Secondo la leggenda l'edificio, fabbricato a Parigi, in origine doveva essere una stazione ferroviaria e venne imballato e spedito al Cairo. Nessuno sa come e perché sia finito ad Haiti, ma fu accolto con entusiasmo. Tra i segni dell'aura di nostalgia che circonda l'edificio la sua immagine in grande evidenza sulla banconota haitiana da 1.000 gourde.
Lo studio d'architettura londinese John McAslan + Partners (JMP) è stato incaricato di realizzare il restauro di questo mercato palesemente coloniale dagli influssi musulmani. Lo studio ha iniziato a occuparsi di Haiti due anni fa, nel corso della sua collaborazione volontaria in Malawi con la Clinton Global Initiative (CGI), la fondazione dell'ex presidente degli Stati Uniti. Il progetto è stato finanziato dal miliardario irlandese Denis O'Brien, della Digicel, che gestisce i servizi di telecomunicazione mobile di Haiti ed è uno dei maggiori imprenditori attivi nell'isola.
Pauline Nee spiega che la prima volta che venne ad Haiti centinaia di venditori e di commercianti avevano già messo su dei banchi temporanei lungo la staccionata che circonda il sito. "Il commercio è importante. Significa tornare alla vita normale. Non volevano ricevere soccorsi, volevano commerciare e tornare ad avere il senso della normalità".
Chiunque sia nato a Port-au-Prince o ci abbia fatto degli acquisti ha una storia da raccontare o un ricordo del mercato