Triggering reality

Mettendo a confronto 6 artisti e 5 architetti, Giampiero Sanguigni e Marco Brizzi individuano nell'atteggiamento transdisciplinare di alcuni ambiti della creatività olandese una nuova strategia nei confronti dello spazio contemporaneo.

"La grande recessione ha creato in Occidente un'economia della paura e una cultura della contrizione. [...] Il pentimento per gli eccessi e la volontà di fare ammenda dominano il discorso politico e le riflessioni degli intellettuali, aprendo le porte ad un periodo di penitenza e di pentimento. [...] Alcuni architetti stanno affrontando la crisi come una sorta di purificazione spirituale, tornando ai principi di base di una disciplina che si è sempre proposta di fare di più con meno, fornendo benessere con limitate risorse finanziarie e tecniche". Con queste parole, Luis Fernández-Galiano, nel suo articolo Giorni di penitenza (in: España 2011. Spain Yearbook, AV Monographs, 147-148, Madrid, Spagna, 2011), descrive la decelerazione e il cambiamento che l'architettura europea – e quella spagnola in particolare – sta sperimentando a causa della recessione economica.

Nell'articolo, il concetto di penitenza – al di là di ogni considerazione pessimistica – si riferisce all'opportunità che questa crisi porta con sé: la situazione economica globale offre agli architetti la possibilità di purificare il proprio approccio e di tornare ai principi basici della professione, abbandonando gli eccessi che hanno caratterizzato il panorama architettonico europeo e i suoi progetti-icona per rivolgersi alla realtà con un atteggiamento più etico e consapevole.

Se la Spagna offre un punto di vista importante sul cambiamento in atto nella produzione architettonica europea, la condizione osservata dal curatore Giampiero Sanguigni e da Marco Brizzi con la mostra "Triggering Reality. Nuove condizioni per l'arte e l'architettura in Olanda" aggiunge ulteriori spunti a questa complessa riflessione, raccontando attraverso il lavoro di 11 autori come le dinamiche economiche globali e la situazione politica, sociale e culturale di un paese stiano contribuendo a definire un nuovo possibile orizzonte per la produzione artistica e architettonica del prossimo futuro.

In apertura: il Bucky Bar (Rotterdam, 2010) di DUS Architects offre l’occasione per una festa spontanea per strada durante l’inverno. Photo DUS architects. Qui sopra: Wouter Klein Velderman, <i>Ivory and Pride</i>, 2010 e <i>Now it can rain</i>, 2012. Photo Ivan-D'Alì
In apertura: il Bucky Bar (Rotterdam, 2010) di DUS Architects offre l’occasione per una festa spontanea per strada durante l’inverno. Photo DUS architects. Qui sopra: Wouter Klein Velderman, Ivory and Pride, 2010 e Now it can rain, 2012. Photo Ivan-D'Alì
La mostra, organizzata dal Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecciz di Prato e da Image con il sostegno dell'Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma, mette a confronto il lavoro di 6 artisti e 5 architetti: Atelier Van Lieshout, Boundary Unlimited, DUS Architects, Haas & Hahn, Nicoline Van Harskamp, Anne Holtrop / Bas Princen, Wouter Klein Velderman, Krijn de Koning, NIO Architecten, ONIX, accomunati dalla tendenza ad abbandonare i confini disciplinari per rivolgersi alla realtà dello spazio contemporaneo con un atteggiamento onnivoro e trasversale: si tratta da un lato di artisti che lavorano usando l'architettura come strumento per interpretare la realtà e da un altro di architetti che utilizzano media e supporti tipici della pratica artistica per stabilire relazioni con la città ed il contesto.

<i>Philly Painting</i>, progetto a cura di Haas & Hahn e Philadelphia Mural Arts Program, Philadelphia, USA, 2011–2012
Philly Painting, progetto a cura di Haas & Hahn e Philadelphia Mural Arts Program, Philadelphia, USA, 2011–2012
L'impostazione curatoriale della mostra prevede il confronto tra un architetto e un artista su cinque temi specifici, che declinano e approfondiscono il terreno comune che la mostra evidenzia: l'attenzione per la realtà. A questa si rivolgono, con una concretezza tipicamente nordica, le opere degli autori: se l'arte e l'architettura sono state spesso chiamate in tempi di crisi a sfumare i propri limiti per suggerire nuove direzioni e visioni per il futuro – si pensi, senza allontanarsi troppo dall'ambito toscano, ai progetti provocatori e spesso ironici espressi dai protagonisti dell'architettura radicale – "Triggering Reality" mette in luce la serietà e la pragmaticità con cui gli autori si concentrano sulla realtà che li circonda.
Anne Holtrop / Bas Princen, <i>Batara</i>, 2012, dettaglio. Photo Bas Princen
Anne Holtrop / Bas Princen, Batara, 2012, dettaglio. Photo Bas Princen
In particolare, Wouter Klein Velderman lavora su temi legati all'immaginario collettivo e alla tradizione culturale: con l'installazione Ivory and Pride (2010) riflette sul tema della precarietà relazionando l'equilibrio instabile della lunga trave e la debolezza dei materiali utilizzati con la fragilità della realtà e l'incertezza che caratterizzano questo periodo a livello sociale, economico e politico. Il Bucky Bar (2010) testimonia la ricerca del gruppo DUS Architects nell'ambito della trasformazione temporanea e partecipata dello spazio pubblico: questo padiglione temporaneo è stato realizzato spontaneamente nel centro di Rotterdam dai cittadini mettendo a disposizione i propri ombrelli. Come accade in altri progetti dei DUS Architects, il riuso di materiali consueti assume un nuovo valore sociale, legato alla creazione di spazi inattesi capaci di condensare nuove attività nello spazio pubblico. Haas & Hahn presentano invece alcune foto del progetto Philly Painting (2011-2012), un intervento di ambito urbano recentemente realizzato per il Mural Arts Program di Philadelphia che, attraverso la partecipazione della cittadinanza, lavora sui concetti di riappropriazione e coscienza collettiva. L'operazione consiste nella realizzazione di grandi pitture murali sugli edifici: il fine, apparentemente superficiale, è in realtà quello di far riemergere l'identità sopita di un quartiere della città un tempo molto attivo, scavando nella coscienza collettiva della cittadinanza e avviando progetti partecipati di trasformazione dell'esistente.
A sinistra: Krijn De Koning, <i>5 spaces. Work for the Pecci Centre</i>, 2012.  Photo Bas Princen. A destra: Anne Holtrop / Bas Princen, <i>Temporary Museum (Lake) & A Tower</i>, 2011. Photo Bas Princen
A sinistra: Krijn De Koning, 5 spaces. Work for the Pecci Centre, 2012. Photo Bas Princen. A destra: Anne Holtrop / Bas Princen, Temporary Museum (Lake) & A Tower, 2011. Photo Bas Princen
"Triggering Reality" presenta, con ricchezza ed eterogeneità di supporti, progetti che analizzano fenomeni sociali e culturali, che propongono modifiche deboli del contesto in cui si collocano, che interagiscono con la città ed i suoi abitanti per incanalare le energie esistenti in processi di partecipazione, riappropriazione e trasformazione. Il percorso organizzato da Sanguigni e Brizzi raccoglie progetti e opere che, per riprendere il titolo della mostra, "innescano" nuove realtà a partire da condizioni già esistenti, che scelgono la via della trasformazione e del riuso, che cercano di comprendere e riattivare spazi per mezzo di interventi low-cost o temporanei, offrendo al pubblico un'interessante fotografia sulla situazione attuale dell'architettura contemporanea, così come importanti spunti di riflessione sulla condizione europea ed italiana. Completa la mostra un catalogo pubblicato da The Architecture Observer che contiene un saggio introduttivo del curatore, un contributo dell'editore Hans Ibelings sul tema del design sociale, e schede che presentano gli autori attraverso le opere esposte e altri lavori precedenti: il formato tascabile e la completezza delle informazioni offrono al visitatore la possibilità di approfondire i temi della mostra direttamente durante la visita.
ONIX, <i>Naturing Architecture</i>, 2012. Photo Ivan D'Alì
ONIX, Naturing Architecture, 2012. Photo Ivan D'Alì
NIO Architecten, <i>Walk with me</i>, 2012. Photo Ivan D'Alì
NIO Architecten, Walk with me, 2012. Photo Ivan D'Alì
Nicoline van Harskamp, <i>Any other Business</i>, Amsterdam, 2009-11. Courtesy D+T Project Brussels. Photo Willem Sluyterman van Loo
Nicoline van Harskamp, Any other Business, Amsterdam, 2009-11. Courtesy D+T Project Brussels. Photo Willem Sluyterman van Loo

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