys Varnelis che è l’infrastruttura a rendere di fatto possibile l’architettura, non altro. Gli architetti non possono costruire begli edifici se non dopo la realizzazione di strade e di altre infrastrutture [1]. Nel caso di “On the Road 3” il pubblico vive l’architettura passando per l’infrastruttura. È un’esperienza assolutamente tipica di Los Angeles: un itinerario nomade quotidiano attraverso il pittoresco, sublime paesaggio della California meridionale, per andare a visitare edifici di un passato lontano lungo percorsi di un’èra trascorsa. Edifici fatti per essere vissuti da e tramite la condizione urbana dell’automobile, se si vuol credere a Frank Lloyd Wright, uno degli architetti americani responsabili del modernismo suburbano e infrastrutturale così perfettamente messo in atto a Los Angeles.
On the Road 3, West of La Brea, 2013
On the Road 3, West of La Brea, 2013

Le strade sono una delle poche esperienze realmente collettive: il progetto “On the Road” sfrutta questa caratteristica e la fonde con la dimensione individuale attraverso la cassetta della posta, luogo in cui l’estremamente pubblico si fonde con l’estremamente intimo. Mentre internet ha alterato fino a un certo punto l’importanza di questa dinamica, la cassetta della posta rappresenta la connessione di ciascun individuo con il mondo esterno, il desiderio raccolto in una cassettina che funge da punto di ricezione di una grande rete di distribuzione pubblica.

Il progetto “On the Road” funziona, in più di un modo, come un progetto integralmente pubblico, poiché per realizzare la mostra ‘svia’ le strade, o forse le viola. Sotto questo aspetto non è un fenomeno interamente inedito, dato che altre mostre decentrate sono state realizzate a scala urbana o regionale. E tuttavia, comunicando il contenuto della mostra attraverso la cassetta delle lettere, il progetto sovverte e sfrutta anche un altro sistema pubblico: il servizio postale. “On the Road 3” aggira il tradizionale modello istituzionale della curatela utilizzando strutture pubbliche. Invertendo l’uso della cassetta delle lettere e facendone un oggetto di consegna e non un oggetto di ricezione, il rapporto tra edificio e città si inverte. La casa non è più un luogo di privato isolamento domestico, ma di pubblico impegno comunitario.

On the Road 3, West of La Brea, 2013
On the Road 3, West of La Brea, 2013
L’iniziativa è durata un solo giorno. Sarebbe stato interessante vedere che cosa sarebbe successo se i curatori fossero riusciti a fare in modo che le cartoline fossero disponibili ogni giorno per un mese. E poiché la mostra è durata un giorno solo, soltanto un settore relativamente limitato di pubblico si è reso conto del suo svolgimento. L’unica giornata è stata inoltre coronata da “un dibattito sulle modalità della comunicazione contemporanea della produzione architettonica, con Ellen Donnelly, Hammer Curatorial Fellow, in veste di moderatrice”. L’appuntamento ha fatto sì che parecchi visitatori chiudessero la giornata in questo modo. Sarebbe stato provocatorio vedere che cosa sarebbe accaduto se il dibattito si fosse svolto una settimana dopo, in modo che dopo la mostra i visitatori potessero continuare nella loro dérive e concluderla a un In-and-Out o sulla spiaggia. In ogni modo la mostra ha avuto successo e ne resta memoria sotto la forma delle cartoline e di un modello per l’occupazione della sfera pubblica tramite l’infrastruttura usata come spazio di curatela.
On the Road 3, West of La Brea, 2013
On the Road 3, West of La Brea, 2013
Tra i collaboratori di “On the Road”, Andrew Akins, Clark Thenhaus, Heather Flood, Heather Peterson, James Leng, Mark Ericson, Jessica Colangelo e Wendy Gilmartin. Gli artisti Bryne Rasmussen-Smith, Jaime Kowal, Leon Henderson Jr. e Maya Santos di FORM follows FUNCTION raccoglieranno e poi racconteranno la storia delle attività della serata attraverso fotografie e video.
On the Road 3, West of La Brea, 2013
On the Road 3, West of La Brea, 2013

Note:
1. Kazys Vanelis, Systems Gone Wild: Infrastructure After Modernity, http://www.c-lab.columbia.edu/0162.html (verificato il 9 dicembre 2013).
On the Road 3, West of La Brea, 2013
On the Road 3, West of La Brea, 2013

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