La Skyroom sul tetto dell'Architecture Foundation

Sfidando qualsiasi previsione meteo apre a Tooley Street, sul tetto della The Architecture Foundation, The Skyroom.

C'è un nuovo spazio espositivo sotto i cieli di Londra. In sfida a qualsiasi previsione meteo apre a Tooley Street, sul tetto della The Architecture Foundation, The Skyroom, "Stanza del cielo" appunto. Apre (mai verbo è stato usato in senso più strettamente letterale), a qualsivoglia iniziativa culturale e di intrattenimento ma soprattutto apre al cielo. In quel cielo, oltre alle solite nuvole, c'è la Shard di Renzo Piano, cantiere che corre veloce verso l'alto e c'è lo skyline del More London verso il Tamigi. Intorno, tetti e mattoncini rossi a faccia vista in ogni dove.

Il progetto è geniale, disarmante per la semplicità: una composizione sapiente di materiali e moduli elementari, genera ambienti, scorci e spazi dove gli effetti speciali avvengono a 'detonazione programmata'. Lo Skyroom non si coglie in un solo sguardo. I materiali puramente tattili sono due: lamiera metallica e legno; i materiali sensoriali come l'odore del legno, la luce, il vento, il tepore (o il freddo!), il silenzio, l'irradiazione e la notte, sono invece tanti, diversi, variabili. Il tavolato in legno attutisce i passi ed è immediata l'idea rassicurante di 'casa', ancora più forte per un luogo che domestico non è. Le pareti filtrano e proteggono, accolgono e invitano a indugiare, allo 'stare'. Attraverso la maglia metallica passano paesaggi urbani 'optical-onirici' dall'effetto ipnotico. Resteresti lì a guardare come cambia –perché è certo che cambia - al variare delle ore.

La struttura si stacca da terra (di circa 30 cm) e dai bordi del tetto dell'edificio (di circa 1m), grazie ad un sistema di travi e telai in acciaio che agganciano la base ai parapetti del terrazzo esistente. Si creano così dei corridoi esterni che nascono come percorsi di sicurezza e manutenzione, ma offrono ulteriori punti di osservazione, sul padiglione come sulla città.

Grazie alle viste dall'esterno si scopre uno degli accorgimenti più saggi del progetto: l'uso della maglia metallica in color rame per il rivestimento esterno; un doveroso e brillante abbinamento creativo, alla facciata in mattoncini rossi della Magdalein House, alla quale la Skyroom riconosce assoluta prevalenza gerarchica. Il rivestimento interno invece è in maglia argento alluminio: le pareti catturano la luce e la riflettono smaterializzandosi.
Un balcone aggettante sul fronte principale, costituisce l'elemento distintivo dalla strada: proiettato nel vuoto offre una vista privilegiata su Tooley Street e verso il More London.

E se piove? C'è il tetto 'salvagente': una copertura ad insufflaggio d'aria che copre tutto come una nuvola bianca. La tensione ad aria garantisce rigidità e tenuta con un effetto di magica leggerezza. Skyroom che respira.

Skyroom è un progetto di David Kohn Architects, vincitore del premio "Young Architect of the Year Award 2009", promosso e coordinato dalla The Architecture Foundation (Director Sarah Ichioka), commissionato da Roger Zogolovitch, di Lake Estates. È un mix di spazi aperti e coperti –attrezzato di servizi e locali accessori- dedicati a performances, meetings, esposizioni e conferenze, con una capienza di circa 60 persone.

Skyroom 'apre' al cielo fino a dicembre 2010.
Indy Johar, a destra, e Harry Rich, Royal Institute of British Architects
Indy Johar, a destra, e Harry Rich, Royal Institute of British Architects

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