Le opere di Castella sono riempite di prati, alberi, arbusti e altri elementi naturali tagliati di netto dai bordi dell'inquadratura. Il risultato è il contrario di quello che si potrebbe supporre: questi lavori non arginano la natura entro uno spazio concluso, bensì estendono all'infinito la sua presenza. Le fotografie di Ghirri ottengono il medesimo risultato attraverso un movimento opposto. Anziché articolarso sulla base di una struttura centrifuga, sembrano la conseguenza di un processo di collassamento del mondo all'interno del campo di ripresa, con i soggetti principali raggifurati spesso per intero e posizionati al centro. Come scrive lo stesso Ghirri nella prefazione al suo libro Kodachrome "La cancellazione dello spazio che circonda la parte inquadrata è per me importante quanto il rappresentato… l'immagine continua nel visibile della cancellazione, e ci invita a vedere il resto del reale non rappresentato". Anche i dipinti di Hashimoto, pur non scaturendo da un'operazione di prelievo della realtà attraverso un obiettivo, forzano i quattro lati che li delimitano. A promuovere questa dilatazione sono i pattern geometrici che strutturano alcune composizioni, evidentementene fondati sulla propria ricorsività.
Fino al 27 ottobre 2012
Off-Screen: Vincenzo Castella, Luigi Ghirri, Jacob Hashimoto
Studio la Città
Lungadige Galtarossa 21, Verona