La Pescara Summer School prosegue infatti esperienze di collaborazione tra Pescara e una serie di università italiane, slovene, croate, serbe, albanesi e greche. Fin dal 2009 è stato infatti siglato un accordo che ha portato negli anni scorsi all’organizzazione di numerose attività (programmi di ricerca, workshop, conferenze, tesi di laurea, ecc.) nelle città di Pescara, Rijeka, Zagabria, Spalato, Sarajevo, Durazzo e Corinto.
Il compito specifico della Pescara Summer School è quello di affrontare città e temi disciplinari di particolare rilievo, ma soprattutto di confrontarsi con un ambito regionale vasto e diversificato, quello della regione adriatica, che presenta situazioni e contesti che sono paragonabili tra loro e accomunati da storie e narrazioni parallele. Pensare all’Adriatico significa pensare non solo allo spazio d’acqua che mette in relazione lingue, culture, religioni e civiltà diverse, ma soprattutto alle città, al paesaggio e al territorio che circoscrivono il mare.
Lo spirito delle scuola estiva è quello di diventare un laboratorio di ricerca permanente sui temi delle trasformazioni urbane nelle città che si affacciano nella regione adriatica. Consapevoli che non si può consumare ulteriore suolo naturale e occorre piuttosto lavorare sul costruito con diverse declinazioni di riuso sia per quanto riguarda le aree dismesse sia per gli oggetti in esse contenuti, la Summer School si occupa di temi relativi alla definizione di strategie di rigenerazione urbana, alla riqualificazione degli spazi pubblici, alla valorizzazione dei centri storici e del patrimonio costruito e alla riqualificazione di distretti urbani di diversa natura. La progettazione sarà quindi un processo di indagine multiscalare che affronterà problemi legati sia al progetto urbano sia quello architettonico.
La Pescara Summer School affronterà volta per volta città e contesti diversi con lo scopo di proporre delle soluzioni progettuali elaborate in un ristretto arco temporale e all’interno di gruppi di lavoro diversificati sia per origine che per interessi disciplinari.