Confrontations

Inattese intrusioni della bellezza a confronto: al Vitra Design Museum Confrontations è un elogio della sperimentazione e del relativo caos, dove anche il visitatore diventa parte del processo progettuale.

"È difficile dire quanto tempo occorra per la cristallizzazione", ammette Jörg Benz, ricercatore farmacologico della Roche, la multinazionale svizzera della sanità. "In un primo tempo, è una semplice questione di prova ed errore", spiega: "Può succedere che i cristalli si formino e crescano nel giro di qualche ora, oppure può capitare che ci vogliano settimane, perfino anni". Benché Benz stia parlando della creazione di molecole organiche sintetiche di cui la Roche va alla ricerca per nuovi farmaci, le sue parole potrebbero descrivere altrettanto bene il processo progettuale sui cui si fonda Confrontations: Contemporary Dutch Design ("Conflitti: design olandese contemporaneo"), una mostra il cui processo di cristallizzazione si è svolto presso la Galleria del Vitra Design Museum tra il 12 e il 16 giugno, e che rimane aperta fino al 2 settembre. In corrispondenza con la mostra Gerrit Rietveld. Die Revolution des Raums, allestita nello spazio principale del museo, Confrontations accoppia cinque giovani studi di design olandesi i cui metodi sperimentali s'ispirano a Rietveld (Lucas Maassen, 2012Architecten, Studio Formafantasma, Studio Wieki Somers e Dirk Vander Kooij) con aziende attive nell'area geografica del Vitra (Roche, Vitra, Doris Wicki, Confiserie Rafael Mutter e A. Raymond). La collaborazione ha avuto il suo culmine nella settimana dell'Art Basel, quando i gruppi di lavoro si sono alternati dalle 12 alle 18 sul palco centrale della galleria per rifinire i rispettivi prodotti.

È mezzogiorno e un quarto del 15 giugno e Wieki Somers, progettista annunciata dal programma, non si trova. Amelie Znidaric, curatrice della mostra, assicura ai visitatori che la performance inizierà a minuti e poi scompare alla ricerca di Somers. Sulla parete della galleria, un orologio a doppio pendolo – un pendolo appeso a un altro – ricorda ai visitatori che, per quanto la Svizzera tedesca sia celebre per la puntualità, Confrontations è un elogio della sperimentazione e del relativo caos. Catalogtree, lo studio olandese che ha curato l'allestimento, ha scelto il doppio pendolo come emblema della mostra perché il suo movimento intrinsecamente imprevedibile incarna l'essenza stessa della sperimentazione.
In apertura: Lucas Maassen, Valerie, mia sorella di cristallo, dettaglio del lampadario. Qui sopra: la madre di Lucas Maassen assembla il lampadario Valerie. Foto di Mike Roelofs
In apertura: Lucas Maassen, Valerie, mia sorella di cristallo, dettaglio del lampadario. Qui sopra: la madre di Lucas Maassen assembla il lampadario Valerie. Foto di Mike Roelofs
"Un orologio che funzioni sul principio del doppio pendolo sarà sempre un po' troppo veloce o un po' troppo lento", spiegano. Qualche altra oscillazione del pendolo e Somers fa la sua comparsa insieme con la sua squadra vestita di ingombranti tenute blu. Le cose si mettono in movimento. Somers, in collaborazione con la Confiserie Rafael Mutter, ha realizzato delle forme di cioccolato rotonde da 100 chilogrammi che, raschiate con una lama rotante come si fa con il formaggio Tête de Moine, rivelano motivi decorativi differenti. Mentre la designer mette in moto il processo, la curatrice appare visibilmente sollevata. "Wieki voleva che tutto fosse perfetto fin dall'inizio", osserva Znidaric. "Cosa assolutamente comprensibile, ma al centro della mostra c'è il concetto di processo: le cose iniziano in modo approssimativo e prendono forma nel corso del pomeriggio." Un vero processo di sperimentazione non va mai liscio.
<em>Confrontations: Contemporary Dutch Design</em>, Vitra Design Museum, fase di cristallizzazione dell'allestimento duante la settimana Art BAsel
Confrontations: Contemporary Dutch Design, Vitra Design Museum, fase di cristallizzazione dell'allestimento duante la settimana Art BAsel
Somers non è l'unica designer ad affrontare la sfida della rinuncia al controllo. Lucas Maassen, forse più noto per la collezione "fabbrica di mobili" realizzata dalla Lucas Maassen & Figli – che sarebbero poi Thijme (10 anni), Julian (8 anni) e Maris (8 anni) – continua nell'esplorazione del filone familiare facendo dei suoi genitori le figure centrali della sua collaborazione con l'azienda Roche. La presentazione delle tecnologie avanzate di ricerca farmaceutica della Roche ha suscitato in Maassen il desiderio di creare un oggetto usando gli stessi processi biologici che hanno creato lui. Sperimentando questa possibilità, la Roche ha cristallizzato del DNA – il codice fondamentale di ogni forma di vita – sintetico in una struttura osservabile al microscopio. Le forme che ne risultano, presenti in ciascuno di noi – compresi i genitori di Maassen e la sorella che avrebbe potuto avere e che non ebbe per il divorzio dei genitori – sono state poi ingrandite e riprodotte in 1.000 pezzi unici dal celeberrimo produttore viennese di cristalleria Lobmeyr. Lucas ha quindi invitato i suoi genitori a raggiungerlo in galleria per progettare e montare Valerie, la mia sorella di cristallo, un lampadario battezzato con il nome che il designer avrebbe voluto avere se fosse nato femmina. La performance è anche corredata da un video, altrettanto scintillante, d'interviste con ricercatori della Roche e con i genitori di Lucas, che intrecciano scienza dei legami molecolari e arte dei rapporti affettivi.
È il potenziale del museo: integrarci tutti quanti nel processo di produzione – del senso e dell'oggetto – e sfidarci a riprendere in esame ciò che abbiamo fatto
Studio Wieki Somers, in collaborazione con Confiserie Rafael Mutter, hanno prodotto cilindri di cioccolato dal peso di 200 kg che possono essere "sfogliati" rivelando diversi pattern. Fotos di Studio Wieki Somers
Studio Wieki Somers, in collaborazione con Confiserie Rafael Mutter, hanno prodotto cilindri di cioccolato dal peso di 200 kg che possono essere "sfogliati" rivelando diversi pattern. Fotos di Studio Wieki Somers
Come in molte delle opere di Maassen la semplicità del progetto nasconde la complessità poetica. Come del film degli Eames Powers of Ten (1968), in vendita nell'adiacente libreria del Vitra, Valerie, la mia sorella di cristallo ci trasporta in un viaggio tra le differenze di scala. Aggirandosi nella galleria il martedì pomeriggio, Maassen fa del suo meglio per prendere le distanze dal processo di cristallizzazione. "Mi fa impressione star lì a veder lavorare i miei genitori", confessa, "e metterli in mostra in una situazione così intima mi rende nervoso". Filo dopo filo Valerie prende forma tra le mani dei genitori di Maassen, con una tangibile sensazione di accudimento. Accanto c'è Maassen con il suo patrigno che, macchina fotografica al collo, non sa bene quale sia il suo ruolo di sostegno. Accennando ai genitori di Maassen, scherza: "Sta qui la vera confrontation, il vero conflitto!".
Andrea Trimarchi e Simone Farresin di Formafantasma durante l'allestimento della mostra
Andrea Trimarchi e Simone Farresin di Formafantasma durante l'allestimento della mostra
"Un conflitto non deve necessariamente essere aggressivo", afferma Znidaric, riferendosi al titolo della mostra. "È semplicemente la giustapposizione di due opposti, ed è ciò che faccio." Che si tratti delle culture nazionali olandese e svizzero-tedesca, oppure delle culture professionali dell'industria e del progetto, osserva: "Volevo svelare entrambi i capi, vedere qual era l'origine dell'altro e avviare una collaborazione vera". Un genere di provocazione che pare molto consono alla Vitra, azienda che ha costruito la propria fama sulla sperimentazione con mostri sacri del design come Charles e Ray Eames, George Nelson, Verner Panton, Jean Prouvé e Jasper Morrison. Come ulteriore attestazione della propensione dell'azienda ad assumersi dei rischi, l'area della Vitra è la patria di molti debutti architettonici: la prima opera costruita di Zaha Hadid, il primo edificio di Tadao Ando fuori dal Giappone e il primo edificio di Frank Gehry in Europa.
Durante il corso della performance, Formafantasma ha offerto ai visitatori pane cotto con farina e carbone
Durante il corso della performance, Formafantasma ha offerto ai visitatori pane cotto con farina e carbone
"Il modo in cui un'azienda sceglie di tradurre nel progetto i propri valori è straordinariamente importante", osserva l'amministratore delegato Rolf Fehlbaum in un'intervista sulla rivista Fast Company. Una visita all'area della Vitra rivela che Fehlbaum – che considera l'imprenditore come un leader sociale e culturale – non prende questo compito alla leggera. Alla festa estiva della società, mercoledì 13 giugno, Fehlbaum osserva la galleria e i suoi figli che giocano su un'altalena appesa a un albero – parte di Eamescape, l'opera realizzata per Confrontations da 2012Architecten in collaborazione con Vitra. La sperimentazione che vede prender forma sotto i suoi occhi gli piace. "Non vado in cerca di designer famosi perché credo che a un certo punto le persone trovino il proprio modo di fare le cose e che molte volte i designer più giovani siano più aperti alla sperimentazione", afferma Znidaric, rivelando un'inclinazione di famiglia ad andare oltre i confini. Avrebbe potuto essere un gigantesco fallimento", scherza, "ma proprio l'imprevedibilità è parte della faccenda."
Prototipo <em>Eamescape</em> realizzato connettendo frammenti di sedie degli Eames. Foto di 2012 Architecten
Prototipo Eamescape realizzato connettendo frammenti di sedie degli Eames. Foto di 2012 Architecten
"È stato fantastico", esclama entusiasta Dirk Vander Kooij. "La spinta che mi ha dato Amelie mi è stata davvero utilissima: ogni designer ha bisogno di qualcuno che lo provochi a darsi da fare", spiega. "Ho chiesto ad Amelie se voleva continuato a farlo anche dopo la chiusura della mostra." Fatto importante, Confrontations è una sfida non solo per i designer e per i produttori, ma anche per gli utenti. Trasformando il museo in un laboratorio sperimentale il visitatore – abituato a prendere visione del prodotto finito – viene coinvolto nel processo: la cristallizzazione. È il potenziale del museo: integrarci tutti quanti nel processo di produzione – del senso e dell'oggetto – e sfidarci a riprendere in esame ciò che abbiamo fatto. "Non c'è niente di paragonabile a un esperimento fallito", afferma Buckminster Fuller, "se non gli esperimenti dall'esito inatteso." "Inattese intrusioni della bellezza", aggiungerebbe Saul Bellow: "La vita è fatta così".
Dirk Vander Kooij mentre spiega il processo costruttivo del suo progetto di luce
Dirk Vander Kooij mentre spiega il processo costruttivo del suo progetto di luce
Vista della mostra dopo l'ultima performance che si è tenuta il 16 giugno
Vista della mostra dopo l'ultima performance che si è tenuta il 16 giugno

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