Dirty Corner

Due importanti mostre di Anish Kapoor hanno appena inaugurato a Milano alla Rotonda di via Besana e alla Fabbrica del Vapore.

La mostra di Anish Kapoor alla Fabbrica del Vapore è composta dalla monumentale installazione site-specific dal titolo Dirty Corner, appositamente realizzata, mentre il nutrito gruppo di grandi opere alla Rotonda di Via Besana, realizzate negli ultimi dieci anni, presenterà per la prima volta in Italia opere che hanno rivoluzionato il modo di intendere la scultura. Realizzate prevalentemente in metallo o cera – quest'ultima sempre con la caratteristica tonalità di "rosso Kapoor" – queste sculture si integrano nello spazio espositivo sino a diventare un tutt'uno con esso. Come dichiarano i curatori "Kapoor si è sempre mosso all'interno di una concezione metafisica che si traduce nella capacità della scultura di diventare tutt'uno con lo spazio e generare silenzio attorno ad essa".

L'installazione Dirty Corner occupa interamente lo spazio della "Cattedrale" alla Fabbrica del Vapore. L'installazione – realizzata con il supporto della Galleria Continua, di Lisson Gallery e della Galleria Massimo Minini – è costituita da un grosso volume in acciaio lungo circa 60 metri e alto 8 all'interno del quale i visitatori possono entrare. L'ingresso si apre a calice e la superficie, sia esterna che interna, è circolare con un appoggio minimo al suolo. L'opera verrà coperta progressivamente da una montagna di terra rossa di circa 160 metri cubi.
<i>Dirty Corner</i>. Photo Andrea Melzi.
Dirty Corner. Photo Andrea Melzi.
La Rotonda di via Besana ospita invece una selezione delle opere, tra cui My Red Homeland, 2003, una monumentale installazione formata da cera rossa disposta in un immenso contenitore circolare e composta da un braccio metallico connesso ad un motore idraulico che gira sopra un asse centrale, spingendo e schiacciando la cera, in un lento e silenzioso atto infinito di creazione e distruzione.
<i>S-Curve</i>. Photo Joshua White, Los Angeles. Courtesy Regen Projects.
S-Curve. Photo Joshua White, Los Angeles. Courtesy Regen Projects.
"L'opera – spiegano i curatori nel catalogo della mostra – "è costituita da due materiali diversi: la cera e il metallo del marchingegno. L'insieme non è formato da pezzi che si compongono tra loro. Infatti, il volume di cera non esisterebbe senza il braccio meccanico e le piastre sagomanti che ne modellano la forma, così come il braccio meccanico e le piastre sagomanti non avrebbero ragione di esistere senza la cera da modellare. Ci troviamo ancora una volta dinanzi a un insieme indivisibile, che presuppone la compresenza di un negativo virtuale (la porzione bucata del marchingegno) e di un positivo (la cera modellata). In queste opere c'è dunque l'idea che la mente debba essere in grado di ricostruire a memoria la totalità dell'opera anche quando può percepirne solo una sezione."
Kapoor si è sempre mosso all'interno di una concezione metafisica che si traduce nella capacità della scultura di diventare tutt'uno con lo spazio e generare silenzio attorno ad essa.
<i>My Red Homeland</i>. Photo Nic Tenwiggenhorn, Kunsthaus Bregenz. Courtesy Kunsthaus Bregenz.
My Red Homeland. Photo Nic Tenwiggenhorn, Kunsthaus Bregenz. Courtesy Kunsthaus Bregenz.
Completerà l'esposizione una serie di sculture in acciaio tra cui: C-Curve, 2007; Non Object (Door), 2008; Non Object (Plane), 2010 ed altre che garantiscono effetti percettivi di grande impatto nel capovolgere e deformare le figure che vi si riflettono, nella costante creazione di una realtà inedita e imprevedibile. Si tratta, infatti, di sculture interattive che provocano nello spettatore una percezione, deformata dello spazio, sovente accompagnata da un leggero fastidio uditivo, causando un senso di straniamento che può portare a una leggera perdita di equilibrio.

Anish Kapoor
A cura di Gianni Mercurio e Demetrio Paparoni
31 maggio – 9 ottobre 2011
Rotonda di Via Besana
31 maggio – 8 gennaio 2012
Fabbrica del Vapore


A Venezia fino al 27 novembre 2011, nella Basilica di San Giorgio Maggiore, è presentata l'opera Ascension, come evento collaterale della 54. Esposizione Internazionale d'Arte – la Biennale di Venezia.

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