La biblioteca dentro Minecraft e il nostro futuro nel metaverso

The Uncensored Library è un incredibile lavoro di architettura digitale, che porta i libri nei paesi che li censurano utilizzando il celebre videogioco. Ma è anche una finestra su come potrebbe diventare la rete.

Un paio di mesi fa Matthew Ball, un venture capitalist specializzato nei media interattivi, ha dedicato un lungo post sul suo blog al concetto di metaverso, chiedendosi cos’è, dove si può trovarlo e chi sarà a costruirlo. Derivando la risposta dalla fantascienza, si può definire il metaverso come uno spazio virtuale all’interno del quale si manifesta una realtà effettiva. 

Se leggendo questa definizione vi sono venuti in mente film come Matrix o Ready Player One, la vostra memoria ha fatto i collegamenti corretti. Se immediatamente dopo questi avete pensato all’ultima volta che vi siete connessi a Second Life non c’è bisogno di ulteriori spiegazioni.

Nella visione che Ball ha dell’internet del futuro, il metaverso assume un ruolo centrale. Sarà intorno a questo concetto, dice ancora Ball, che verranno costruite le interfacce che ci permetteranno di interagire gli uni con gli altri negli anni a venire. Se credete che questo sia un semplice esercizio di speculazione o la fantasia di un nostalgico che prova a perorare la causa di protocolli che lo sviluppo tecnologico pare aver decretato ormai morti e sepolti (Second Life, di nuovo), forse dovreste provare a guardare con più attenzione al modo in cui si stanno sviluppando “videogiochi” come Fortnite e Minecraft.

The Uncensored library, Poster.

Quest’ultimo ci interessa in modo particolare, perché è stato scelto da Reporter sans Frontiers per ospitare un progetto lanciato il 12 marzo in occasione della giornata mondiale contro la censura digitale. Il progetto si chiama The Uncensored Library. Si tratta di una mastodontica opera di architettura digitale realizzata dal collettivo Block Works, una biblioteca, costruita nello stile neoclassico delle grandi istituzioni nazionali, che esiste solo in un server di Minecraft e al cui interno ospita 5 aree, ognuna dedicata ad altrettanti paesi in cui la censura è una realtà con effetti concreti.

Ogni area è dedicata a un giornalista – Jamal Khashoggi per l'Arabia Saudita, Yulia Berezovskaia per la Russia, Nguyen Van Dai per il Vietnam, Javier Valdez per il Messico e il portale Mada Masr per l'Egitto. All’interno della biblioteca sono custoditi oltre 200 libri, dentro a cui sono stati riscritti 200 tra post e articoli censurati in Arabia Saudita, Russia, Viet Nam, Messico ed Egitto. Paesi che censurano la stampa, ma che garantiscono l’accesso a Minecraft grazie a cui quelle informazioni trovano un nuovo canale per raggiungere le persone a cui vengono sottratte voci libere e coraggiose con cui confrontarsi per leggere la realtà che le circonda.

Questo è un assaggio del potere del metaverso. Una realtà che sembra avere la forza di aprire una nuova fase per quelle capacità creative e produttive che avevano caratterizzato l’esplosione del web 2.0 e che oggi paiono del tutto assorbite nelle dinamiche del capitalismo delle piattaforme. Resta da chiedersi fino a quando e con quale magnitudo reagiranno i governi, quando si accorgeranno che Minecraft e il metaverso non sono oziosi passatempi per ragazzini, ma una questione geopolitica estremamente rilevante. Sarà bene imparare dagli errori del passato e farci trovare pronti per quando arriverà quel momento.

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