La festa dei vivi

Giunta alla sua settima edizione, in concomitanza con la festa dei morti, attraverso l’Appia Antica a Roma, si è tenuta la Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte).

Giunta quest’anno alla sua settima edizione, la notte tra il primo e il due novembre, come da tradizione, si è celebrata, per la prima volta a Roma, “La Festa dei vivi (che riflettono sulla morte)”.

A partire dal 2010 Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti e Luigi Presicce, propongono di trasformare la consueta celebrazione dedicata ai defunti in una nuova “Festa dei vivi”, per sottolineare una riflessione condivisa e non stereotipata verso un comune destino, attraverso un breve viaggio fatto collettivamente, verso “un limite mite”. La Festa dei vivi è per coloro che, per dare senso alla vita, riflettono sulla morte; la loro propria morte, prima di tutto.

La camminata si è svolta la notte tra il primo e il due novembre, con appuntamento a Porta San Sebastiano; i partecipanti, circa una settantina, attraverso l’Appia Antica sono giunti al Parco della Caffarella. Qui, prima tutti insieme e poi divisi in gruppi, hanno cercato un luogo caratterizzato da buio e silenzio. Alla fine, si sono tutti ritrovati, nel “boschetto sacro” del parco, a condividere impressioni e pensieri su quanto appena vissuto, sorseggiando nocino e mangiando fave dei morti.

Il senso implicito di questa ricerca collettiva del buio e del silenzio è quello di fare un pellegrinaggio verso un luogo che avvicini alla morte insieme ad altri ovvero verso un luogo dove, per così dire, “morire insieme”.

La festa dei vivi (che riflettono sulla morte)
Un limite mite
Settima edizione, Roma

La festa dei vivi

Giunta alla sua settima edizione, in concomitanza con la festa dei morti, attraverso l’Appia Antica a Roma, si è tenuta la Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte).

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