VIA, les écoles de design 2012

Al VIA di Parigi, 65 progetti e prototipi provenienti da 24 istituti del paese offrono uno spaccato sulla creatività, le tendenze e la ricerca nel design contemporaneo francese, con un focus sullo spazio urbano e la dimensione abitativa.

L'edizione 2012 di Le scuole di design in corso negli spazi del VIA, l'associazione che si occupa di innovazione e valorizzazione nell'arredamento, offre attraverso l'esposizione di 65 di progetti e prototipi, provenienti da 24 istituti del paese uno spaccato sulla creatività, le tendenze e la ricerca nel design contemporaneo francese. Con una bella e precisa selezione operata da Michel Bouisson, l'appuntamento s'inscrive come un classico nella programmazione della Design Week estiva. Quest'anno sarà prolungato fino all'autunno, quando un altro grande salone parigino, Maison&Objet, porterà nella capitale gli addetti ai lavori di tutto il mondo. La selezione dei progetti di diploma, nata come una vetrina per giovani talenti, si è progressivamente trasformata nella possibilità di testare l'offerta, le opportunità e l'efficacia di una strategia pedagogica che, su scala nazionale, ha prodotto sistemi d'eccellenza conosciuti in tutto il mondo: ENSCI, École Camondo, École de Valenciennes e una splendida miriade di ramificazioni regionali che vanno da Brest a Saint-Étienne e che stanno amplificando la qualità del design francese a livello internazionale. Siamo nel paese che ha inventato l'eccezione culturale e vanta un partenariato tra impresa e ricerca con tradizioni secolari di manifattura e manifatture (Sèvres, Gobelins, per citarne un paio) consolidate e operative, su base statale ma anche private. Occorre leggere un poco tra le righe nell'offerta di prototipi che si allineano nello spazio del VIA raccolti, talvolta per scuole, talvolta apparentemente per tematica (molto bella la vetrina di calendari perpetui, un grande classico del design). Online, poi, la mostra offre alla consultazione il più democratico dei cataloghi.
In apertura: Leslie Landucci, calendario perpetuo <i>Life goes on</i>. École nationale supérieure des arts décoratifs, Paris. © Leslie Landucci. Qui sopra: Sun HongLiang, posate <i>Art de la table</i>. École supérieure d'art et de design de Valenciennes. © Sun HongLiang
In apertura: Leslie Landucci, calendario perpetuo Life goes on. École nationale supérieure des arts décoratifs, Paris. © Leslie Landucci. Qui sopra: Sun HongLiang, posate Art de la table. École supérieure d'art et de design de Valenciennes. © Sun HongLiang
Sicuramente, il focus è giocoforza centrato sulle pratiche di design votate alla domesticità o comunque destinate allo spazio urbano e alla dimensione abitativa. È facile quindi che si ingenerino effetti di déjà-vu nel caso di alcuni lavori, ma molte creazioni riposizionano nell'incanto dei loro prototipi questioni eterne della nostra relazione all'oggetto. Molto belle due proposizioni numeriche: quella di Nicolas Tsan e Julien Cedolin 47,4 kg che gioca con il peso reale dell'ambiente di loro creazione e che s'ispira ai mobili da viaggio delle popolazioni mongole e le 45 di Clotilde Boussin che incanta per la semplicità e l'inclinazione della sua bella ed efficace poltrona a muro. Sono progetti che hanno anche un occhio all'ecosostenibilità e alla primordialtà della prossemica quotidiana. La linearità della scala simil-dogon di Priscille Tariel Aller plus haut, con il suo alto quoziente di accurata osservazione del movimento, potrebbe essere associata a progetti tecnologicamente più ambiziosi, ma con un afflato sensoriale, come per esempio quello della lampada Circadia di Pierre Greiner, che lega l'illuminazione ai cicli biologici di sonno e veglia.
Priscille Tariel, scala <i>Aller plus haut</i>. École supérieure des beaux-arts, Tours-Angers-Le Mans. Photo © Priscille Tariel
Priscille Tariel, scala Aller plus haut. École supérieure des beaux-arts, Tours-Angers-Le Mans. Photo © Priscille Tariel
La centralità del prototipo finisce, inoltre, per resuscitare le innumerevoli qualità evocative dei materiali non definitivi. Lo studio sulla luce di Yoann Jacquon, che prende come base la possibilità dell'utilizzo di un batterio bioluminoso o la verifica di manipolazione della luce nelle forme di Amandine Peyresoubes — entrambi della scuola di design di Orléans — offrono una prospettiva nuova sulla trasformazione di un materiale intramontabile come il vetro. E a questa ricerca si potrebbero associare altri progetti come quello delle magnifiche Bouteilles musicales di Hélènes Thomas. È proprio su questa costante forzatura oltre il limite percettivo del materiale – sia esso iconico o industriale – che il piacere ludico s'innesta nella ricerca tecnologica e nel gioco sul senso.
Sicuramente, il focus è giocoforza centrato sulle pratiche di design votate alla domesticità o comunque destinate allo spazio urbano e alla dimensione abitativa.
Marianne Cauvard e Raphaël Pluvinage, gioco musicale <i>Noisy Jelly</i>. École nationale supérieure de création industrielle - Les Ateliers - Paris. Photo © Marianne Cauvard
Marianne Cauvard e Raphaël Pluvinage, gioco musicale Noisy Jelly. École nationale supérieure de création industrielle - Les Ateliers - Paris. Photo © Marianne Cauvard
L'attenzione ai sensi sembra divenire una parte importante nell'agglomerazione concettuale del giovane design. Nel loro Noisy Jelly Marianne Cauvard e Raphaël Pluvinage manipolano le qualità di una gelatina fino ad associare un effetto sonoro a uno visivo. È davvero presente una sperimentazione a tutto campo, centrata sugli aspetti utilitari del vivere, destinando particolare attenzione anche alle situazioni di handicap. Splendida la serie di stoviglie e posate pensate per le persone anziane e/o affette dalla sindrome di Alzheimer di Sun HongLian oppure l'accessorio di articolazione per sedia a rotelle di Mateo Garcia. Sono proposte efficacissime già in fase di studio/realizzazione; per non parlare del meraviglioso progetto pieno di poesia di Leslie Landucci Life goes on. Nei suoi calendari e orologi perpetui, realizzati per sopperire al calo repentino e costante di concentrazione delle persone affette da deficit di attenzione (TDA), il tempo sembra non avere che la dolce misura della creatività. Tutti i progetti sono piccoli capolavori di eleganza per una società sempre più bisognosa di differenti tipi di conforto materiale e psicologico. E questa generazione di designer sembra già accompagnarne i desideri.
Marianne Cauvard e Raphaël Pluvinage, gioco musicale Noisy Jelly. École nationale supérieure de création industrielle (ENSCI), Les Ateliers, Paris. Photo © Marianne Cauvard
Marianne Cauvard e Raphaël Pluvinage, gioco musicale Noisy Jelly. École nationale supérieure de création industrielle (ENSCI), Les Ateliers, Paris. Photo © Marianne Cauvard
Clotilde Boussin, poltrona <i>Le 45</i>. École européenne supérieure d'art de Bretagne, Rennes. © Clotilde Boussin
Clotilde Boussin, poltrona Le 45. École européenne supérieure d'art de Bretagne, Rennes. © Clotilde Boussin
Pierre Greiner, lampada Circadia. École supérieure d'art et de design, Orléans. © Pierre Greine
Pierre Greiner, lampada Circadia. École supérieure d'art et de design, Orléans. © Pierre Greine
Hélène Thomas, <i>Bouteilles musicales</i>. École européenne supérieure d'art de Bretagne, Brest. © Hélène Thomas
Hélène Thomas, Bouteilles musicales. École européenne supérieure d'art de Bretagne, Brest. © Hélène Thomas
Yoann Jacquon, lampada <i>L'expérience du feu</I>. École supérieure d'art et de design, Orléans. © Yoann Jacquon
Yoann Jacquon, lampada L'expérience du feu. École supérieure d'art et de design, Orléans. © Yoann Jacquon
Matéo Garcia, accessori per sedia a rotelle <i>Articulations</i>. École nationale supérieure de création industrielle (ANSCI) Les Ateliers, Paris. Photo © Véronique Huyghe
Matéo Garcia, accessori per sedia a rotelle Articulations. École nationale supérieure de création industrielle (ANSCI) Les Ateliers, Paris. Photo © Véronique Huyghe
Nicolas Tsan e Julien Cedolin, armadio <i>Quarante-sept quatre</i>. École nationale supérieure des arts décoratifs, Paris. Photo © Dominique Feintrenie
Nicolas Tsan e Julien Cedolin, armadio Quarante-sept quatre. École nationale supérieure des arts décoratifs, Paris. Photo © Dominique Feintrenie

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