Akram Zaatari

Le lettere dei tempi di guerra – perse, ritrovate, nascoste, riscoperte o consegnate in ritardo – danno forma a molti lavori dell’artista libanese, ospite alla British School at Rome.

Dopo il primo appuntamento con Robert Bevan, prosegue il programma “Meeting Architecture, Fragments”, alla British School at Rome, a cura di Marina Engel. Protagonista del secondo incontro, venerdì 12 febbraio 2016 alle 18, è l’artista libanese Akram Zaatari con la lecture e la mostra dal titolo “The Archaeology of Rumour”.
Akram Zaatari
In apertura: Akram Zataari, Letter to a Refusing Pilot, 2013, still da video. Qui sopra: ritratto dell’artista. Photo Marco Milan
L’intervento di Akram Zaatari alla British School at Rome si incentrerà sul tema della lettera in tempi di guerra. Lettere andate perdute, ritrovate, nascoste, riscoperte o consegnate in ritardo sono al contempo soggetto e forma di molti dei suoi lavori. La mostra, dal 12 febbraio al 4 marzo 2016 e curata da Marina Engel, presenta due video: In this House (2005) sul dissotterramento di una lettera e Letter to a Refusing Pilot (2013) rivolto a un ex pilota israeliano.
Akram Zaatari
Akram Zataari, In this House, 2005, still da video
Gli studi in architettura di Zaatari influiscono costantemente sul suo modo di guardare il mondo e sull’importanza che attribuisce a oggetti e documenti nel riscrivere e interpretare la storia. Nel suo lavoro, l’archeologia è spesso usata come metafora per collegarsi al passato e raccoglierne i frammenti: storie, ricordi personali, immagini e testimonianze provenienti dalle zone di guerra, in particolare dal Libano. L’insieme del materiale accumulato permette all’artista di indagare le sfumature tra le versioni ufficiali dei fatti e come questi siano invece raccontati e ricostruiti in modo del tutto personale da chi li ha direttamente vissuti.
Akram Zaatari
Akram Zataari, Letter to a Refusing Pilot, 2013, still da video
Il programma “Fragments”, concentrandosi sul concetto di frammento – inteso come maceria, casa, oggetto personale, fotografia – vuole riflettere su quanto la memoria, le emozioni e le ideologie siano costantemente legate alle rovine, agli edifici e a quello che contengono. Partendo da questo assunto, architetti, artisti visivi e storici si alternano, da dicembre 2015 a giugno 2017, con l’obiettivo di interpretare il frammento come tentativo per ricostruire l’identità personale e collettiva nelle zone di conflitto, dimostrando come il significato e i ricordi che attribuiamo alle nostre esperienze rimandino a elementi materici.

12 febbraio – 4 marzo 2016
12 febbraio h. 18, Lecture
Akram Zaatari – The Archaeology of Rumour
The British School at Rome
via Gramsci 61, Roma

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