Next Cabane è la storia di una struttura pieghevole in legno, un oggetto dalle origini misteriose, trovato per caso, a quanto si racconta, nell'angolo più buio di un antico mercato nel nord della Scozia. Le sue origini sono a tutt'oggi sconosciute, l'ipotesi è che si tratti di una struttura utilizzata, un tempo, dai pescatori che, grazie all'aggiunta di teli, vi trovavano riparo dalle intemperie. Che quest'ipotesi corrisponda al vero o meno quel che è certo è che ormai quest'oggetto ha perso del tutto la sua funzione.
Fabrica ha invitato sette designer a ripensare e a riportare in vita questo telaio, prendendone in considerazione le peculiarità e reinterpretandolo in chiave contemporanea.
Essenzialmente, la struttura è una stanza mobile che può essere spostata da un posto all'altro, un piccolo spazio temporaneo che aiuta a delimitare un contesto, nel quale possiamo cercare riparo o solamente riscoprire la qualità e la semplicità delle cose, un rifugio intimo e personale.
I sette progetti sviluppati dai designer di Fabrica hanno interpretato l'oggetto di volta in volta come sistema di delimitazione spaziale temporaneo, come spazio simbolico, come luogo di lavoro o svago o come spazio espositivo, e sono ospitati al Mudam fino al 10 giugno.
Sette scenari alternativi nei quali vivere in maniera migliore e consapevole, in cui il design è al servizio della ricerca su materiali, forme e struttura.
Mudam: Next Cabane
Nel progetto di Fabrica, ora in mostra al Mudam, una semplice struttura pieghevole in legno è il pretesto per costruire spazi sperimentali e approfondire la ricerca su materiali, forme, struttura ed elementi simbolici

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- 23 febbraio 2012
- Lussemburgo

Soft Fold di Marie Dessuant e Margaux Keller è uno spazio temporaneo che invita alla sosta. Trapunte, un tavolino da lettura, una panca bassa e una lampada compongono quello che sembra avvicinarsi a un sistema ibrido di arredi. L'armonia dei colori enfatizza un'atmosfera morbida e rilassata.
In Rod di Amaury Poudray e Brian Wood la semplice struttura pieghevole è stata decostruita per creare nuovi oggetti funzionali ed elementi scultorei. Ogni componente è stato colorato in modo da essere riconoscibile anche dopo il disassemblaggio, sottolineando il valore e la purezza del volume iniziale.
Il Mobile Museum di Philip Bone e Dean Brown è un museo itinerante, con contenuti che variano a seconda degli apporti dei visitatori nei diversi luoghi che il museo tocca. È proprio il posizionamento del museo, l'ambito in cui si inserisce, a determinare quindi l'allestimento di una mostra che cambia sempre. Il Mobile Museum ha già viaggiato per il mondo, passando dal Salone del Mobile 2011, dal Victoria and Albert Museum e dal Design September di Bruxelles prima di approdare al Mudam
Weathering The Storm di Valentina Carretta e Gustavo Millon è uno spazio per rilassarsi, in un paesaggio ridisegnato da una violenta tempesta. Uno spazio dove godersi i riflessi di una pozzanghera e accendere un falò senza correre il rischio di bagnarsi o bruciarsi. Un'affermazione ironica sull'impossibilità da parte dell'uomo di controllare la natura.
In Maze di Catarina Carreiras un labirinto tipografico è la scusa perfetta per nascondersi dal resto del mondo e farsi abbracciare dalla saggezza delle parole. I caratteri sono costruiti di modo che ciascuna lettera sveli i propri segreti, in una storia di forme, volumi, linee e colori. Con muri fatti di carta, Maze e una Cabane che può cambiare di volta in volta a seconda di ciò che vogliamo dire.
La Waiting Room di Kirsty Minns è un progetto sull'esperienza del tempo, che fa si che le persone prendano coscienza del tempo che passa, un posto per fermarsi ed apprezzare questi minuti, ore e secondi. La natura temporanea della Cabane, oltre ad invitare l'utente ad un differente approccio allo scorrere del tempo, offre anche un altro livello interpretativo: l'intenzione è quella di costringere il visitatore a confrontarsi con l'esperienza del tempo e invitarlo a una discussione su come l'elemento temporale contribuisca a creare consapevolezza e confidenza con la propria esistenza.
La prima ispirazione per la Net Cabane di Giorgia Zanellato è venuta dalle caratteristiche di leggerezza e trasportabilità della struttura in legno. Le corde fanno riferimento direttamente alle origini dell'oggetto, le reti sono costruite grazie al supporto della struttura e nello stesso tempo diventano struttura anch'esse. Si viene così a creare uno spazio cui le funi danno molteplici possibilità di conformazione e d'uso, mantenendo viva l'idea di temporalità e conservando le origini dell'oggetto stesso.