Venice Takeaway

Benché ricco di contenuti, il padiglione britannico pare rispecchiare più il programma del British Council (procacciare collaborazioni e collegamenti internazionali) che un commentario all'architettura inglese contemporanea.

Nel padiglione centrale della Biennale Architettura di Venezia un'installazione degli architetti svizzeri Diener e Diener si interroga con acutezza sulla vita degli amatissimi padiglioni nazionali dei Giardini. Eleganti fotografie di Gabriele Basilico sono collocate accanto a libri aperti che recano brevi note biografiche di ciascuno degli edifici. Tra queste, un testo di Peter Cook, patrimonio nazionale di per se stesso, sul padiglione della Gran Bretagna. Cook ne cita la privilegiata collocazione assiale in cima a un piccolo rilievo, la veranda da epoca coloniale che sovrasta il resto dei Giardini, con Francia e Germania ai lati, e si diverte a immaginarsi sonnecchiare su una sedia a sdraio, come sul ponte di una nave, con un gin and tonic fresco in mano. Con qualche tenerezza descrive l'avamposto britannico a Venezia come un diletto animale di casa ormai in età. Usa la parola "ammuffito".

E così, su uno sfondo dai pregi così tremendamente sbiaditi, viene presentata – o piuttosto liquidata – la partecipazione britannica alla 13. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Il titolo della mostra (Venice Takeaway. Ideas to Change British Architecture) è una premessa ingannevole. A prima vista è un concorso d'idee puro e semplice, pensato per riunire alcune delle innovazioni più brillanti, utili, pratiche e produttive di tutto il mondo, presentandole sotto l'egida dell'architettura britannica. Uno sforzo per incitare il decrepito mondo istituzionale ad avere qualche altra buona idea. Per fare del padiglione qualcosa di utile e di produttivo al di là dei muri di un edificio veneziano.
Il padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia. Foto di apertura: Gaia Cambiaggi
Il padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia. Foto di apertura: Gaia Cambiaggi
Patrick Schumacher, direttore dello studio Zaha Hadid Architects, nella sua prefazione al catalogo sostiene questa impostazione. Si lagna dello stato della professione dell'architetto in Gran Bretagna e della mancanza di vitalità dell'infrastruttura che lo circonda, lamenta la ristrettezza delle vedute e la generale scarsa propensione al rischio del paese. Saluta la prospettiva di chi si volge all'esterno, lo spirito d'avventura proposto dai curatori. Forse per chi opera alla scala di ZHA o per i medi studi d'architettura, che devono lottare contro la ristrettezza di vedute degli immobiliaristi orientati al profitto, questa prospettiva è ben accetta e relativamente fortunata, perfino utile. Ma volgersi all'esterno non significa che nei nuovi studi d'architettura britannici manchino l'innovazione e le idee: occorre solo un po' di tempo per trovarle. E, non a caso, alcuni di questi professionisti di talento hanno trovato posto in Venice Takeaway.
Lo studio DRMM, de Rijke Marsh Morgan Architects propone di applicare il modello olandese delle soluzioni dinamiche alle aree più sottoutilizzate di Londra: quelle della sua rete di canali
Lo studio DRMM, de Rijke Marsh Morgan Architects propone di applicare il modello olandese delle soluzioni dinamiche alle aree più sottoutilizzate di Londra: quelle della sua rete di canali
Lo studio londinese Aberrant Architecture si è impegnato nell'analisi del fecondo programma di edilizia scolastica di Oscar Niemeyer (CIEP Centros Integrados de Educação Pública, Centri Integrati di Istruzione Pubblica) di Rio de Janeiro. In città, sono state costruite, con economia ed efficienza, 508 scuole dal progetto pressoché identico, e Niemeyer progettava di costruirne mille in tutto il paese. Il CIEP includeva un completo progetto di curriculum didattico, accanto alla concezione del ruolo formativo della scuola nelle aree socialmente svantaggiate. La ricerca è approfondita e solida, e – dato l'atteggiamento severo dello Stato britannico nei confronti dell'architettura e la sua necessità politica di costruire scuole – anche tempestiva. Ma c'è voluto un po' di tempo e qualche sforzo per apprezzarne l'applicazione. Sarebbe stato bello vedere un manifesto in dieci punti indirizzato al ministro britannico dell'Istruzione Michael Gove, per capire come il progetto potrebbe essere sensatamente applicato e come altri architetti potrebbero utilizzare i casi di studio.
La proposta meglio accolta e più utile viene da DRMM, lo studio più istituzionale di tutto il gruppo, che propone di applicare il modello olandese delle soluzioni dinamiche alle aree più sottoutilizzate di Londra.
Il progetto di Darryl Chen è un confronto estremamente radicale  tra le comunità autonome cinesi e il programma sociale del Partito conservatore britannico
Il progetto di Darryl Chen è un confronto estremamente radicale tra le comunità autonome cinesi e il programma sociale del Partito conservatore britannico
Una sala più in là si viene attratti dal confronto estremamente radicale di Darryl Chen tra le comunità autonome cinesi e il programma sociale del Partito conservatore britannico. La proposta di Chen, secondo la quale la Gran Bretagna dovrebbe smettere di importare beni dalla Cina e iniziare invece a importarne idee, è ironica e si riferisce in particolare al rapporto tra la legge sulle autonomie locali del governo di destra britannico e la politica urbanistica del Partito Comunista cinese. La mostra è incentrata su Caochangdi, comunità creativa fittamente popolata, polverosa comunità urbana della parte settentrionale di Pechino, nota soprattutto per essere il luogo di residenza di Ai Weiwei e per il fatto di proclamarsi "un nuovo villaggio socialista". E costituisce anche il cuore della prossima Settimana del design di Pechino. Imponente la mole di lavoro e di ricerca presentata nel libretto rosso di stile maoista di Chen, che comprende un coraggioso progetto di quartiere in cinque punti. Sta qui il take-away, la parte da "portarsi via", ed è spiritosa, interessante e ricca di stimoli di riflessione. In mostra l'installazione principale è un lungo rotolo di carta che raffigura l'improbabile fusione dei confini tra Caochangdi e un generico quartiere londinese, sotto forma di collage di cartoncino analogo alla RMB City dell'artista cinese Cao Fei, che appare meno interessante.
Il padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia
Il padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia
Ma la proposta meglio accolta e più utile viene da DRMM, de Rijke Marsh Morgan Architects, lo studio più istituzionale di tutto il gruppo, che propone di applicare il modello olandese delle soluzioni dinamiche alle aree più sottoutilizzate di Londra: quelle della sua rete di canali. Un caso di studio con un progetto urbanistico che anch'esso reca l'impronta dello studio. È stata costruita una gigantesca zattera in scala 1:1 dotata di tutti gli accessori, e appare la cosa più concreta e divertente di tutte quelle presentate da Venice Takeaway.
Il padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia
Il padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia
La mostra presenta due fisionomie distinte: un 'emporio delle idee' dove vengono presentati gli archivi di ricerca dei partecipanti; e una serie di proposte polemiche rivolte alla Gran Bretagna sotto forma di installazioni e di oggetti. Il problema è che la profondità e il potenziale di ricerca da applicare e da cui apprendere rimangono nascosti, velati, in favore di installazioni troppo spesso ambigue. Benché ricco di contenuti, il padiglione nell'insieme pare rispecchiare più il programma del British Council (procacciare collaborazioni e collegamenti internazionali) che una posizione rigorosa o un commentario all'architettura inglese contemporanea. L'obiettivo è ben posto e l'investimento sui giovani studi è certamente sincero e prezioso, ma il progetto è annacquato dal bisogno di pluralismo in materie di cui pubblico e professionisti dell'architettura potrebbero concretamente, utilmente ed efficacemente fare a meno.
Lo studio londinese Aberrant Architecture si è impegnato nell'analisi del fecondo programma di edilizia scolastica di Oscar Niemeyer CIEP Centros Integrados de Educação Pública
Lo studio londinese Aberrant Architecture si è impegnato nell'analisi del fecondo programma di edilizia scolastica di Oscar Niemeyer CIEP Centros Integrados de Educação Pública
Venice Takeaway
Commissario: Vicky Richardson
Curatori: Vanessa Norwood, Vicky Richardson
Progetto di allestimento: Born Design
Assistenti: Alastair Donald, Kendall Martin-Robbins
Comitato scientifico: Vicky Richardson, David Anderson, Ian Gilzean, Penny Lewis, Ciaran Mackel, Fred Scott, Brett Steele, Finn Williams
Il padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia
Il padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia

Ultimi articoli di Architettura

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram