XX1 Triennale

Dopo 20 anni torna alla Triennale l’Esposizione Internazionale, dedicata a “XXI Secolo. Design after design”. Il progetto oltre il progetto nel nuovo millennio.

XVII Triennale Di Milano 1983-1987. Il progetto domestico, Aldo Rossi, Teatro domestico
La Triennale di Milano ha preso una decisione storica e importante: la riorganizzazione della Esposizione Internazionale, la cui 21a edizione si terrà nel 2016.
La diffusione delle capacità progettuali nei diversi paesi del mondo (dall’Europa, all’America, all’Asia, all’Africa) e lo sviluppo di un mercato globale; il carattere sempre più trasversale della progettazione e l’indebolimento dei confini disciplinari tra design, architettura, comunicazione, paesaggio, arti visive, etc; le nuove relazioni tra le diverse competenze saranno i temi principali della Esposizione Internazionale.
I Biennale Di Monza 1923. Sala futurista italiana, Fortunato Depero
In apertura: XVII Triennale Di Milano 1983-1987. Il progetto domestico, Aldo Rossi, Teatro domestico. Sopra: I Biennale Di Monza 1923. Sala futurista italiana, Fortunato Depero

Design After Design” racconterà l’affermarsi delle nuove tecnologie della comunicazione, la sensibile riduzione dei loro costi (in prospettiva sempre di più), la crescita della mobilità individuale, la presenza di una lingua comune, la necessità di trovare uno sbocco produttivo all’ansia progettuale, la presenza di un mercato alternativo grazie alla rete, che oggi permettono ai progettisti di sperimentare essi stessi, liberi dai vincoli produttivi, le soluzioni più audaci e innovative di cui sono portatori.

In questo quadro la ricerca non è più una pratica solitaria, o una pratica bi-direzionale tra designer e committente, ma un’attività circolare, fra competenze e culture diverse, non necessariamente tutte in ambito produttivo e tecnico, tra arte, scienza, filosofia, tecnologia e design, il cui esito non è solamente un prodotto o un oggetto da produrre. È importante, perciò, affrontare i cambiamenti che coinvolgono l’idea stessa di progettualità.

Si può considerare il doppio significato del termine “after” per la valutazione del prossimo futuro: un “dopo”, ossia una progettualità in quanto fatto posteriore o susseguente al Novecento, oppure “nonostante” ossia una progettualità che si fa largo, in via antagonista, a dispetto del persistere di condizioni ascrivibili al secolo precedente.

In questo ambito si affrontano in modo nuovo alcuni nodi che accompagnano da sempre il mondo del progetto: la proprietà intellettuale e il copyright, la formazione e la didattica, la città e l’ambiente, la professione e le tecnologie. Le domande a cui rispondere sono: come cambia in questo contesto la figura del designer? Come mettere a fuoco il complesso ecosistema che emerge dal confronto fra logiche tipiche della produzione di massa e le nuove forme di organizzazione post-fordista? Come descrivere il profilo del progettista rispetto al legame sempre più stretto con forme di innovazione sociale attenta alle comunità, ai territori e alle culture locali? Quali cose, quali città, quali comunità, vogliamo lasciare ai nostri successori? What design after design? Why design after design? Where design after design? When design after design?

VIII Triennale Di Milano 1947. Diorama del QT8, Bianchetti, Pea, NIzzoli
VIII Triennale Di Milano 1947. Diorama del QT8, Bianchetti, Pea, NIzzoli

Il Palazzo dell’Arte, sede della Triennale di Milano, diventerà per cinque mesi l’epicentro delle manifestazioni multidisciplinari della XXI Esposizione Internazionale del 2016 che coinvolgeranno tutta la città di Milano fino a Monza, sede delle prime Mostre Internazionali.

Le partecipazioni, straniere e italiane, non saranno limitate agli Stati, bensì aperte alle città e alle regioni, alle università e alle scuole, ai giovani professionisti e alle imprese.

Ogni sede (Triennale di Milano, Fabbrica del Vapore, Hangar Bicocca, IULM, Politecnico di Milano, Museo delle Culture, Villa Reale di Monza) avrà uno specifico curatore per una mostra tematica. La dimensione di una Triennale diffusa potrà essere l’occasione per sperimentare modalità espositive nuove, come un grande laboratorio di riflessione e di elaborazione narrativa. L’approccio multidisciplinare, tra design e architettura, arte e tecnologie, antropologia e spettacolarità, consentirà di esprimere linguaggi espressivi nuovi e coinvolgenti tutti i soggetti partecipanti in rapporto con i visitatori, che saranno stimolati a partecipare.

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