“Da molto tempo inseguivo l’idea di poter utilizzare gli scarti abbandonati nelle cave e nei depositi di marmo, ma finora nessuno era riuscito a trovare una soluzione adeguata” racconta John Pawson.
Con la sua Stone House, un’installazione temporanea realizzata per il Fuorisalone del 2010, l’architetto è stato il primo a sperimentare la texture Lithoverde, prodotta da Salvatori. L’azienda italiana è la prima al mondo a produrre un rivestimento lapideo composto per il 99% da materiali di scarto e per l’1% da una resina naturale utilizzata come collante.
Salvatori ha saputo trasformare in vantaggio economico e ambientale un problema di inefficienza diffuso nell’edilizia, fatta spesso da piccole maestranze che dispongono di macchinari inadeguati e inefficienti. Per questo Lithoverde ha acquisito la certificazione SCS (Scientific Certification Systems), per i materiali da costruzione green. Per le sue caratteristiche, il materiali inoltre collabora a dare agli edifici un punteggio alto nella scala di valutazione LEED, che definisce la sostenibilità degli edifici costruiti.hb
Il marchio però non si è soffermato solo sull’ottimizzazione del processo produttivo, ma ha prestato attenzione alle qualità estetiche e alle possibili applicazioni in ambito domestico e non solo: l’assemblaggio delle pietre permette numerose variazioni di materiali – Bianco Carrara, Crema d’Orcia, Gris du Marais e Pietra d’Avola – e cromie, da applicare su pavimenti, pareti, zone umide e cucine.