La forma segue il racconto

Ogni dettaglio del Lichtenbergweg Kindergarten a Lipsia rispetta i piccoli utenti che lo frequentano. Come racconta Susanne Hofmann, il suo progetto nasce da un processo partecipato.

La forma segue il racconto

Nel caso di un edificio pubblico, chi è il vero e proprio committente? L’istituzione civica che ne ha coordinato la realizzazione o gli utenti che andranno a occuparlo? E ancora: nel processo progettuale, gli utenti possono avere qualche voce in capitolo o no? Queste sono le domande a cui Susanne Hofmann e gli studenti del collettivo Die Baupiloten della Technische Universität di Berlino cercano da sempre di rispondere, quando affrontano la progettazione di costruzioni comunitarie quali scuole materne ed elementari, parchi-gioco e strutture universitarie. Sono edifici spesso realizzati in aree urbane difficili e con budget risicati, ma che si distinguono dalla pratica corrente per l’atmosfera magica dei loro spazi. Nella scuola elementare Erika Mann di Berlino—probabilmente il loro intervento più riuscito (vedi Domus n. 916, 2008)—hanno sviluppato il progetto come un racconto animato dalla presenza di un drago d’argento, e molte delle decisioni formali sono state prese insieme con i ragazzi. Il processo progettuale nasce così attraverso processi di partecipazione e, mentre il confine tra progettista e utente si fa più labile, Susanne Hofmann, ogni volta, impara qualcosa di nuovo. Ne parliamo con la progettista tedesca alla luce del suo ultimo intervento a Lipsia: il kindergarten Lichtenbergweg.
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L'asilo Lichtenbergweg visto di notte

Recentemente completato, l’asilo Lichtenbergweg è stato progettato dal gruppo guidato da Susanne Hofmann, tramite un processo di partecipazione che ha coinvolto i bambini dell’asilo nel suggerire idee, forme e colori. È un sistema che avete utilizzato spesso in passato. Come lo organizzate normalmente?

Questo intervento rappresenta per noi un passo avanti nell’applicazione della progettazione partecipata. Tra l’altro, è il primo edificio che abbiamo realizzato come studio di architettura vero e proprio: la committenza non credeva nella possibilità di coinvolgere degli studenti universitari—nonostante l’esperienza collaudata del nostro corso Die Baupiloten. Del resto, anche alcuni tra i dirigenti incaricati di coordinare il progetto nutrivano dei dubbi sul vantaggio di coinvolgere i bambini nel processo progettuale. Siamo riusciti invece a creare un metodo efficace, ma anche creativo, per accogliere le necessità e i desideri dei bambini. Inoltre, abbiamo coinvolto le istituzioni—il comune di Lipsia, l’ufficio delle politiche giovanili, gli addetti, gli insegnanti e il direttore dell’asilo—in una sorta di gioco progettuale, costruendo così un “terreno comune”.
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Veduta della ludoteca su due piani

Abbiamo portato avanti questo confronto in modo da stabilire, tra i partecipanti, le priorità sui requisiti pedagogici, programmatici e costruttivi, ma anche i concetti base sulle qualità spaziali e sensoriali dell’edificio. Quello che la gente apprende, con l’esperienza e l’uso, su bisogni e aspirazioni è un’importante risorsa sociale, che deve essere presa in considerazione nell'architettura, se si vuole ottenere davvero un’intensa identificazione tra utenti e costruzioni. Questo elemento, in cambio, sostiene l’accettazione dell’architettura in ambito sociale. Dopo aver completato diversi progetti, crediamo fermamente che un’esperienza sensoriale è cruciale nell’interazione tra progettisti e utenti. Noi sviluppiamo un modello di partecipazione diverso, a seconda dell’età e dei background sociali e culturali delle persone coinvolte.
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La scuola materna è circondata da vecchie querce e da alberi di robinia

Come trovate i vostri potenziali committenti? Sono le istituzioni pubbliche a cercarvi o voi cercate loro? Partecipate a concorsi?

In qualche caso, gli enti pubblici si mettono in contatto con noi. Poi ci troviamo di fronte committenti e utenti impegnativi, che molto spesso hanno priorità diverse circa la struttura di cui hanno bisogno. Partecipiamo ai concorsi solo quando siamo invitati: i concorsi, infatti, sono oggi organizzati in modo da confutare il nostro metodo progettuale, che sviluppa l’architettura partendo dai bisogni e dai sogni delle persone. Prendiamo parte a quei concorsi che possono offrire degli spazi interlocutori: ambiti che si possono in seguito rinegoziare ed essere adeguati agli utenti. Bisognerebbe davvero ripensare lo strumento del concorso e le sue potenzialità.
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Le finestre presentano un'altezza adatta ai bambini: rappresentano uno spazio d'incontro


Nel caso della scuola elementare Erika Mann, il leit-motiv del progetto è un racconto basato su una figura mitologica, un drago d’argento, la cui storia è stata sviluppata insieme con i bambini. Nell’asilo Taka Tuka Land, il personaggio di riferimento è Pippi Calzelunghe, la protagonista dei romanzi di Astrid Lindgren. Nel kindergarten di Lipsia, a chi avete fatto riferimento?

In questo caso, abbiamo osservato come i bambini fossero interessati a esperimenti e fenomeni atmosferici. Ci hanno fatto vedere i disegni che avevano fatto sulla natura e sul tempo; i preferiti raffiguravano giardini nella pioggia e paesaggi vulcanici. Abbiamo deciso di prenderli come concetti iniziali del progetto. Ai bambini abbiamo chiesto poi di costruire dei modelli, con materiali diversi, in modo da comprendere i mondi che esplorano nei loro disegni e che ci hanno descritto vivacemente nei loro discorsi. Le qualità dello spazio e dellatmosfera hanno così dato il via al progetto.

 

La forma segue il racconto
Una lastra di cristallo nel pavimento del primo piano riflette all'interno i raggi del sole, che penetrano nell'edificio attraverso un lucernario nel tetto. Allo stesso tempo, il cristallo permette ai bambini di osservare il pianterreno

In seguito, abbiamo organizzato altri due incontri durante i quali i bambini ci hanno comunicato ulteriori feedback, che abbiamo preso in considerazione nel successivo sviluppo del progetto. In pratica, il nostro slogan è stato: “La forma segue i racconti dei bambini”. Le loro storie corrispondono al concetto architettonico dell’asilo. Allo stesso tempo, noi abbiamo integrato i risultati del confronto con le autorità e gli altri requisiti nel piano complessivo.
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Il guardaroba è stato progettato anche come spazio didattico

L’edificio è stato costruito rispettando la presenza degli alberi, in modo da definire con i suoi volumi due corti. In che modo siete riusciti a comunicare l’esigenza di rispettare gli alberi ai bambini?

L’obiettivo principale quando si lavora con i bambini è l’individuazione dei loro desideri e e dei loro bisogni. Attraverso modelli, fotomontaggi e racconti, discutiamo insieme le caratteristiche spaziali e sensoriali del loro ambiente, senza affrontare problemi concreti. Siamo interessati alla loro immaginazione. Abbiamo trascorso del tempo insieme nel giardino in cui l’asilo doveva essere costruito. Ci siamo accorti che i bambini erano contenti per la presenza di un gruppo di alberi sul confine del lotto. Discutendo le possibili alternative, abbiamo capito come desiderassero un ulteriore cortile protetto in questo punto. L’edificio è pensato per muoversi verso gli alberi, in modo da preservare il carattere del parco preesistente.
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I corridoi non sono semplicemente spazi di distribuzione, ma grazie alle finestre basse e alle mensole/panche funzionano come luogo di aggregazione

La facciata dell’asilo interagisce con i colori e con i materiali, listelli di legno e specchi, in modo da rievocare il bosco circostante. Le finestre permettono di essere utilizzate dai bambini come sedute. Questo edificio è fatto per stimolare la curiosità...

La curiosità non è il nostro scopo principale, ma posso capire che il progetto possa risultare inconsueto: non è determinato da categorie convenzionali o dall’immagine tradizionale di un asilo. Segue, invece, idee astratte: il “giardino dellarcobaleno” e il “paesaggio dei vulcani”, idee che abbiamo estratto dai mondi e dalle storie dei bambini. Le finestre sono disegnate rispettando l’altezza dei bambini, in modo da permettere loro di osservare gli spazi interni, ma anche quelli esterni, e di istituire una relazione con le piante circostanti. Alcuni lucernari sono progettati in modo tale da riflettere i raggi del sole all’interno e per mettere in moto un gioco di luci. Questa idea è stata sviluppata ulteriormente utilizzando dei brise-soleil mobili, che incoraggiano i bambini a sperimentare i diversi effetti della luce. Il piano superiore offre una vista diretta delle cime degli alberi. I colori sono scelti e abbinati per creare un’atmosfera piacevole e protettiva, ma anche per incoraggiare i bambini a esplorare lo spazio

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Un gruppo di alberi di robinia nel cortile

Lichtenbergweg Kindergarten
Architetti:
Susanne Hofmann Architects BDA
Design Team: Susanne Hofmann, Marlen Weiser (coordinatore), Susanne Vitt (coordinatore), Stefan Haas, Daniel Hülseweg, Martin Janekovic, Jannes Wurps, Oliver Henschel, Thomas Pohl, Marco Grimm, Falko Dutschmann
Committente:
Stadt Leipzig Hochbauamt
Träger:
DRK Akademischer Kreisverband Leipzig e.V.
Budget/Area:
1.700.000 euro / 972 mq
Termine lavori:
estate 2012
Consulenti:
ICL Ingenieur Consult A. Kolbmüller GmbH, Einenkel Landschaftsarchitektur, Jörg Lammers,
BJP Ingenieure GmbH

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