Gaetano Pesce è morto ad aprile di quest’anno a New York, la città che l’aveva adottato, poco più di una settimana prima della Design Week di Milano, dove era atteso come un protagonista assoluto, il maestro del design italiano, l’ultimo grande nome di una generazione d’oro. Domus ci aveva parlato pochi giorni prima, in una intervista che non dimenticheremo. Va ovviamente al maestro scomparso il primo pensiero di questa raccolta, in cui troverete altri incontri eccezionali, alcuni proprio durante quella stessa Design Week – Oki Sato di Nendo, Ivy Ross di Google e Philippe Starck, in una chiacchierata schietto e con la giusta dose di black humor -, ma non solo: incontriamo infatti Tom Dixon in Grecia, Martin Lotti di Nike a Basilea, Jeanne Gang e Jean Nouvel a Parigi. E c’è una vera e propria staffetta tra i guest editor dell’edizione cartacea: Norman Foster a tu per tu con Neri Oxman e poi l’intervista a Bjarke Ingels, a bordo di Domus con 10 numeri nel 2025. Chissà chi incontreremo l’anno prossimo. Intanto, enjoy.
Philippe Starck
Abbiamo incontrato Monsieur Design, e sono andati in cocci un po’ di cliché: l’enfant terrible, la fine di un’era, l’intelligenza artificiale, le tendenze da seguire, per citarne qualcuno. Starck è nel flusso, simultaneamente partecipante e primo costruttore del suo tempo, venerabile maestro che dopo aver costruito la sua cattedra la ribalta davanti a tutti e va a sedersi sul davanzale del corridoio parlando da fuori la porta perché la vista degli attaccapanni potrebbe riservare qualcosa di più sorprendente. Continua a leggere
Ivy Ross
“Umani, ottimisti e audaci”, è così che Ivy Ross, VP di Google, definisce il design hardware di Mountain View. Abbiamo discusso con lei di progetto tecnologico, dell'importanza dei sentimenti e della sfida imminente dell’AI. Continua a leggere
Oki Sato
Abbiamo parlato col fondatore dello studio giapponese Nendo, al suo ventesimo anno da star della Milano Design Week, dell’emergere nel design contemporaneo e del continuare, si spera, a generare oggetti partendo dalle parole. Il suo è un approccio lineare, quasi meditativo, spesso considerato nel discorso sul design come un tratto distintivo del minimalismo. Ma quando c’è pratica oltre i cliché, allora entriamo in gioco per sfidare le figure più importanti del design minimalista contemporaneo, interrogandole sulla loro pratica in relazione al contesto contemporaneo in continua evoluzione. Continua a leggere
Ippolito Pestellini Laparelli
Che cosa succederebbe se di punto in bianco smettessimo di costruire nuovi edifici e iniziassimo a intervenire unicamente su quelli esistenti? A questo scenario utopico, così distante dalla realtà in cui viviamo, probabilmente non arriveremo mai. Quello a cui dovremmo essere già arrivati, però, è la consapevolezza di dover portare avanti delle azioni che possano migliorare l’approccio alla progettazione e preservare la nostra permanenza sul pianeta. Ne abbiamo parlato con Ippolito Pestellini Laparelli, che dopo la sua esperienza nello studio Oma durata quindici anni, è tornato a Milano e ha fondato 2050+, un’agenzia interdisciplinare impegnata in quella “attitudine” al recupero dell’esistente che ha radici in una chiara idea di fare progettazione. Continua a leggere
Martin Lotti
“Bill Bowerman trafficava, cercava di migliorare le cose. Innovava. Cercava di rendere le cose più leggere, più veloci, più stabili. Ancora oggi è quello che cerchiamo di fare. Ciò che è cambiato nel nostro approccio sono piuttosto gli strumenti.” Dal cuscinetto d’aria più famoso del mondo ai concept sviluppati in AI con atleti e community, Martin Lotti ci racconta la mostra al Vitra Design Museum che apre gli archivi di Nike al pubblico per raccontare un design generato dalla cultura. Continua a leggere
Gaetano Pesce
“Quello che vogliamo trasmettere noi è ricco di significato, non solo la forma segue la funzione, ma ha un terzo elemento molto importante, ossia il significato, che può far riflettere a livello politico, socio-economico, religioso, filosofico, comportamentale e personale.” Il grande progettista italiano, pochi giorni prima della scomparsa, raccontava in anteprima a Domus i suoi progetti per la Milano Design Week, che resteranno come testamento di una carriera incredibile. Continua a leggere
Bjarke Ingels
Enfant prodige dell’architettura danese prima, poi globale, Ingels è il guest editor di Domus per il 2025. Da CopenHill, la centrale elettrica trasformata in pista da sci, icona di una Copenaghen sostenibile e giocosa, a Via 57 West, il grattacielo piramidale che ridisegna lo skyline di New York, fino alle colonie lunari immaginate per Nasa, dove l’architettura si fa avamposto dell’umanità nello spazio. Un percorso costellato di premi e riconoscimenti, che lo ha consacrato tra i demiurghi del nostro tempo, capaci di plasmare la realtà con la forza delle idee. Continua a leggere
Tom DIxon
“Anche se l’estetica scultorea può evolvere, il mio approccio al design rimane sostanzialmente lo stesso.” Abbiamo visitato con Tom Dixon la sua villa “minerale” a Mykonos, che supera il vernacolare greco guardando al contemporaneo, saldandosi con la geologia dell’isola e orientando i canoni del lusso al gusto degli appassionati di design. Continua a leggere
Neri Oxman
Il guest editor di Domus per il 2024, Norman Foster, a tu per tu con la pioniera del biodesign sul nuovo laboratorio interdisciplinare che integra architettura, ingegneria e biologia: “nel progetto del nostro nuovo laboratorio, abbiamo cercato di preservare la capacità di impollinazione incrociata tra diverse discipline, creando uno spazio vivo di interrelazioni tra ricercatori, robot e organismi, dove l'architettura sostiene la generazione di novità.” Continua a leggere
Martino Gamper
Martino Gamper racconta a Domus il suo design come atto abitativo, attraverso il takeover di una casa settecentesca: “non amo esporre nei white cube”, ci racconta motivando le ragioni che lo hanno spinto a investire gli spazi della casa per ricreare a tutti gli effetti una dimora abitata e abitabile, in cui il visitatore è invitato ad acclimatarsi e soffermarsi nella successione di stanze – una stanza per il gioco delle carte, uno studio, un salotto e una stanza da letto – quasi abbandonandosi ad un temporaneo sentimento di casa. Continua a leggere
Jean Nouvel
Il futuro di Parigi, una capitale che cambia, a partire dalla sua architettura. Ne abbiamo parlato con il guest editor 2022, da quattro decenni protagonista di questa trasformazione, che nel cuore dell’area olimpica ha firmato una installazione per Samsung. Continua a leggere
Jeanne Gang
“Pensare globalmente, agire localmente”. È il mantra con cui Jeanne Gang introduce la filosofia di Studio Gang, da lei fondato nel 1997 a Chicago. Siamo in visita al campus parigino della Università di Chicago John W. Boyer Center, uno dei quattro hub che questa prestigiosa istituzione accademica mantiene al di fuori degli Stati Uniti. Continua a leggere
