The Nature of Motion

La mostra presentata da Nike in via Orobia è un esempio interessante di contaminazione progettuale nel macrocosmo del design. #MDW2016

Dieci designer hanno collaborato con l’azienda di Portland nell’esplorazione del concetto di movimento naturale. Esposto nella mostra “The Nature of Motion” durante il Salone 2016 in via Orobia, a pochi passi dalla Fondazione Prada, il risultato di questa collaborazione si è cristallizzato in diverse forme: da interpretazioni più concettuali ad altre più tecnologiche e funzionali, utilizzando in alcuni casi materiali nuovi di Nike, come il Flyknit.
Bertjan Pot, “The Nature of Motion”, Nike
In apertura: Sebastian Wrong, sedia ergonomica realizzata avvolgendo un complesso tessuto in Nike Flyknit intorno ad un telaio di ferro “The Nature of Motion”, Nike. Sopra: Bertjan Pot, serie Resting Pod realizzate rivestendo in tessuto Flyknit camere d'aria delle ruote di macchine e camion
Il progetto è durato un anno e mezzo e si è sviluppato a partire da un’idea originale di Mark Parker – amministratore delegato di Nike – di collaborare con i designer su progetti che venissero influenzati dal loro ethos, quindi anche dalla loro filosofia. Le risposte sono andate in diverse direzioni: chi, come Bertjan Pot, Martino Gamper, Enrica Caravan e Marco Zavagno di Zaven, e Sebastian Wrong, ha lavorato con il Flyknit utilizzando questo materiale altamente tecnologico in maniera inusuale; chi ha messo in scena il tema dell’equilibro come Clara von Zweigbergk e Shane Schneck, e Max Lamb; e ancora chi ha proposto un’interpretazione poetica del tema come l’americana Lidsey Adelman o un concept decisamente tecnologico come l’architetto americano Greg Lynn.
Martino Gamper, “The Nature of Motion”, Nike
Martino Gamper, collezione di tamburi realizzata con tessuti tecnici Nike Flyknit tesi su cornici di compensato laminato e fissati con lacci Nike. “The Nature of Motion”, Nike
Il set di sedute progettato dalla coppia Clara von Zweigbergk e Shane Schneck era legato all’idea di equilibrio, di bilanciamento e alla possibilità di continuare il movimento anche quando si è seduti, con particolare attenzione alle modalità d’interazione del corpo umano con gli oggetti statici.
Clara von Zweigbergk e Shane Shneck, “The Nature of Motion”, Nike
Clara von Zweigbergk e Shane Shneck, set di 7 sedute che studia la relazione tra equilibrio e postura, focalizzandosi all'interazione tra corpo umano e oggetti statici. “The Nature of Motion”, Nike
Il progetto di Max Lamb è stato probabilmente il più coraggioso. Piuttosto che proporre un oggetto in Flyknit, Lamb è andato nella direzione opposta: ha trasportato tre blocchi, di marmo, alluminio e polistirolo – materiali che fanno parte del suo lavoro come designer e artista –, e li ha sospesi su un campo d’aria compressa, muovendo l’invisibile e portando all’estremo l’idea di naturalità del movimento.
Max Lamb, “The Nature of Motion”, Nike
Max Lamb, installazione composta da grandi blocchi di alluminio, granito e polistirolo sospesi su un campo d'aria compressa, permettendone lo spostamento con tocchi leggeri. “The Nature of Motion”, Nike
Lindsey Adelman ha dato al tema un’interpretazione poetica concentrandosi sull’universo più ampio del movimento della natura, che è impercettibile ed evolve attraverso piccole vibrazioni di cui non ci si accorge ma consentono alle piante di crescere e ai semi di spostarsi. La Adelman – che è solita usare nei suoi lavori materiali ricchi come vetro soffiato, ottone e colore – ha scelto per questa installazione materiali invece molto semplici per creare due rami luminosi dotati di sensori, si muovono costantemente simulando gli stadi di una vita naturale.
Lindsey Adelman, Nike
Lindsey Adelman, installazione di luci ispirata alla Natural Motion degli alberi. “The Nature of Motion”, Nike
Il lavoro dello studio Zaven ha tratto riferimenti visivi dalla storia dell’arte, in un solco che da Calder passa per Antony Caro fino alle sculture di Fausto Melotti. Partiti dall’idea della scultura e del movimento, il duo di designer veneti ha creato delle esili lampade-sculture che simulano il corpo di un atleta congelato nella tensione massima del movimento.
“The Nature of Motion”, Nike, Fuorisalone 2016
Greg Lynn, sedia microclimatica intelligente in fibra di carbonio composito e alluminio che utilizza sensori integrati per calcolare la temperatura corporea degli atleti, regolandosi di conseguenza. “The Nature of Motion”, Nike, Fuorisalone 2016
La sedia microcrimatica intelligente di Lynn – che fa parte di una ricerca molto approfondita che Nike sta portando avanti con equipes di fisici nell’ottica d’inserire sempre più tecnologia all’interno dei capi di abbigliamento e nelle scarpe – è stata realizzata in fibra di carbonio composito e alluminio e utilizza sensori integrati per calcolare la temperatura corporea con l’obiettivo di termoregolare l’atleta nelle pause tra i periodi di attività fisica.
Enrica Cavarzan e Marco Zavagno, “The Nature of Motion”, Nike
Enrica Cavarzan e Marco Zavagno, lampade ta terra over size in tessuto Nike Flyknit. “The Nature of Motion”, Nike
Nike lavora per sviluppare progetti attorno all’idea di movimento naturale si può dire da sempre, da quando, agli albori dell’azienda, Bill Bowerman, suo cofondatore, descrisse la sua scarpa ideale come una “seconda pelle”. Del resto, l’allenamento da scalzi dei runner su erba rafforza i piedi, migliorando la performance e riducendo i rischi d’infortunio. Forti di questa consapevolezza, i designer di Nike realizzano una suola da running con scanalature a taglio profondo che permettono una flessibilità simile a quella del piede nudo. E l’impiego del Flyknit si muove in questa direzione. Nelle sale che chiudevano la mostra, i designer di Nike hanno messo in scena le tecnologie su cui lavora l’azienda attraverso esperimenti tattili legati al piede e al movimento.
“The Nature of Motion”, Nike
“The Nature of Motion” studia il potenziale del corpo umano attraverso una sinergia di forma, funzione e movimento. Nike

I dieci designer invitati sono stati esposti ai temi di ricerca vicini all’azienda e portati a visitare i laboratori di ricerca di Portland, e ognuno ha reagito alla propria maniera, raccogliendo la sfida con entusiasmo. In cambio Nike ha dimostrato una grande apertura nell’accogliere, incubare e sviluppare le loro idee.

La mostra rappresenta un esempio interessante di contaminazione progettuale tra due mondi afferenti: quello del design e quello molto più tecnico del design di abbigliamento e scarpe sportive che progetta per raggiungere precisi traguardi prestazionali.


12–17 aprile 2016
The Nature of Motion
Nike
via Orobia 15, Milano

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